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BCC: in arrivo la candidatura di Cassa Centrale Banca. Ora inizia la campagna acquisti

BCC: in arrivo la candidatura di Cassa Centrale Banca. Ora inizia la campagna acquisti

È in arrivo in queste ore la candidatura di Cassa Centrale Banca a seconda Capogruppo per le banche del credito cooperativo italiano. La riforma d

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È in arrivo in queste ore la candidatura di Cassa Centrale Banca a seconda Capogruppo per le banche del credito cooperativo italiano. La riforma del Governo Renzi voleva spingere il sistema delle BCC verso l’integrazione in modo da rafforzare la stabilità del comparto. All’iniziale progetto di creare un’unica Capogruppo, nei mesi scorsi, si è concretizzata l’ipotesi di affiancarne una seconda. A gennaio Bankitalia ha deciso di accelerare chiedendo alle BCC interessate a svolgere il ruolo di capogruppo di formalizzare le candidature entro il 31 gennaio 2017. Iccrea Holding, la capogruppo promossa dall’associazione che raggruppa le BCC, Federcasse, ha formalizzato la sua candidatura. Ma nelle prossime ore (entro domani) è scontato l’arrivo della candidatura di Cassa Centrale Banca guidata da Giorgio Fracalossi.

A quel punto partirà la campagna acquisti. Le due capogruppo dovranno incontrare le oltre 300 BCC italiane per cercare di convincerle a unirsi alla squadra. In base al numero finale di adesioni verrà calcolato il capitale che ciascuna di queste banche dovrà mettere a disposizione per partecipare all’avventura che inizierà ufficialmente nel 2018.

La riforma delle BCC

Facciamo un breve passo indietro. Nell’aprile 2016, dopo tante polemiche, la riforma del sistema delle Banche del credito cooperativo è diventata legge. L’obiettivo del Governo Renzi era da una parte il rafforzamento del credito cooperativo e dall’altra la difesa della sua vocazione mutualistica e di sostegno al tessuto economico del territorio.

In breve, la riforma obbliga le BCC ad aderire ad una capogruppo, cioè una BCC abbastanza grande da avere un patrimonio minimo di un miliardo. Lo scatenarsi delle polemiche intorno all’obbligo di adesione, ha convinto il Governo a introdurre una sorta di via d’uscita: le BCC con con almeno 200 milioni di patrimonio possono scendere dalla giostra della riforma scegliendo la way out cioè pagando allo Stato il 20% delle proprie riserve e deliberare la trasformazione in SPA. Il termine per fare questa scelta è stato fissato nei 60 giorni successivi all’approvazione della riforma delle BCC. La prima banca a chiamarsi fuori è stata la toscana Banca di Cambiano che ha deciso di sfruttare la strada della way out, ma ha anche annunciato ricorso contro l’obbligo di versare il 20% delle riserve. Per coloro che non hanno voluto o potuto scegliere di uscire, ora non resta che decidere a quale capogruppo aderire.

Bankitalia accelera sulla creazione delle capogruppo

Nei primi giorni del nuovo anno Bankitalia ha deciso di procedere verso la conclusione della riforma delle BCC procedendo a tappe serrate. Con una comunicazione Bankitalia ha chiesto agli “intermediari che intendono assumere il ruolo di capogruppo” di darne “comunicazione entro gennaio 2017 sia alla stessa Banca d’Italia che all’intero sistema delle BCC”, nonostante ci sia tempo fino a maggio 2018 per presentare le istanze.

In una comunicazione inviata alle BCC Bankitalia “raccomanda” anche agli istituti di deliberare “a quale gruppo intendano aderire” con l’approvazione dei bilanci 2016 e a darne comunicazione “entro 10 giorni”.

La candidatura di Iccrea holding

Sfumata l’ipotesi di creare un’unica capogruppo, Iccrea Holding ha subito risposto all’appello di Bankitalia presentando la sua candidatura. In opposizione, nelle prossime ore, arriverà quella del gruppo trentino.

Iccrea Holding, BCC di secondo livello, è la capogruppo promossa da Federcasse. Può già contare su un patrimonio netto di 1,7 miliardi di euro e su un capitale libero di circa 500 milioni, oltre la soglia prevista dalla normativa.

In una lettera all’organo di vigilanza Iccrea ha allegato un piano che “illustra nel dettaglio le azioni che verranno intraprese per assicurare il rispetto, in un arco di tempo definito e contenuto, di tutti i requisiti, sia di patrimonio netto, previsti dalla normativa”. Iccrea punta a “completare l’intero percorso previsto dalla normativa e di presentare l’istanza all’Organo di Vigilanza entro il 2017”, ben prima della scadenza del 2018 prevista.

In arrivo Cassa Centrale Banca

Quando la riforma del credito cooperativo era ancora alle battute iniziali, l’ipotesi più gettonata vedeva la nascita di un’unica capogruppo sostenuta dal sistema federale delle BCC. Poi dalla richiesta di un gruppo di BCC che si sono autodefinite virtuose, in opposizione al sistema romano che ruota intorno ad Iccrea Holding, si è concretizzato anche il progetto di Cassa Centrale banca. A fine dicembre la trentina ha ufficializzato la decisione di raccogliere le istanze contrarie a Iccrea holding proponendosi come secondo capogruppo.

Da sciogliere il nodo del patrimonio che secondo la riforma deve superare il miliardo di euro. Con la formalizzazione della candidatura infatti, Cassa Centrale banca dovrà presentare un piano solido basato su un patrimonio di almeno un miliardo.

Parte la campagna acquisti

Il 31 gennaio scade il termine indicato da Bankitalia per formalizzare le candidature delle capogruppo. Poi inizierà la campagna acquisti tra le BCC che hanno l’obbligo entro il 31 dicembre 2017 di aderire ad uno dei due schieramenti. In Italia a fine 2016 erano circa 320 le BCC italiane. Ad oggi da Cassa centrale banca fanno sapere che le BCC intenzionate ad aderire alla capogruppo trentina sono poco più di 100. In base alle adesioni definitive, sarà calcolata la quota di capitale che ogni BCC dovrà versare al sistema e le caratteristiche dei due schieramenti. La battaglia per la supremazia di questo comparto bancario è soltanto all’inizio.

 

 

it.ibtimes.com

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