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La NASA ha ricreato il “suono” di un buco nero nello Spazio con il telescopio Chandra

È possibile sentire un buco nero? La NASA è riuscita a tradurre alcune immagini in suoni, ricreando in video una “musica intergalattica” udibile dagli esseri umani.

La NASA ha ricreato il “suono” di un buco nero nello Spazio con il telescopio Chandra

Che ci crediate o meno, è possibile ascoltare il "suono" di un buco nero. La NASA è riuscita a captare e a tradurre alcuni dati astronomici relativi a

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Che ci crediate o meno, è possibile ascoltare il “suono” di un buco nero. La NASA è riuscita a captare e a tradurre alcuni dati astronomici relativi al buco nero al centro della galassia di Perseo, ricreando una “musica” udibile da noi esseri umani. Questi i risultati pubblicati sul sito della NASA a inizio maggio 2022 e ottenuti grazie ai dati intercettati dall’Osservatorio Chandra.

L’universo non è affatto silenzioso

La stragrande maggioranza delle persone è dell’idea che l’universo sia silenzioso e privo di suoni ma è una credenza scorretta. Questa convinzione popolare ha origine dal fatto che la maggior parte dello spazio è essenzialmente vuoto, privo di alcun mezzo che permetta la propagazione delle onde sonore. Esistono però alcuni luoghi “pieni” dello Spazio in cui le onde sonore trovano il modo di propagarsi.
Pensiamo ad esempio ad un ammasso di galassie: possiede abbondanti quantità di gas che avvolgono centinaia se non migliaia di galassie al suo interno, fornendo un mezzo per il viaggio delle onde sonore.
Grazie ad una serie di tecniche innovative, gli scienziati della NASA sono riusciti a “sonificare” le onde di pressione emesse da un buco nero, convertendole in onde sonore percepibili dagli esseri umani.

Che suono fa un buco nero?

I suoni che avete udito sono la conversione delle esplosioni periodiche che avvengono all’interno del buco nero nell’ammasso di galassie di Perseo, distante oltre 240 milioni di anni luce dalla Terra. Le onde di pressione emesse dal buco nero causano increspature nel gas caldo dell’ammasso che sono state tradotte in una serie di note. I dati astronomici ri-sonificati e sintetizzati sono stati ottenuti dall’Osservatorio a raggi X Chandra della NASA, un telescopio orbitale che sfrutta i raggi X per osservare lo Spazio. Inizialmente lanciato nel 1999 a bordo dello Space Shuttle Columbia, il Chandra x-ray Observatory è ora in orbita con l’intento di ottenere dati su buchi neri, supernove, galassie e ammassi stellari.

Dai dati astronomici ai suoni intergalattici

Ma come hanno fatto a trasformare le onde di pressione in suono? Si tratta di un processo complesso che, semplificando, si è diviso in due fasi: acquisizione dei dati e successiva conversione.
Il primo step è stato quello di acquisire i dati relativi alle onde di pressione emesse dal buco nero, dopodiché queste sono state convertite in onde sonore, adattandole all’intervallo di frequenze che il nostro orecchio è in grado di percepire. Teniamo presente che  che per poterle sentire è stato necessario alzare la loro frequenza di circa 150-290 milioni di miliardi di volte – se preferite, possiamo dire che il suono originale è stato alzato di 57-58 ottave.

Per capire ancor meglio la portata di questa conversione dovete provare a immaginare il suono prodotto da un ipotetico pianoforte lungo poco più di 7 volte il normale. Supponete poi di suonare il primo e l’ultimo tasto di questo mastodontico pianoforte. Non considerando le singole note ma solo l’intervallo che le separa, otterremmo due suoni tanto distanti quanto quello grezzo e quello prodotto dalla conversione, udibile da noi umani e molto più acuto. Riuscite a concepire la differenza? Stiamo approssimando ovviamente, ma credo che ci siamo capiti!

Oltre all’ammasso di galassie di Perseo, gli scienziati hanno reso disponibile una nuova sonificazione di un altro famoso buco nero. Studiato ormai da decenni, il buco nero in Messier 87 (M87) ha guadagnato lo status di celebrità nella scienza dopo il primo rilascio del progetto Event Horizon Telescope (EHT) nel 2019. Questa nuova sonificazione non presenta i dati EHT ma sfrutta i dati di altri telescopi che hanno osservato M87 su scale molto più ampie all’incirca nello stesso momento. Potete ascoltarlo nel video della NASA che abbiamo riportato poco più su.
Poter ascoltare “suoni” provenienti dallo spazio è un risultato eccezionale ma non è la prima volta che gli scienziati sono riusciti in questo intento. Sulla pagina dedicata al progetto Chandra potete esplorare ed ascoltare i suoni ottenuti dalla NASA finora!

Fonte: Geopop.it

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