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Come cresce l’economia messicana

Come cresce l’economia messicana

Storicamente agganciato all’andamento del blocco nordamericano, il Messico subisce in maniera minore le tensioni che attraversano oggi i Paesi eme

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A picture illustration shows Mexican pesos and U.S. dollars banknotes in Mexico City March 10, 2015. Mexico moved on Wednesday to stem a slide in the peso to record lows, selling a first $52 million tranche under plans to auction around $3 billion over the next three months and slowing the pace of reserve accumulation.The $52 million daily dollar auction, which has no minimum price, began on Wednesday and will last until June 8. After that, the currency commission said it would decide whether to continue the daily auction.The $52 million was sold on Wednesday morning at an average of 15.4525 pesos per dollar, the central bank said. Picture taken March 10, 2015. REUTERS/Edgard Garrido (MEXICO - Tags: BUSINESS) - RTR4SZZZ

Storicamente agganciato all’andamento del blocco nordamericano, il Messico subisce in maniera minore le tensioni che attraversano oggi i Paesi emergenti. Rispetto alla “Vecchia Europa”, il “Nuovo Mondo” è infatti ripartito davvero e la sua crescita economica sta tornando a essere dinamica.

 

Dopo il rallentamento registrato dall’economia messicana nel biennio 2012-2013, nel 2014 la crescita del PIL si è attestata oltre i due punti percentuali (+2,1%). Secondo il Fondo Monetario Internazionale, nel 2015 la crescita sarà del 3,2% e del 3,5% nel 2016, in linea con il trend di Stati Uniti e Canada.

Da qualche annola competitività dell’economia e dell’industria del Messico è in costante ascesa. Certamente incidono la particolare posizione geo-strategica del Paese, considerato che il Messico rappresenta un ponte tra il mercato nordamericano (NAFTA, North American Free Trade Agreement) e il mercato latinoamericano, i costi mediamente contenuti della manodopera con stipendi il 20% più bassi di quelli cinesi e il poter godere – oltre al NAFTA – di accordi di libero scambio in vigore con 45 paesi.

An aerial view shows a new KFELS B Class jackup rig acquired by state-owned petroleum giant Pemex during the 77th anniversary of the nationalization of Mexico's oil at the port of Dos Bocas in the Mexican state of Tabasco in this March 18, 2015 picture provided by the Presidency of Mexico. REUTERS/Presidency of Mexico/Handout via Reuters (MEXICO - Tags: POLITICS ENERGY BUSINESS ANNIVERSARY)  ATTENTION EDITORS - THIS PICTURE WAS PROVIDED BY A THIRD PARTY. REUTERS IS UNABLE TO INDEPENDENTLY VERIFY THE AUTHENTICITY, CONTENT, LOCATION OR DATE OF THIS IMAGE. FOR EDITORIAL USE ONLY. NOT FOR SALE FOR MARKETING OR ADVERTISING CAMPAIGNS. THIS PICTURE IS DISTRIBUTED EXACTLY AS RECEIVED BY REUTERS, AS A SERVICE TO CLIENTS - RTR4TYC9

Tutto ciò configura uno scenario che offre incoraggianti prospettive ai potenziali investitori, senza dimenticare il grande mercato interno: oltre 115 milioni di abitanti, di cui circa la metà con un’età inferiore ai 28 anni, e un ottimo potenziale di crescita legato all’innalzamento del livello di vita della popolazione e all’ampliarsi della classe ad alto e medio reddito.

 

Tra i protagonisti della rinascita economica messicana c’è l’attuale leader del governo, il presidente Enrique Peña Nieto. Da quando si è insediato nel 2012, Peña Nieto ha puntato a portare il Paese sulla via della modernizzazione attraverso riforme strutturali in molti settori dell’economia.

 

Nel corso del biennio 2013-14, sono state approvate riforme di portata costituzionale in diversi campi (istruzione, telecomunicazioni, concorrenza, fisco, finanza ed energia) proprio a testimonianza della determinazione nel voler incidere su quelle storiche rigidità che – secondo la visione di analisti e governanti – hanno tenuto imbrigliato per decenni il grande potenziale del mercato messicano.

La sfida è diminuire la dipendenza dalle entrate petrolifere e migliorare in qualità e quantità l’industria manifatturiera locale, oltre ad attrarre sempre di più l’interesse degli investitori stranieri come dimostra il lancio di due importanti progetti di crescita e investimenti infrastrutturali all’interno del Plan Nacional de Infraestructura. Il primo punta a duplicare la capacità del sistema portuale nazionale, passando da 260 a oltre 500 milioni di tonnellate l’anno. Il secondo, annunciato nelle ultime settimane, ha dato avvio alle gare per il primo pacchetto di lavori preliminari relativi alla costruzione del Nuovo Aeroporto Internazionale di Città del Messico: un progetto faraonico con un valore complessivo di oltre 10 miliardi di dollari, in cui il know how italiano in materia potrebbe fare la differenza e soddisfare certamente le esigenze del governo messicano. Occorre però fare presto. La concorrenza, come sempre, non starà a guardare a lungo.

Fonte: lookoutnews.it

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