HomeAgriculture, Automotive, Texiles, Fashion & Other

Primo occhio stampato in 3D impiantato su un paziente

Rispetto alla protesi tradizionale in acrilico, questo nuovo occhio è più semplice da provare e consente di accorciare significativamente i tempi di produzione. Ma ancora è in corso di test e saranno necessari ulteriori studi

Primo occhio stampato in 3D impiantato su un paziente

La tecnologia e la stampa 3D è al servizio dell'oculistica. Dopo la prima retina artificiale per riacquistare parte della vista, già ricevuta da pochi

La futura criptovaluta che ti scansiona l’ occhio
Sono state riportate in vita le cellule dell’ occhio umano
Cell therapy that repairs cornea damage with patient’s own stem cells achieves positive phase I trial results

La tecnologia e la stampa 3D è al servizio dell’oculistica. Dopo la prima retina artificiale per riacquistare parte della vista, già ricevuta da pochissime persone al mondo, fra cui un uomo italiano, oggi è il turno di un occhio protesico stampato in 3D e completamente digitale in un paziente al al Moorfields Eye Hospital di Londra. La notizia per ora arriva da una comunicazione ufficiale dello stesso ospedale e si attendono ulteriori dettagli sull’intervento.

Il protagonista, un ingegnere inglese di 47 anni, è tornato a casa il 25 novembre con questo nuovo occhio, di cui è molto soddisfatto, dopo averlo provato due settimane prima insieme ad una protesi tradizionale acrilica. Ancora siamo in una fase sperimentale e il nuovo occhio dovrà essere testato in studi clinici più estesi, tuttavia gli esperti chiariscono quali potrebbero essere i vantaggi sia nella produzione sia per i pazienti.

Protesi dell’occhio, da quella classica a quella digitale

Bisogna precisare che l’occhio digitale, così come la protesi acrilica, non consentono di tornare a vedere, come avviene invece almeno in parte nel caso della retina artificiale, anche se ci sono già degli studi su occhi bionici del futuro per riacquistare parzialmente la vista. Tuttavia, le protesi sono essenziali sia per l’estetica sia per mantenere la il movimento e la funzionalità delle palpebre.

Il paziente inglese, che si chiama Steve Verze, ha testato in prima persona la differenza fra una protesi classica e il nuovo occhio stampato in 3D. Il primo test è avvenuto per lui l’11 novembre, quando ha provato sia il prototipo in acrilico sia quello digitale. Il 25 novembre ha deciso di tornare a casa con quello digitale.

I vantaggi dell’occhio stampato in 3D

Il vantaggio di un dispositivo stampato in 3D, scrivono gli specialisti inglesi, riguarda vari aspetti. Da un lato, la protesi è più realistica, con caratteristiche dell’occhio più definite e una profondità della pupilla più vicina a quella vera. Inoltre, il metodo per ottenerlo è meno invasivo. La tecnica tradizionale, infatti, si fonda su stampi (modelli) da creare e testare nella cavità oculare, una procedura che soprattutto nei piccoli pazienti richiedono il ricorso all’anestesia. In questo caso, invece, il prototipo è costruito sulla base delle scansioni dell’occhio, dunque sull’imaging, evitando il fastidioso passaggio precedente.

Ma non è tutto. Il processo di produzione è più rapido: dopo aver raccolto le immagini, si impiegano due ore e mezza per stampare l’occhio in 3D, contro le sei settimane del procedimento classico. Una volta stampato, viene inviato all’oculista per gli ultimi lavori di rifinitura, per essere lucidato e adattato con la prova sul paziente.

Un aiuto per stare meglio con se stessi

Il primo paziente, Steve Verze, è molto contento del risultato. Oltre a essere funzionale per mantenere alcuni movimenti dell’occhio, la protesi potrebbe portare un miglioramento estetico che è collegata al benessere psicologico della persona.

Ho bisogno di una protesi oculare da quando avevo 20 anni e mi sono sempre sentito a disagio a riguardo – ha raccontato Steve -. Quando esco di casa, spesso mi osservo una seconda volta allo specchio e quello che vedo non mi piace. Il nuovo occhio ha un aspetto fantastico e, dato che è basato sulla tecnologia di stampa digitale in 3D, sarà nel tempo sempre più performante”.
Accorciare i tempi

Inoltre i benefici non riguarderebbero solo il singolo. La riduzione dei tempi di produzione, oltre ad accorciare le liste di attesa, potrebbe avvantaggiare anche le strutture sanitarie e gli specialisti che avrebbero più tempo a disposizione. “Ci auguriamo – commenta Mandeep Sagoo, parte del gruppo del Moorfields Eye Hospital e docente di oftalmologia nello stesso ospedale e presso la University College di Londra – che il prossimo trial clinico fornisca solide prove della validità della nuova tecnologia, mostrando quanto riesce a fare la differenza per i pazienti. Presenta chiaramente delle potenzialità nel ridurre i tempi di attesa”.

Fonte: Wired.it

Commenti