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GEOPOLITICA DI TRUMP- Prof. Massimo Merlino

GEOPOLITICA DI TRUMP- Prof. Massimo Merlino

Il principale terreno del fallimento di Obama è stata la sua (non) visione geopolitica: prima ha puntato tutto sul Pacifico abbandonando l’Europa,

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Il principale terreno del fallimento di Obama è stata la sua (non) visione geopolitica: prima ha puntato tutto sul Pacifico abbandonando l’Europa, poi ha esaltato le cosiddette “primavere arabe”,

puntando con Israele alla polverizzazione degli stati arabi del 1918, poi è tornato in Europa lasciando mano libera ai fascisti ucraini e spingendo la NATO contro la Russia. In ciascuna di queste linee di azione è stato teorico, ipocrita, debole e irresoluto, tutto cioè fuor che leader da premio Nobel per la pace o da difensore della civiltà occidentale.

Con Trump, pronunciare alla tedesca prego, non all’inglese, si assisterà ad un ritorno al multipolarismo Kissingeriano, unico modo di gestire il mondo di oggi, cioè di fatto alla classica Realpolitik dei rapporti di forza e degli interessi delle diverse aree sociopolitiche.

Si tornerà alla strategia di dominio dell’anello marittimo di Spike, o della regina Vittoria nella prima globalizzazione dell’800, ma con un occhio alle teorie di Haushofer sul Nord-Sud del mondo e al Clash of Civilization di Huntington per gli aspetti ideologico religiosi. Lo Heartland euroasiatico resterà saldo monopolio russo senza false alleanze sino-russe,  antistoriche e inventate sull’assedio NATO alla Russia, sempre con meta le risorse siberiane. Il Medio Oriente tornerà ad una pace armata quadrangolata tra USA-Russia-Israele-Iran, col riconoscimento di potenza regionale su basi storico geopolitiche alla Persia, e accodamento turco.

Tutto questo per la lucidità degli strateghi militari e civili, finalmente liberati dai pregiudizi buonistico moralistici obamiani e dalla “terza via” clintoniana e blairiana.

Il mondo ha bisogno di equilibrio e stabilità e ciò si ottiene col bilanciamento delle tensioni e pressioni geopolitiche che operano da sempre in epoca storica, non con improvvisati universalismi di bandiera cattolica o comunista, che hanno lasciato solo strascichi di sangue e creato il fenomeno mafioso dell’immigrazione, terribile business di traffico di umani e organi, più terrificante dello schiavismo arabo e americano del ‘700.

Trump lascerà mano libera agli esperti e personalmente saprà negoziare al meglio da buon imprenditore i necessari compromessi multipolari che faranno respirare il mondo, focalizzando nel contempo le sue politiche economiche sugli USA, che ne hanno un grande bisogno.

E’ chiaro che la globalizzazione a queste velocità ha distrutto l’Occidente tutto a favore degli asiatici ex poveri e oggi più ricchi di noi, negoziando si potrà ribilanciare il processo, facilitati anche dai costi che in Asia esplodono e che vanno assecondati con adeguati incentivi fiscali al ritorno all’Ovest di molte imprese di punta. Questo è il tema strategico per gli USA, il cui dominio mondiale va basato su innovazione e finanza, non su ridicoli reparti NATO di europei che si deve solo sperare non si sparino tra loro. Oltre naturalmente ai solidi vantaggi negli armamenti da mantenere o da ridurre in modo concordato con gli altri 5 o sei grandi attori mondiali.

a cura del prof. Massimo Merlino – Presidente Banca CIS

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