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Il ministro del Lussemburgo a Oxfam: il Granducato non è un paradiso fiscale

Il ministro del Lussemburgo a Oxfam: il Granducato non è un paradiso fiscale

Nel rapporto pubblicato lo scorso 27 marzo, Oxfam aveva classificato il Granducato come un paradiso fiscale. Ma il ministro delle finanze lussemburghe

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Nel rapporto pubblicato lo scorso 27 marzo, Oxfam aveva classificato il Granducato come un paradiso fiscale. Ma il ministro delle finanze lussemburghese, Pierre Gramegna, non ci sta e in una lunga lettera indirizzata al presidente della ong, Juan Alberto Fuentes, spiega le sue ragioni.
In Lussemburgo, scrive il ministro nella missiva, non si trovano “né regimi speciali per i non residenti”, né “tassi d’imposta particolarmente bassi per le imprese o i privati”. E soprattutto c’è da tenere conto di una data spartiacque: il 2014. Da tre anni, infatti, osserva il ministro, il Lussemburgo è rientrato nei ranghi per quanto riguarda lo scambio di informazioni fiscali. Ed è proprio sotto la presidenza di un lussemburghese come Jean-Claude Juncker (ma soprattutto in seguito allo scandalo LuxLeaks, ndr) che l’Europa ha cominciato a rivedere i cosiddetti ruling, ovvero le pratiche che chiariscono in anticipo il trattamento fiscale che un paese garantisce a una società indicandole il modo in cui sarà calcolata l’imposta.
Resta il fatto che, secondo Oxfam, le banche europee realizzano nei paradisi fiscali il 26% dei propri profitti complessivi, ossia 25 miliardi di euro nel 2015. Di cui 4,5 miliardi solo in Lussemburgo.
Gramegna però si è detto “in profondo disaccordo” con il rapporto Oxfam, in particolare per quanto riguarda le valutazioni sul Lussemburgo, ma ha invitato nel Granducato il presidente della ong, per “discuterne assieme”.

 

 

italiaoggi.it

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