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Ex Oto Melara e Wass: la proposta di Rheinmetall

Ex Oto Melara e Wass: la proposta di Rheinmetall

Rheinmetall è pronta a investire subito in una quota minoritaria della ex Oto Melara, messa in vendita da Leonardo insieme alla ex Wass, con un invest

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Rheinmetall è pronta a investire subito in una quota minoritaria della ex Oto Melara, messa in vendita da Leonardo insieme alla ex Wass, con un investimento mirato alla creazione di un centro nazionale di eccellenza nel settore terrestre.

La strada per l’intervento del colosso tedesco della Difesa (8,7 miliardi di capitalizzazione con il titolo cresciuto quasi del 150 per cento nell’ultimo anno) nell’assicurare un futuro agli stabilimenti ex Oto e Wass l’aveva aperta il 16 marzo l’amministratore delegato di Rheinmetall, Armin Papperger, che in un’intervista al Sole 24 Ore ha espresso la volontà di aumentare gli investimenti in Italia.

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“Potremmo trovare una cooperazione con Oto Melara, anche comprando una quota di minoranza” ha detto Papperger rilevando la possibilità di produrre in Italia i veicoli da combattimento Lynx (peraltro graditi al nostro Esercito che deve con urgenza sostituire i Dardo) offrendo trasferimento di tecnologie, produzione nazionale del 70% dei mezzi e l’integrazione degli stabilimenti ex Oto nel sistema produttivo multinazionale di Rheinmetall.

Una proposta che consentirebbe di acquisire know-how e competenze necessarie a favorire l’ingresso dell’Italia nel programma per il nuovo carro franco-tedesco MGCS .

Adesione chiesta da Roma, gradita a Berlino che da tempo sta cercando di ampliare il numero di partner europei del programma, ma che anche oggi vede la contrarietà di Parigi.

L’offerta di Rheinmetall, presentata ufficialmente al governo italiano, è estesa anche a Wass. Ad allargare ulteriormente gli orizzonti su una proposta che ha l’evidente obiettivo di consolidare il rapporto italo-tedesco nel settore della Difesa e nello specifico campo degli armamenti terrestri, ha provveduto l’amministratore delegato di Rheinmetall Italia, Alessandro Ercolani (nella foto sotto).

“Il partenariato europeo è una condizione necessaria, come evidenziato anche dallo Strategic Compass, quindi riteniamo che l’opzione più interessante oggi per l’Italia sia quella di un’acquisizione da parte di Rheinmetall di un pacchetto di minoranza che lasci la maggioranza all’industria italiana” ha dichiarato Ercolani ad Analisi Difesa.

Il progetto è incentrato sull’adozione da parte dell’Esercito Italiano del veicolo da combattimento KF-41 Lynx (nella foto sotto durante l’esercitazione NATO “Brave Warrior” in Ungheria), già acquisito dall’Ungheria ma che potrebbe venir adottato anche da Australia, Slovacchia e Repubblica Ceca.

“Lo dovrebbe acquisire anche la Germania in almeno 150 esemplari,

anche la Germania in almeno 150 esemplari, grazie ai nuovi finanziamenti previsti per la Difesa annunciati dal governo tedesco” – sottolinea Ercolani.

“L’obiettivo nell’acquisizione di una quota, anche di minoranza, è sviluppare un piano industriale: produciamo il Lynx insieme e trasformiamo Oto Melara in un centro di eccellenza per i mezzi terrestri di nuova generazione consentendo di aprire all’Italia le porte del programma Main Ground Combat System.

Inoltre Oto Melara potrebbe diventare il centro di eccellenza per alcune componenti o la torretta, da sviluppare insieme e produrre negli stabilimenti italiani per tutti i clienti del Lynx”.

Del resto, rapporti più stretti con la Germania sarebbero anche in linea con i dati sull’interscambio commerciale tra Roma e Berlino, pari a oltre 140 miliardi di euro nel 2021. La proposta di Rheinmetall, presentata al governo, potrebbe inoltre aprire la strada a ulteriori intese bilaterali nel campo dell’industria della Difesa, anche nel settore navale.

L’offerta è alternativa ma potenzialmente anche complementare all’ipotesi di acquisto di Oto Melara e di Wass da parte di Fincantieri che potrebbe detenere la maggioranza rilevandola da Leonardo. L’offerta del gruppo tedesco pare invece alternativa alla cessione dell’85 per cento di Oto Melara al consorzio franco-tedesco KNDS (Nexter + KMW) che lascerebbe a Leonardo una quota di minoranza del 15 per cento.

Un progetto che, in attesa di decisioni governative, preoccupa i sindacati per la quota marginale che resterebbe sotto controllo nazionale.

Fonte: Analisi Difesa

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