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Draghi: “L’ordine economico globale sta cambiando, porta sfide per la politica”

“La natura degli shock che le nostre economie devono affrontare cambierà"

Draghi: “L’ordine economico globale sta cambiando, porta sfide per la politica”

Fonte: Novanews.it La fase di profondo cambiamento che sta caratterizzando l’ordine economico globale a causa dei conflitti, della pandemia e del c

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Fonte: Novanews.it

La fase di profondo cambiamento che sta caratterizzando l’ordine economico globale a causa dei conflitti, della pandemia e del cambiamento climatico, porta con sé profonde sfide in termini di politica economica. Lo ha detto Mario Draghi, ex presidente del Consiglio ed ex presidente della Banca centrale europea (Bce), parlando alla 40ma conferenza annuale della National Association for Business Economics (Nabe), durante la quale ha ricevuto il premio Paul Volcker alla carriera per la politica economica. “La natura degli shock che le nostre economie devono affrontare cambierà: è probabile che si presentino shock di offerta negativi più frequenti, irregolari e ampi, che emergeranno non solo da nuove frizioni nell’economia globale, ma ancora di più dalle politiche economiche che metteremo in atto per mitigare queste frizioni”, ha detto.

“Un cambiamento nella strategia di politica economica complessiva è necessario per stabilizzare il potenziale di crescita e ridurre la volatilità dell’inflazione. Questo cambiamento dovrà concentrarsi sul completamento delle transizioni in corso sul lato dell’offerta, ma anche sullo stimolo alla crescita della produttività, campo in cui una ampia adozione dell’intelligenza artificiale potrebbe essere d’aiuto”, ha detto, sottolineando la necessità di un mix di politiche adeguate per raggiungere questi obiettivi. “Un costo del capitale sufficientemente basso per anticipare la spesa per gli investimenti, una regolamentazione finanziaria che sostenga innovazione e riallocazione del capitale, e politiche di concorrenza che facilitino gli aiuti di Stato”, ha spiegato.

“La politica fiscale sarà chiamata a incrementare gli investimenti pubblici per soddisfare la gamma delle nuove esigenze, i governi dovranno affrontare le disuguaglianze in materia di ricchezza e reddito: ed è probabile che si troverà a dover svolgere anche un ruolo di stabilizzazione, precedentemente attribuito alla politica monetaria”, ha detto.

La globalizzazione, contrariamente alle aspettative iniziali, non è riuscita a diffondere i valori liberali di democrazia e libertà, che non sempre viaggiano sullo stesso piano: anzi, li ha indeboliti nei Paesi che ne erano stati i principali sostenitori, finendo per alimentare la crescita di forze che guardano maggiormente alla dimensione interna” ha aggiunto.

“Le persone chiedevano una distribuzione più equa dei benefici della globalizzazione, e una maggiore attenzione alla crescita economica: e per ottenere questi risultati si aspettavano un uso più attivo della pratica di governo”, ha spiegato, aggiungendo che nelle comunità occidentali si è diffusa la percezione che i cittadini fossero coinvolti in una “partita falsata”, in cui milioni di posti di lavoro vengono spostati altrove mentre i governi e le aziende restano indifferenti.

La guerra in Ucraina “ha evidenziato i pericoli di una dipendenza eccessiva, per input essenziali, da partner commerciali grandi e non affidabili che minacciano i nostri lavori. La guerra di aggressione ci ha indotto a ripensare non solo a dove acquistiamo i beni, ma anche da chi”, ha detto. “L’Ucraina sarebbe uno dei membri più grandi dell’Unione europea, con tante risorse ma anche con un enorme bisogno di ricostruzione dopo la guerra”, ha detto, aggiungendo che il rischio, dopo il conflitto con la Russia, è quello di “lasciare l’Ucraina da sola”, perché la ricostruzione è “sempre una opportunità”.

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