La corsa alla Luna procede secondo i piani, o quasi. Il razzo della missione Artemis della Nasa, pronto a riportare l’essere umano sul satellite terre
La corsa alla Luna procede secondo i piani, o quasi. Il razzo della missione Artemis della Nasa, pronto a riportare l’essere umano sul satellite terrestre questa volta per restarci stabilmente, è riuscito a portare a termine in due giorni la prova generale, caricando per la prima volta completamente i serbatoi del razzo alto 98 metri, utilizzando circa tre milioni di litri di propellente liquido (idrogeno e ossigeno). Tuttavia, qualcosa è andato storto nella piattaforma di lancio 39B del Kennedy space center in Florida e si è registrata una perdita di idrogeno in un raccordo tra lo stadio centrale del sistema di lancio Space launch system (Sls) – il più grande mai costruito dalla Nasa – e il lanciatore mobile. Il piccolo incidente ha fatto fermare il conto alla rovescia prima del previsto, circa 20 secondi rispetto al programma iniziale.
Il test
Ma cosa significa fare il test di un lancio spaziale? Si tratta di una sorta di prova generale in cui vengono fedelmente riprodotte tutte le numerose fasi che precedono un lancio in orbita, ma interrompendo il processo a 10 secondi dall’accensione dei motori. Una prova simile per Artemis era già stata tentata nel mese di aprile, ma in quell’occasione i problemi tecnici riscontrati non avevano permesso di concludere il test, rinviando le prove generali a giugno. Ora, se venisse risolto l’inconveniente della perdita di idrogeno e tutto procedesse come da programma, il primo volo della missione Artemis-1 potrebbe svolgersi a settembre per portare la capsula senza equipaggio Orion nell’orbita lunare.
L’Italia e il programma Artemis
Non solo, l’Italia si occuperà anche dei primi moduli abitativi grazie a un accordo di cooperazione bilaterale firmato dall’Asi e dalla Nasa, per realizzare uno studio dedicato alla progettazione delle capacità abitative dei “Lunar Surface Multi-Purpose Habitation Modules”, proposti dall’Asi. L’accordo è stato firmato recentemente dal presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia, e dall’amministratore della Nasa, Bill Nelson in occasione della sua visita in Italia. Per il futuro, inoltre, attraverso l’Esa, il nostro Paese parteciperà alla realizzazione del modulo abitativo I-Hab per il Lunar Gateway, un progetto guidato nuovamente da Thales Alenia Space. L’azienda, sempre attraverso l’Esa, è anche coinvolta nel progetto per sviluppare un sistema per la produzione di ossigeno direttamente sulla Luna utilizzando l’elettrolisi del sale fuso per estrarre ossigeno dalla “regolite” (roccia lunare) al fine di sostentare le future colonie lunari.
Fonte: Formiche.net