Per fortuna il tentativo della “vecchia politica” è stato respinto. Voleva, in qualche modo, rimettere indietro le lancette dell’orologio. Estrometter
Per fortuna il tentativo della “vecchia politica” è stato respinto. Voleva, in qualche modo, rimettere indietro le lancette dell’orologio. Estromettere dalle proprie fila un alieno, rispetto alle tradizionali liturgie del solito teatrino. Costringere il presidente del Consiglio, Mario Draghi, se non proprio a gettare la spugna, almeno a subire un processo di normalizzazione. Come? Togliendoli dal Quirinale quel sostegno politico, che aveva segnato il suo viatico istituzionale. Dopo gli anni trascorsi negli ovattati salotti della finanza internazionale.
E così é stato, altro che gossip e pettegolezzi. La verità è che di fronte a politici apparentemente consumati, che hanno portato allo sbaraglio i propri associati, è prevalsa, invece, l’idea di difendere la necessaria continuità istituzionale. Grazie anche al supporto ed all’azione impensabile della maggior parte dei “senza terra”: di quei backbencher (parlamentari senza incarichi) che, operando contro le indicazioni dei rispettivi leader, sono stati gli artefici veri del bis di Sergio Mattarella.
Tutto bene, quindi? Al contrario. Ma le difficoltà non deriveranno dalle reazioni delle vecchie élites politiche, costrette, come saranno, ad elaborare il lutto e meditare sulle sconfitte subite, ma dalla complessità di una situazione economica e finanziaria che si preannuncia difficile: sia sul piano interno che su quello internazionale. Ed alla quale bisognerà far fronte. Ma come? Con più governo o con più politica? Con più decisioni, tecnicamente fondate o brillanti dibattiti parlamentari sui massimi sistemi?
E quale sarà la reazione dei backbencher di fronte ai rischi incombenti? Seguiranno le indicazioni dei loro capi e capetti, oppure – come accadde alla Dc di Gerardo Bianco – pretenderanno concretezza nelle eventuali reazioni, al fine di non aggravare la situazione? Come si vede le incertezze sono tante. Ma ci sono anche elementi di conforto: a partire dalla forte ripresa economica dell’anno appena trascorso. Lunedì l’Istat fornirà i dati definitivi sulla crescita del Pil 2021. Sarà seconda solo a quella francese. Fin da adesso, poi, si conoscono elementi che lasciano ben sperare.
È la dimostrazione del fatto che non si deve continuare ad evocare solo il dato del debito pubblico italiano. Occorre, invece, spiegare ai mercati il gioco delle luci e delle ombre, che caratterizzano la realtà del Paese. Ma chi è più in grado di compiere questa missione? Forse, con tutto il rispetto, il duo Conte-Casalino? Oppure l’ex presidente della Bce, la cui autorevolezza è riconosciuta a livello mondiale e, la cui presenza, dà forza alla politica italiana?
Fonte: Formiche.net