Cosa sono quei puntini sul Sole? Oltre a macchie solari, brillamenti ed eruzioni, vento solare e tempeste geomagnetiche c’è di più. Oggi un gruppo internazionale di ‘fisici del Sole’ ha studiato un fenomeno sfuggente e ancora non ben conosciuto, quello dei “punti solari” brillanti – o dot, come li chiamano gli scienziati. La loro apparizione avviene nelle aree in cui anelli di plasma si alzano e ricadono sulla superficie stessa in seguito alle potenti eruzioni.
Queste macchioline fugaci sono descritte in uno studio pubblicato su The Astrophysical Journal. I fisici, guidati dal team del laboratorio solare e astrofisico Lockheed Martin, in California, sono arrivati alla conclusione che questi puntini flash siano dovuti ai rapidi cambiamenti del campo magnetico, che ha un ruolo centrale in tutti i fenomeni citati sopra.
A scoprire i punti solari è stata Solar Orbiter, la missione spaziale congiunta della Nasa e dell’Esa lanciata il 10 febbraio 2020. I puntini sono infatti apparsi per la prima volta nelle immagini ottenute il 20 maggio dello stesso anno, dove si possono vedere le onnipresenti strutture brillanti che appaiono e scompaiono.
Per questo, oggi i ricercatori hanno ripreso in mano le immagini, esaminandole con diverse tecniche di rielaborazione. Gli autori hanno poi comparato le informazioni con i dati del Solar dynamics observatory, il telescopio spaziale della Nasa. Inoltre hanno svolto delle simulazioni per analizzare il comportamento dell’atmosfera solare. Le simulazioni si basano su un modello già consolidato, chiamato Bifrost, che riproduce ciò che avviene intorno alla stella a partire dalla corona solare, ovvero la parte più esterna, alla zona convettiva, uno strato più interno responsabile del trasporto di energia dal nucleo verso l’esterno, adiacente alla cromosfera, coinvolta nei brillamenti.
I risultati della ricerca odierna indicano che i puntini sono collegati ai brillamenti. Le analisi portano a pensare che i punti solari siano il frutto di complessi fenomeni che chiamano in gioco il campo magnetico che avvolge il Sole. Molti fenomeni spettacolari, fra cui le macchie solari, sono legati a questo, descritto – come tutti – con delle linee di campo. Quando si verificano brillamenti e eruzioni solari, il campo viene in qualche modo disturbato e le linee di campo si “aprono” per poi richiudersi. È come se il campo per un momento si interrompesse o fosse ‘rotto’.
Questo fenomeno rapido, descritto qui in maniera molto semplificata, si chiama riconnessione magnetica. Questo è un processo fondamentale con cui l’energia immagazzinata nei campi magnetici può essere convertita in altre forme, come energia termica ed energia cinetica. Secondo gli autori, i punti solari sono “probabilmente il risultato della riconnessione magnetica fra il campo magnetico” scrivono nella pubblicazione. I prossimi studi potranno chiarire ed eventualmente confermare quest’ipotesi sui misteriosi punti solari.
Fonte: Wired.it