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Il mercato non apprezzerebbe una fusione tra Leonardo e Fincantieri, per più di un motivo, spiega Akros

Primo, nascerebbe un conglomerato penalizzato da uno sconto; secondo, all'assemblea si rischia di non avere abbastanza voti per approvare il merger; terzo, si può migliorare la cooperazione senza un coinvolgimento azionario. Quarto, periodo di riflessione per il nuovo ad di Fincantieri sul modello di business. Titoli a due velocità in borsa

Il mercato non apprezzerebbe una fusione tra Leonardo e Fincantieri, per più di un motivo, spiega Akros

Il matrimonio tra Leonardo e Fincantieri non s'ha da fare per più di un motivo, a detta di Banca Akros. Ancora una volta il ceo del colosso italiano d

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Il matrimonio tra Leonardo e Fincantieri non s’ha da fare per più di un motivo, a detta di Banca Akros. Ancora una volta il ceo del colosso italiano della Difesa, Alessandro Profumo, ha affermato che l’aggregazione con Fincantieri non genererebbe sinergie e sare: Fincantieri costruisce sia navi da crociera che navi militari e trae sinergie da queste due attività, mentre non sembra che ci siano sinergie tra la costruzione di navi e lo sviluppo dell’elettronica per la difesa. A Piazza Affari il titolo Leonardo sale dello 0,79% a 9,978 euro, viceversa Fincantieri perde lo 0,95% a 0,5735 euro. In un’intervista su Repubblica, Profumo ha detto di essere convinto che la collaborazione tra le due società vada rafforzata perché quando si va all’estero ci si può muovere in maniera più coordinata ( Leonardo fornisce l’elettronica e  Fincantieri la parte navale), ma ha ribadito di non vedere particolari sinergie da un’eventuale fusione, “mi sembrerebbe un uso sbagliato del tempo”, ha detto l’ad.

Uno scenario, quest’ultimo, rilanciato proprio ieri dal Ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti, che, durante una visita presso Fincantieri, ha parlato dell’ipotesi di “un polo militare italiano” e tutti, naturalmente, hanno pensato al duo Leonardo- Fincantieri. “Le dichiarazioni di Profumo relative a Fincantieri ribadiscono quanto detto in passato per cui riteniamo resti uno scenario improbabile anche se su decisioni di questo tipo pesa la volontà politica”, ha commentato Equita Sim.

Più netta Banca Akros che non crede che il mercato finanziario apprezzerebbe un “riavvicinamento” tra Leonardo e Fincantieri per più di un motivo. In primis, Leonardo è un’azienda quasi puramente aerospaziale e di difesa, mentre Fincantieri dipende dal settore delle navi da crociera per circa il 75% dei suoi ricavi. Quindi, le due società insieme creerebbero un conglomerato che sarebbe penalizzato da uno sconto. In secondo luogo, il Tesoro italiano detiene “solo” il 32% di Leonardo e il 70% di Fincantieri; ciò significa che l’azionista di riferimento di Leonardo potrebbe non avere abbastanza voti all’assemblea straordinaria degli azionisti per approvare la fusione con Fincantieri. Terzo, le due società possono migliorare la loro cooperazione (il rapporto non è stato al 100% “amichevole” nel corso degli anni) senza alcun tipo di coinvolgimento azionario.

Un deal per Oto Melara resta possibile 

Per quanto riguarda Oto Melara (produttore di cannoni, torrette, carri armati e cingolati) Profumo ha spiegato che le ipotesi di aggregazione non dipendono solo da Leonardo, ma richiedono riflessioni più allargate a livello di sistema paese, individuando le capacità che si vogliono tutelare. Equita ritiene che un deal sia possibile, in attesa del riscontro da parte dei governi di Francia e Germania su alcuni programmi comuni. Il piano di Leonardo di trovare un acquirente per le divisioni Oto Melara e Wass è stato messo in standby nel contesto della crisi causata dall’invasione russa dell’Ucraina. A dicembre Leonardo aveva detto di aver ricevuto due manifestazioni di interesse per Oto Melara e Wass, specializzata in cacciatorpedinieri, e di essere in attesa delle offerte vincolanti. Sia il consorzio franco-tedesco KMW+Nexter Defence Systems (Knds) sia Fincantieri hanno espresso interesse per le due divisioni.

L’ordine di 6 elicotteri da Uk, Italia e Germania per Mediobanca Securities vale poche decine di milioni euro

Nel frattempo, la leadership di Leonardo nel mercato mondiale degli elicotteri bimotore per trasporto Vip/corporate continua a crescere con nuovi ordini annunciati ieri a Ebace (The European Business Aviation Convention & Exhibition, che si tiene da oggi al 25 maggio a Ginevra) e comprendenti tre AW109 GrandNew, un AW109 Trekker e due AW139 con consegne nel Regno Unito, in Italia e in Germania previste tra il 2022 e il 2023. Sloane Helicopters, distributore ufficiale di Leonardo per il Regno Unito e l’Irlanda, ha ordinato tre AW109 GrandNew con consegne previste nella seconda metà del 2023 e che si aggiungono ai tre elicotteri dello stesso tipo acquistati a inizio marzo. Leonardo vanta una presenza consolidata nei due paesi in qualità di primo costruttore di elicotteri bimotore per trasporto Vip.

Leonardo non ha rivelato il valore finanziario dell’ordine. Mediobanca Securities crede che potrebbe essere nell’intervallo di poche decine di milioni euro. In quanto tale, “rappresenterebbe una piccola notizia positiva per il gruppo su cui manteniamo il rating outperform e il target price a 11,50 euro”, ha precisato Mediobanca Securities. Pur rappresentando poco più dell’1% della raccolta ordini totale del gruppo della divisione elicotteri, secondo le stime dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo (rating add e target price a 11,1 euro), “gli ordini confermano la leadership di  Leonardo con una quota di mercato del 45% nel mercato degli elicotteri multimotore Vip/corporate”, ha aggiunto l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo, apprezzando l’ulteriore segnale della progressiva ripresa del comparto civile della divisione. Invece, Equita Sim ha un rating buy e un target price a 11 euro su Leonardo, hold e un prezzo obiettivo a 0,67 euro su Fincantieri.

Fonte: Milano Finanza

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