HomeTecnofinanza

Bond: il nuovo boom degli Etf

Svolgono ruoli essenziali in un moderno portafoglio obbligazionario, soprattutto quando tutti sono a caccia di rendimenti. E soddisfano la domanda crescente di sostenibilità degli investimenti di Fausto Tenini

Bond: il nuovo boom degli Etf

Le gestioni di portafoglio tendono a conciliare in misura crescente l’abbinamento tra prodotti d’investimento attivi e passivi (“replicanti”), visti n

Enel lancia bond da 3,5 miliardi, legato alla decarbonizzazione: boom di richieste
Il dilemma delle banche americane: vendere bond a chi?
Bond: tornano in scena nel 2023

Le gestioni di portafoglio tendono a conciliare in misura crescente l’abbinamento tra prodotti d’investimento attivi e passivi (“replicanti”), visti non più in competizione tra di loro ma come elementi in grado di integrarsi a vicenda apportando notevoli benefici alla gestione complessiva.

Un mix ricco di vantaggi

Se si considera, per esempio, un portafoglio di obbligazioni di tipo high yield, ovvero un portafoglio obbligazionario ad alto rendimento, la complementarietà tra prodotti o gestioni attive (es. fondi d’investimento o acquisto diretto di bond) e prodotti passivi (es. Etf) è spiegabile attraverso una serie di elementi: innanzitutto, la liquidità della componente passiva inserita in portafoglio apporta flessibilità, consentendo di effettuare le scelte di asset allocation a basso costo, in tempi rapidi e su larga scala per via della vasta diversificazione degli Etf a disposizione. Inoltre, l’utilizzo di prodotti passivi e indicizzati come gli Etf obbligazionari permette di puntare su specifici fattori del reddito fisso, cioè quelli espressi dagli indici che fungono da sottostante, come il livello di qualità del credito sintetizzato dai rating, la duration più o meno lunga e l’esposizione a strategie sostenibili. Il timing è un altro elemento di vantaggio degli strumenti passivi: nel momento in cui si identificano occasioni di mercato, spesso a seguito di cedimenti improvvisi e momentanei delle quotazioni, l’inserimento in portafoglio può avvenire in modo istantaneo.

Questi vantaggi non tolgono nulla, ma anzi si aggiungono, al principale beneficio nel destinare una quota di portafoglio alla gestione attiva nell’intento di generare “alpha”, ovvero di conseguire un potenziale extra-rendimento rispetto al mercato tramite una selezione mirata degli emittenti e dei titoli obbligazionari.

Un altro modo per toccare con mano i vantaggi di un approccio olistico attivo-passivo è di considerare le principali sfide di oggi dei mercati del reddito fisso: un esempio su tutti è la spasmodica ricerca di rendimento in un contesto di ritorni negativi o prossimi a zero per una larga parte di bond investiment grade, soprattutto denominati in euro, che ha aumentato i rischi di portafoglio lasciandone molti con scarsa diversificazione e bassa resilienza in caso di sell-off sui mercati obbligazionari. Gli investitori, infatti, si sono progressivamente diretti verso classi di attività sempre più rischiose nella ricerca del rendimento, come le emissioni societarie e il debito dei Paesi emergenti: assieme costituiscono il 40% circa delle scelte nei portafogli multi-asset (fonte BlackRock Portfolio Analysis & Solutions insights 2020), vale a dire che il rischio di credito rappresenta oggi il 58% circa dei rischi obbligazionari complessivi in un portafoglio globale. In più, una simile impostazione espone i portafogli obbligazionari a una maggiore correlazione con i mercati azionari, a scapito del beneficio di diversificazione.

Oltre al rischio di credito, l’altra grande sfida nella ricerca di rendimenti obbligazionari si ritrova nell’impatto delle fluttuazioni valutarie sulla performance complessiva, visto che il rischio di cambio è di fatto il secondo maggiore fattore di rischio nei portafogli multi-asset, secondo solo al rischio azionario. Poiché è un rischio eliminabile, gli Etf sul reddito fisso di iShares, per esempio, offrono numerose classi con copertura valutaria.

Mercato europeo in rapida evoluzione

Il mercato obbligazionario europeo si sta modernizzando a un ritmo molto rapido grazie all’uso sempre più esteso, così com’è avvenuto sui mercati azionari, degli Etf di tipo fixed income,  apportando liquidità, trasparenza e maggiore versatilità negli investimenti obbligazionari. Il mercato europeo dei corporate bond è cresciuto del 56% negli ultimi cinque anni, fino a raggiungere 2.800 miliardi di euro nel 2020. (fonte Bloomberg Barclays e ICE) e nel primo semestre dello scorso anno i volumi scambiati delle obbligazioni societarie in euro sono stati superiori del 50% rispetto al primo semestre del 2018.

In quest’ambito, il mercato europeo degli Etf obbligazionari vale oggi 284 miliardi di dollari ed è il più grande al mondo dopo quello statunitense: il tasso di crescita annua è stato del 21% negli ultimi cinque anni secondo BlackRock, che stima masse superiori a 2.000 miliardi di dollari entro il 2024 per l’intero settore degli Etf a reddito fisso, comprendendo anche il comparto dei titoli governativi. Questa evoluzione ha visto un’ulteriore accelerazione nel sell-off di marzo 2020 associato alla pandemia, dando prova di rimanere un mercato liquido pure nei momenti di stress consentendo agli investitori di negoziare anche grandi blocchi: nel marzo 2020, secondo BlackRock e Bloomberg, gli Etf obbligazionari hanno scambiato una media di 5,3 miliardi di dollari al giorno, quasi il doppio della media giornaliera del 2019. Ciò significa che mentre i volumi di negoziazione e la liquidità sul mercato secondario sottostante diminuivano, gli Etf europei hanno continuato a stabilire nuovi record in termini di scambi grazie alla trasparenza dei prezzi ai quali gli investitori potevano negoziare immediatamente le posizioni. Srichandra Masabathula, Index Product Manager di IHS Markit, vede “gli Etf utilizzati in tutto il panorama del reddito fisso insieme ad altri strumenti indicizzati come Cdx, Standardized iBoxx Total Return Swaps e futures, con gli Etf che spesso rappresentano l’elemento principale di liquidità”.

Man mano che il mercato degli Etf cresce, progredisce anche il suo ecosistema, ben visibile nell’aumento dei prestiti di Etf obbligazionari che a loro volta contribuiscono ad aumentare la liquidità del mercato sottostante. Lo stock di Etf a reddito fisso quotati a livello Emea, e disponibili per il prestito, è aumentato di oltre il 60% negli ultimi tre anni, fino a raggiungere 14 miliardi di dollari nel giugno 2020 (fonte IHS Markit). Ciò ha permesso lo sviluppo dei contratti d’opzione su questi sottostanti, ancora agli albori in Europa mentre negli Usa la dimensione è già rilevante.

La ricerca della sostenibilità

A ruota degli impieghi azionari, anche i prodotti obbligazionari sono soggetti  all’aumento della domanda rivolta alla sostenibilità degli investimenti ed è lecito aspettarsi che negli anni a venire l’utilizzo dei relativi Etf di tipo Esg superi quello degli Etf senza vincoli di sostenibilità, sia in termini di masse che di liquidità. La gamma obbligazionaria sostenibile di iShares è molto variegata, comprendendo esposizioni su titoli governativi o corporate bond, a livello investment grade o high yield, in euro o in dollari Usa, anche con copertura sul rischio di cambio per chi vuole minimizzare l’esposizione valutaria. Senza escludere gli Etf legati a indici obbligazionari emergenti, oppure i prodotti con un mandato Esg esclusivo come per l’Etf iShares € Green Bond. Mentre un Etf che da sempre raccoglie molto interesse da parte degli investitori (circa 5,8 miliardi di euro di patrimonio), anche senza uno specifico mandato Esg, è il prodotto iShares € High Yield Corp Bond, che replica l’indice Markit iBoxx Euro Liquid High Yield che permette di puntare alle emissioni societarie in euro ad alto rendimento.

Fonte: Milanofinanza.it

Commenti