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Leonardo, Thales Alenia Space blocca per forza maggiore il progetto sui satelliti di Gazprom

Sospesa anche la missione su Marte con l’agenzia di Mosca, che secondo i sindacati è stata rinviata al 2026-2028

Leonardo, Thales Alenia Space blocca per forza maggiore il progetto sui satelliti di Gazprom

Gazprom non è l'unica a far valere la forza maggiore per giustificare la mancata consegna di gas all'Europa, nella cornice delle sanzioni occidentali

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Gazprom non è l’unica a far valere la forza maggiore per giustificare la mancata consegna di gas all’Europa, nella cornice delle sanzioni occidentali a Mosca. La stessa clausola è stata invocata dall’italiana Thales Alenia Space proprio nei confronti del colosso russo, per sospendere un progetto sui satelliti, nella speranza però di poterlo riprendere. Per ricostruire la storia, occorre partire dall’ultima relazione semestrale di Leonardo che, nell’area dedicata alla divisione “spazio”, svela di essere stata costretta, “con riferimento al business manifatturiero”, a svalutare rilevando “oneri per rischi” un non meglio precisato “contratto verso la Russia, a causa del conflitto in corso” in Ucraina.

Trattandosi di business manifatturiero dello spazio, il pensiero corre subito a Thales Alenia Space, vale a dire la società comune tra Leonardo (33%) e Thales (67%) che affianca soggetti pubblici e privati nella progettazione di sistemi satellitari che forniscono “connessione e posizionamento ovunque e in qualsiasi luogo”, come spiega il sito web della joint venture. E infatti, nella sezione del bilancio del 2021 di Thales Alenia Space dedicata ai fatti salienti del 2022, si scopre che la società ha notificato al cliente Gazprom Space Systems l’evento di forza maggiore sul contratto per la realizzazione di un centro di assemblaggio, collaudo e test di satelliti nella città di Shchelkovo (Regione di Mosca). Thales Alenia Space avrebbe dovuto completare il progetto insieme con il gruppo di costruzioni Rizzani de Eccher, che nel 2019 attribuiva al contratto un valore di 147 milioni.

Proprio il Gruppo de Eccher aveva fatto sapere che i lavori erano già in ritardo nel 2020, a causa “dell’impatto della pandemia sui principali fornitori di materiale specialistico”. Poi, dopo l’invasione della Russia, si è messa di mezzo anche la guerra in Ucraina. Che, come spiega dettagliatamente Thales Alenia Space, tramite il canale delle sanzioni, ha impedito sia l’esportazione di tutta una serie di apparecchiature, tra cui criopompe, inverter e assorbitori, sia le attività di installazione.

“A seguito dei contatti avuti con Gazprom Space Systems e Rizzani de Eccher – fa sapere la società di Thales e Leonardo nell’ultimo bilancio – la sospensione del progetto per forza maggiore sembra essere la soluzione provvisoria che potrebbe soddisfare l’interesse del progetto”. Nella speranza, da quel che si evince da queste parole, di poterlo un domani portare avanti.

C’è di più: tra conflitto ucraino e sanzioni, l’Agenzia spaziale europea (Esa) ha sospeso la sua omologa russa Roscosmos dal programma di esplorazione su Marte Exomars, cui prende parte anche Thales Alenia Space. Una decisione che ha inferto un duro colpo alle attività, essendo Roscosmos fornitrice del veicolo di atterraggio (lander) della missione. Anche in questo caso, però, l’intenzione sembra essere quella di riprendere i lavori. “Il programma Exomars per l’esplorazione di Marte prevista per quest’anno è stato rinviato al 2026-28, in attesa di poterlo ripianificare con altre infrastrutture”, spiegava in una nota il sindacalista della Uilm, Guglielmo Gambardella, dopo un recente incontro coi vertici di Thales Alenia Space.

Fonte: Repubblica.it

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