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Comune di Trento: paga per chi va al lavoro in bici, un buon esempio di mobilità sostenibile

Si chiama "Bike to work" molto popolare nel Nord Europa. A Trento ha già aderito il 70% dei dipendenti pubblici: un piccolo indennizzo e uno sconto sull'abbonamento dei mezzi pubblici. Un patto anche con 32 aziende private

Comune di Trento: paga per chi va al lavoro in bici, un buon esempio di mobilità sostenibile

Fonte: Repubblica.it Il Comune di Trento paga chi va al lavoro in bici. La strada verso una mobilità sostenibile, non passa solo attraverso le pist

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Fonte: Repubblica.it

Il Comune di Trento paga chi va al lavoro in bici. La strada verso una mobilità sostenibile, non passa solo attraverso le piste ciclabili, ma anche attraverso incentivi economici ai lavoratori che lasciano a casa l’auto. Si chiama Bike to Work il progetto voluto dall’amministrazione comunale di Trento che ha deciso di concedere una piccola indennità sullo stipendio, oltre al 30% di sconto sul costo dell’abbonamento ai mezzi pubblici, per i dipendenti che scelgono la bicicletta negli spostamenti casa-lavoro. Sconto previsto anche per i lavoratori delle aziende private che hanno deciso aderito all’iniziativa.

Ma “Bike to Work” non è solo una scelta di sostenibilità, fa parte di un progetto ben più vasto del “Piano degli spostamenti casa – lavoro previsti per il 2024”, approvato nel dicembre scorso dall’amministrazione trentina e che ha come obiettivo quello di rendere più sicure le strade per bici e monopattini e incrementare l’uso dei mezzi pubblici.

Hanno già aderito 798 dipendenti del Comune (oltre il 70%), mentre sono 32 le aziende private che hanno predisposto il piano spostamenti casa-lavoro: 18 di loro hanno siglato un accordo con l’amministrazione. Coinvolti nel progetto più di 9mila lavoratori e i 15.761 studenti dell’Università di Trento, partner dell’iniziativa.

Non solo. In vista delle costruzione di una nuova sede del Comune verranno realizzati spogliatoi e docce per chi arriva in ufficio in bici. Con la convinzione che contro l’inquinamento cronico nelle nostre città la bicicletta è una delle soluzioni più efficaci, una via percorribile e auspicabile e va incentivata. Nel Piano sono dunque previste 13 azioni. Oltre a essere implementate le ciclovie urbane, verrà promosso il carpooling come sistema di mobilità alternativo e migliorato il trasporto pubblico locale.

Trento, capofila del “Bike to Work”

Tutto questo non nasce nel giro di poco tempo, ma è frutto di un impegno da parte dell’amministrazione che ha cercato di rispondere alle obiezioni sollevate dai cittadini durante una fase sperimentale. Si è così scoperto, durate gli incontri con i cittadini che uno dei motivi per cui molti di loro non venivano volentieri al lavoro in bici, era la paura di lasciarla per troppe ore in un luogo facilmente accessibile o non sorvegliato.

È bastato trovare un luogo riparato all’interno del Comune per convincerli. E anche la decisione di costruire spogliatoi e docce negli uffici per i dipendenti è stata la risposta ad un’altra richiesta. Non è tutto. È stato poi avviato un sistema di informazione interna attraverso cui il Comune condividerà con i dipendenti notizie relative alla mobilità sostenibile e incentivato il lavoro da remoto per qualche giorno la settimana. Attivo poi un forum trimestrale sulla mobilità sostenibile organizzato dallo stesso Comune di Trento. Incontri che vanno avanti già da oltre un anno a cui prendono parte categorie e tecnici.

“Stiamo lavorando per attivare un servizio di trasporto pubblico a chiamata – ha spiegato Giuliano Franzoi, mobility manager del Comune di Trento durante la conferenza stampa di presentazione – Un servizio simile al Night bus a chiamata ma per le ore diurne”. L’obiettivo, trovando le risorse, è quello di estendere la tariffa agevolata anche per quello extraurbano per coinvolgere  dipendenti che non risiedono nel comune.

L’amministrazione è convinta che i benefici del Bici to Work particolarmente popolare nei Paesi del Nord Europa si vedranno sulla qualità dell’aria. Tenuto a calcolare le proprie emissioni di Co2, tolte quelle ridotte grazie alla mobilità sostenibile, il Comune compenserà quelle rimaste. Non acquistando crediti, ma piantumando nuove piante.

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