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Fotovoltaico: arriva il solare galleggiante?

Energia: si sperimenta l'installazione di impianti fotovoltaici su acque di laghi o canali di irrigazione. I pro e i contro.

Fotovoltaico: arriva il solare galleggiante?

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Il prezzo di petrolio e gas, già alle stelle dopo due anni di pandemia, potrebbero ricevere un’altra spinta verso l’alto a causa dell’aggressione russa in Ucraina e delle sanzioni che la comunità occidentale ha deciso di applicare alla Russia – che avranno anche conseguenze sui nostri portafogli.

A TUTTO SOLARE. E mentre l’Italia a dicembre 2021 ha deciso di riattivare le centrali a carbone di La Spezia e Monfalcone in previsione di una limitazione delle forniture dai Paesi dell’est, in tutto il mondo si guarda con sempre maggior favore alle energie rinnovabili, prima fra tutte il fotovoltaico.

A dirla tutta, anche il solare non è proprio a impatto zero: i pannelli fotovoltaici consumano suolo e sono poi complessi da smaltire, e la loro installazione rischia di andare a discapito di altri utilizzi, per esempio quello agricolo.  Per questo motivo una delle soluzioni che si stanno soppesando è il cosiddetto solare galleggiante, che prevede la realizzazione di impianti solari da collocare come copertura di canali e bacini artificiali.

GALLEGGIANTE È MEGLIO. Dal punto di vista tecnico la soluzione non è particolarmente complessa: basta montare i pannelli su supporti di plastica in grado di galleggiare: secondo gli esperti la loro collocazione su specchi e corsi d’acqua artificiali non avrebbe grande impatto sull’ecosistema locale, limiterebbe l’evaporazione nelle zone particolarmente siccitose e, soprattutto, ridurrebbe praticamente a zero il consumo addizionale di suolo.

Non solo: l’acqua farebbe da refrigerante per abbassare la temperatura dei pannelli, che rendono meglio a temperature non troppo elevate. A parità di superficie un impianto galleggiante rende circa il 15% in più di uno sulla terraferma proprio grazie all’effetto refrigerante dell’acqua.

Al momento solo il 2% della produzione fotovoltaica mondiale avviene in impianti galleggianti, ma secondo gli esperti potrebbe essere una soluzione per aumentare significativamente la produzione di energie rinnovabili.

Non mancano comunque i punti da chiarire: i galleggianti di plastica delle floating farm potrebbero degradarsi e rilasciare nell’ambiente le solite microplastiche; la copertura in pannelli solari, poi, renderebbe inaccessibile vaste porzioni di superficie d’acqua a uccelli e altri animali, con tutte le conseguenze del caso.

CHI CI STA PROVANDO. La soluzione sembra comunque promettente e non mancano gli esperimenti sul campo o, meglio, sull’acqua. In California un bacino per la raccolta delle acque reflue è stato ricoperto con pannelli fotovoltaici per un impianto da 5 megawatt di potenza, mentre la Corea del Sud ha iniziato interessanti test sul bacino idroelettrico di una grande diga, arrivando a 41 megawatt. E a Singapore l’azienda energetica SunSeap ha varato il primo impianto galleggiante del Paese in una baia ben riparata da mareggiate ed eventi avversi. Al momento, infatti, l’installazione di impianti solari in mare non è un’opzione considerata a causa di variabili imprevedibili legate al vento e alle onde.

Fonte: Focus.it

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