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Il commercio globale passa per i “choke point”: perché sono così importanti a livello geopolitico?

I "choke points", detti colli di bottiglia, sono passaggi di mare stretti e obbligati in cui le navi devono passare per potersi spostare tra mari e oceani diversi. Chi li controlla, controlla il commercio globale. Vediamo quali sono. continua su: https://www.geopop.it/il-commercio-globale-passa-dai-choke-points-cosa-sono-e-perche-sono-essenziali-in-geopolitica/

Il commercio globale passa per i “choke point”: perché sono così importanti a livello geopolitico?

Fonte: Geopop.it L’acqua ricopre più del 70% della superficie terrestre. Non bisogna stupirsi, quindi, che gli esseri umani fin dall’antichità abbi

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Fonte: Geopop.it

L’acqua ricopre più del 70% della superficie terrestre. Non bisogna stupirsi, quindi, che gli esseri umani fin dall’antichità abbiano sfruttato i mari per sviluppare le proprie civiltà e che, ancor oggi, la maggior parte degli scambi commerciali avvenga via mare. Le rotte delle navi per spostarsi da un mare a un altro, però, non sono né infinite né libere: passano per alcuni tratti e punti obbligati, di enorme importanza geopolitica, chiamati in inglese choke points (in italiano potremmo dire “colli di bottiglia”), controllati oggigiorno dagli Stati Uniti. Vediamo quali sono, dove si trovano e perché il loro controllo è fondamentale per gestire il commercio mondiale.


Cosa sono i choke points

I choke points, in italiano colli di bottiglia, sono dei canali e degli stretti, naturali o artificiali, che rappresentano dei punti di passaggio obbligati. Possono essere marittimi o anche terrestri. Rivestono un’importanza non indifferente, perché chi li controlla può influenzare gli assetti geopolitici ed economici mondiali.

Sono quattro i choke points marittimi maggiormente strategici per le rotte commerciali: lo Stretto di Malacca, nel sud est asiatico, lo Stretto di Hormuz, fra Golfo Persico e Golfo di Oman, il Canale di Panama, che taglia in due l’America centrale, e il Canale di Suez, che collega il Mediterraneo con il Mar Rosso.

Mappa degli otto principali choke points mondiali

A questi quattro choke points, se ne possono aggiungere altri quattro di grande importanza: lo Stretto di Gibilterra, di passaggio tra il Mar Mediterraneo e l’oceano Atlantico, l’accoppiata Bosforo e Dardanelli, che permette il collegamento tra Mediterraneo e Mar Nero, lo Stretto di Bab-el-Mandeb, tra Mar Rosso e Golfo di Aden, e il Capo di Buona Speranza, sulla punta meridionale dell’Africa. Esistono poi numerosi choke points secondari, tra cui lo Stretto di Sicilia, fondamentale per la strategia geopolitica italiana nel Mediterraneo.

 

Chi controlla i choke points

Quando è stato scoperto il continente americano per gli Stati europei (e non solo) è diventato ancora più importante sapere costruire navi per attraversare gli oceani e commerciare. Più alta era questa capacità, più grande era la ricchezza che il Paese riusciva a ottenere. Dal Settecento in poi, uno Stato in particolare ha dominato il mondo tramite il mare per più di due secoli: l’Inghilterra. La sua flotta era la più potente del mondo e aveva basi e colonie ovunque per potersi muovere velocemente e sfruttare al massimo le risorse degli Stati sotto il suo controllo. L’Inghilterra era quella che si definisce una “talassocrazia”, una potenza che esprime se stessa anzitutto tramite il dominio del mare.

Più di un secolo fa, però, un altro Stato si rese conto di avere tutte le caratteristiche adatte per potersi espandere e controllare il mondo tramite i mari: gli Stati Uniti d’America. Il Paese a stelle e strisce, infatti, ha una posizione ottimale a livello geografico per dominare i mari: si trova in mezzo ad Asia ed Europa e si affaccia sugli oceani più vasti del Pianeta.

Nel corso della prima metà del Novecento gli USA espansero sempre di più la propria area d’influenza e dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale erano diventati la prima potenza mondiale, soprattutto grazie alla loro capacità di dominare mari e oceani e al contemporaneo declino dell’impero britannico. Da allora gli USA sono strenui difensori della libertà di navigazione, che definiscono un “bene geopolitico primario”, e fanno in modo che le rotte marittime siano sempre sicure e protette (anzitutto, va detto per il loro interesse).

 


Come vengono controllati i choke points

Per mantenere ed esercitare il controllo su mari e oceani, una potenza marittima deve avere basi e punti di approdo sparsi per tutto il Pianeta. Come l’Inghilterra aveva le sue colonie, gli USA hanno circa 800 basi in più di 70 Paesi del globo. Non solo: presidiano i loro mari e anche le acque internazionali con le proprie flotte.

I choke points, come abbiamo detto, rivestono una grande importanza per dominare le rotte marittime, sia dal punto di vista commerciale che militare, ed è proprio lì che gli Stati Uniti sono più presenti. In tutti gli 8 principali choke points mondiali sono presenti imbarcazioni della flotta USA.

Per fare un esempio, lo Stretto di Malacca, fondamentale per la competizione con la Cina, è presidiato dalla settima flotta USA. Singapore, che si affaccia sullo Stretto, ha chiesto proprio agli Stati Uniti di sorvegliarlo, e lì Washington ha costruito la più grande base militare in Asia. Ci sono portaerei, navi e aerei militari che con la loro elevata tecnologia sorvegliano ciò che avviene nello Stretto e contemporaneamente, in caso di emergenza, possono raggiungere la regione del Golfo Persico in 24 ore.

Il riscaldamento globale e le rotte artiche

Negli ultimi quarant’anni il riscaldamento climatico ha portato al progressivo scongelamento dei ghiacci artici durante l’estate. Questo ha permesso l’apertura stagionale di nuove rotte commerciali. Nel 2017 la Russia ha inaugurato la rotta transpolare per arrivare in Cina e in Nord Europa. Inoltre esistono il Passaggio a nord-ovest per le coste americane e canadesi e il Passaggio a nord-est in Russia.

In generale, per il momento si tratta di rotte quasi inutilizzate, a causa delle difficoltà concrete nel percorrerle e dei limiti stagionali. Inoltre l’Artico è un territorio conteso tra varie potenze, Russia e Stati Uniti in primis. È però probabile che con un ulteriore aumento delle temperature, le rotte settentrionali possano diventare sempre più attrattive per i commerci perché permetterebbero di ridurre tempi e costi rispetto ai tragitti attuali.

 

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