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La necessità della difesa ravvicinata negli odierni teatri operativi

La necessità della difesa ravvicinata negli odierni teatri operativi

Già nel corso del conflitto in Vietnam, le forze americane avevano subito attacchi alle installazioni condotti grazie all’utilizzo di semplici mortai

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Già nel corso del conflitto in Vietnam, le forze americane avevano subito attacchi alle installazioni condotti grazie all’utilizzo di semplici mortai leggeri e medi (60/82 mm). Tali munizionamenti, dal costo estremamente contenuto, hanno causato ingenti danni, sia in termini di materiale che di vite umane.

Negli anni successivi gli israeliani hanno dovuto contrastare gli attacchi di razzi sempre più sofisticati da parte dei miliziani di Hamas e di Hezbollah. Le IDF hanno dovuto sviluppare un “ombrello” completo, C-RAM (Counter-Rocket Artillery Mortar), finalizzato alla neutralizzazione di attacchi asimmetrici.

In Afghanistan, le FOB dei contingenti occidentali sono state spesso oggetto di attacchi con razzi e colpi di mortaio.

Per proteggersi dagli attacchi gli italiani avevano sperimentato il Porcupine (Porcospino).

Prodotto dalla OTO-Melara, il sistema comprendeva una mitragliera M-61A1 a 6 canne rotanti d 20 mm, uno shelter di controllo, un radar di sorveglianza e un’ottica di puntamento (foto). Tuttavia, alla fase di sperimentazione in teatro operativo non fece seguito alcun ordine da parte della Difesa.

Pochi giorni fa, in Mali, una base avanzata della coalizione antijihadista (erano presenti 20 militari italiani) è stata fatta oggetto di colpi di mortaio. Per fortuna i nostri soldati ne sono usciti incolumi ma ancora una volta si è evidenziato la necessità di disporre di sistemi di difesa per questa tipologia di attacchi.

Anche con il “ritorno” della possibilità del verificarsi di conflitti convenzionali, le capacità C-RAM non sarebbero certo messe da parte, bensì ampliate.

L’Esercito Italiano, a fine 2023, rispondendo a una necessità operativa, dovrebbe cominciare a ricevere i primi missili superficie-aria CAMM-ER, in sostituzione dell’ASPIDE.

Nonostante la versione Extender Range (con gittata massima aumentata da 20 a 40 km) sia più lunga di un metro rispetto al CAMM, si possono impiegare gli stessi lanciatori terrestri (foto), sviluppati in Italia, equipaggiati con contenitori per missili maggiorati. Il sistema di lancio è del tipo soft vertical launch che vede l’espulsione del missile dal canister a freddo, grazie all’impiego di un generatore di gas: il CAMM accende il motore quando è distante diversi metri dal punto di lancio e già orientato verso il bersaglio. In base alle specifiche della Forza Armata il lanciatore sarà trasportato su autocarro Astra 88.45 BAD equipaggiato con up-down link e moduli C2.

Come posto comando, l’Esercito ha scelto il sistema PCMI (Posto Comando Modulo di Ingaggio) Grifo, già selezionato per la Forza NEC. Installato sull’Astra è dotato di radar di scoperta Rheinmetall Italia X-TAR 3D in banda X (è previsto l’aggiornamento della componente software C2).

A questa componente andrebbe aggiunto il cannone automatico da 35 mm della Rheinmetall (foto in basso) che utilizza munizionamento AHEAD, equipaggiato con spoletta elettronica programmabile, ogni colpo è in grado di disperdere un altissimo numero di cilindri di tungsteno i quali creano una saturazione d’area letale sia per gli sciami di droni che per i colpi di artiglieria. Tale integrazione permetterebbe alla difesa SHORAD (SHOrt Range Air Defence) italiana di poter contrastare sia le minacce convenzionali, come elicotteri d’attacco e UCAV, sia quelle asimmetriche, come sciami di droni, razzi e colpi di mortaio.

Fonte: Difesaonline.it

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