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Bruxelles, attenta a non strafare sull’idrogeno nei trasporti

Il target UE sull’idrogeno nei trasporti è il 2,6% di combustibili rinnovabili

Bruxelles, attenta a non strafare sull’idrogeno nei trasporti

Attenta a non strafare sull’idrogeno, Europa: rischi di usare le rinnovabili nel modo sbagliato, spendere di più e fare un favore al gas. Come? Gl

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Attenta a non strafare sull’idrogeno, Europa: rischi di usare le rinnovabili nel modo sbagliato, spendere di più e fare un favore al gas. Come? Gli obiettivi di penetrazione al 2030 del vettore energetico in alcuni settori sono troppo alti, sostiene l’ong Transport & Environment. Soprattutto i piani di Bruxelles per l’idrogeno nei trasporti. Il risultato può essere una marcia verso la decarbonizzazione così disarmonica e poco efficiente che finisce per fare dei passi indietro.

Secondo T&E, la strategia europea sull’idrogeno verde aumenterebbe la domanda di elettricità rinnovabile di quasi un quinto (17%) rispetto alla domanda complessiva di elettricità nel 2030. Tanto, tantissimo: più o meno 500TWh cioè il consumo attuale di 67 milioni di francesi. “Questo aumenterebbe la pressione sulla domanda di elettricità in un momento in cui i prezzi dell’energia sono ai massimi storici. Qualsiasi aumento della produzione di idrogeno è sconsiderato senza ulteriori energie rinnovabili”, scrivono i ricercatori di T&E.

“Sconsiderato” perché richiederebbe una enorme capacità installata aggiuntiva di rinnovabili, oltre agli obiettivi già fissati. Mancando questa, l’elettricità pulita verrebbe dirottata per produrre idrogeno verde e il mix diventerebbe più sporco (e caro) perché l’ammanco sarebbe compensato con il gas.

Una strategia sovradimensionata, quindi, che Bruxelles dovrebbe limare proprio a partire dall’idrogeno nei trasporti. Nel pacchetto “Fit for 55”, Bruxelles ha fissato un obiettivo del 2,6% per i combustibili rinnovabili (idrogeno verde e e-fuels) da utilizzare nei trasporti. Troppo alto, calcola T&E: è quasi il doppio di quello che serve davvero in quel periodo per iniziare a decarbonizzare navi e aerei, cioè l’1,6%. Dove finirà quindi “l’eccesso” di idrogeno nei trasporti? In auto e altri veicoli a idrogeno. Ma non è una soluzione ottimale, visto che per alimentare un’auto a idrogeno serve 4 volte l’elettricità pulita richiesta da un’auto elettrica.

“L’UE sta giocando una strategia dell’idrogeno ad alto rischio”, commenta Geert Decock di T&E. “Abbiamo bisogno di idrogeno per le navi e gli aerei, ma è sconsiderato accumulare inutili pressioni sull’eolico e il solare quando l’elettricità pulita sarà necessaria per alimentare il crescente numero di auto elettriche e pompe di calore. per le case”.

Fonte: Rinnovabili.it

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