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Oltre 2.000 miliardi riciclati: piovono forti vendite su tutte le banche europee

Dopo la notizia che Hsbc, Standard Chartered, Deutsche Bank, JP Morgan e Bank of NY Mellon sono coinvolte in un mega scandalo legato a denaro di provenienza illecita assieme ad altri istituti, il settore cade. Il timore delle multe miliardarie

Oltre 2.000 miliardi riciclati: piovono forti vendite su tutte le banche europee

Lo spettro del riciclaggio torna sulle più grandi banche mondiali. Questa mattina erano dapprima emersi i nomi di due gruppi inglesi, Hsbc, il maggior

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Lo spettro del riciclaggio torna sulle più grandi banche mondiali. Questa mattina erano dapprima emersi i nomi di due gruppi inglesi, Hsbc, il maggiore istituto europeo per asset, pari a 2.419 miliardi di euro a fine 2019 secondo S&P Global e una capitalizzazione di 402 miliardi di sterline e Standard Chartered. Poi anche quelli di JP Morgan (il maggiore istituto con sede negli Usa), Deutsche Bank, Bank of New York Mellon, Barclays, Societe Generale, State Street, Commerzbank e China Investment Bank.

Infatti Hsbc e Standard Chartered (10,91 miliardi di sterline di market cap), quotate sia a Londra che Hong Kong, hanno registrato forti cali fin dalle contrattazioni sull’Hang Seng in Asia, che hanno visto la prima la prima perdere il 3,8% toccando i minimi del 1995 e la seconda il 5,91%.

La notizia ha avuto, col trascorrere delle ore, un effetto contagio su tutto il settore finanziario europeo: HSBC cede a Londra il 6,15%, Standard Chartered il 5,5%, Barclays l’8,25%, Deutsche Bank l’8,25%, Commerzbank il 5,9%, Intesa quasi il 5%, Unicredit il 6%, Banco Bpm il 6%, SocGen il 7%, Bnp Paribas il 6,6%.

Alcuni media, fra cui l’International Consortium of Investigative Journalists, autore dei Panama Papers, hanno scritto che diversi grandi istituti finanziari hanno mosso, per circa vent’anni, ingenti somme di denaro probabilmente di natura illecita, nonostante fossero stati chiaramente avvertiti dell’irregolarità delle operazioni. Del resto Hsbc e Standard Chartered, per esempio, non sono estranei a vicende come queste. Infatti nel dicembre del 2011 Hsbc Holdings aveva accettato di pagare una multa record di 1,92 miliardi di dollari alle autorità statunitensi per aver riciclato un fiume di denaro proveniente per esempio dalla droga di origine messicana.

Standard Chartered, invece, nell’aprile del 2019 era stata condannata a pagare 1,1 miliardi di dollari dalle autorità statunitensi e britanniche su accuse di controlli sulla provenienza del denaro e per la violazione delle sanzioni contro diversi Paesi, incluso l’Iran. La banca britannica aveva accettato di pagare 947 milioni di dollari alle agenzie americane, incluso il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, in base alle accuse di aver violato le sanzioni contro una serie di Paesi incluso l’Iran. In parallelo è stata multata di 102 milioni di sterline dalla Financial Conduct Authority britannica per violazioni della normativa sull’antiriciclaggio che includevano carenze nei controlli finanziari sull’antiterrorismo in Medio Oriente. Questa è stata la seconda più grande multa mai inflitta dall’autorità di regolamentazione britannica per i fallimenti sull’antiriciclaggio.

Le accuse, questa volta, formulate dall’agenzia di stampa americana BuzzFeed News, che le ha condivise poi con l’International Consortium of Investigative Journalists, si basano su documenti riservati relativi a oltre 2.000 miliardi di dollari di transazioni avvenute per lo più tra il 2011 e il 2017. I files contengono anche informazioni relative a operazioni avvenute in un periodo più ampio, che va dal 1999 al 2017, che erano state segnalate dai dipartimenti di compliance degli stessi istituti finanziari come sospette.

Il titolo Hsbc quotato a Hong Kong ha perso fino al 4,4% durante le contrattazioni del mattino, a 29,60 dollari di Hong Kong, i minimi dal maggio 1995, mentre StanChart ha ceduto fino al 3,8% a 35,80 dollari di Hong Kong, la peggiore perdita dal 25 maggio scorso. Le segnalazioni di operazioni sospette hanno dimostrato che le banche muovevano con una certa frequenza denaro facente capo a società registrate nei paradisi fiscali come le Isole Vergini britanniche senza conoscere tuttavia il titolare finale del conto, secondo quanto emerge dal report. I documenti sono stati archiviati da banche e altre società finanziarie presso il Financial Crimes Enforcement Network del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, o FinCEN e riguardano transazioni che ritengono possano essere parte di crimini finanziari.

Hsbc ha visto l’utile netto crollare nel primo semestre del 2020 del 77% a 1,98 miliardi di dollari da 8,51 miliardi di un anno prima, mentre Standard Chartered ha chiuso i sei mesi dell’anno in corso con un risultato netto di 1,066 miliardi di dollari da 1,496 miliardi del 2019. “Prendiamo con molta serietà la lotta alla criminalità finanziaria e abbiamo investito in modo sostanziale nei nostri programmi di controllo”, ha spiegato Standard Chartered al Wall Street Journal. Hsbc non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento, ma a Reuters ha poi precisato che “dal 2012 ha cominciato un viaggio di parecchi anni per rafforzare la sua capacità di combattere i crimini finanziari in oltre 60 giurisdizioni”.

Fonte : www.milanofinanza.it

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