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Brexit, l’ottimismo per un deal Uk-Ue spinge la sterlina ai massimi biennali

Brexit, l’ottimismo per un deal Uk-Ue spinge la sterlina ai massimi biennali

Un accordo tra Regno Unito e Ue per scongiurate un'uscita disordinata di Londra dall'Unione è sempre più appeso a un filo, ma per gli investitori un d

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Un accordo tra Regno Unito e Ue per scongiurate un’uscita disordinata di Londra dall’Unione è sempre più appeso a un filo, ma per gli investitori un deal sarebbe così importante che ormai si aggrappano a ogni minimo segnale in tal senso. Lo dimostra il rally odierno della sterlina, che ha raggiunto i suoi massimi biennali, sfondando il tetto di 1,35 con il dollaro americano dopo che la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che sono stati fatti passi avanti verso un accordo tra le due parti.

Parlando di fronte al Parlamento Europeo, la presidente ha ricordato che non è in grado di stabilire se un deal ci sarà o no, ma che allo stato attuale “c’è un strada per un accordo”, e i prossimi giorni saranno cruciali. “Due punti restano critici”, ha aggiunto von der Leyen: “La parità di condizioni e la pesca”. In tutti gli altri ambiti, ha concluso con orgoglio, “i nodi sono stati ampiamente sciolti”.

Tuttavia, secondo gli analisti è ancora presto per cantare vittoria. “È improbabile”, dicono gli esperti di Capital Economics, “che la sterlina si apprezzi considerevolmente se un deal ci sarà, ma in caso di hard Brexit le perdite per il pound sarebbero notevoli”. Per Paul Dales, chief economist per il Regno Unito della società di consulenza londinese, i mercati hanno già scontato un accordo sulla Brexit, e quindi un risultato simile entro il 31 dicembre non potrà spingere la sterlina al di sopra dei livelli attuali. In caso di no-deal, però, la prospettiva è fosca: “Capital Economis”, ha concluso l’esperto, “si aspetta che il cambio col dollaro crolli a 1,10 se Londra e Bruxelles non dovessero trovare un’intesa o se gli accordi esistenti fossero cancellati”.

E sul tema dei negoziati sempre più incerti si è espresso anche Paul O’Connor, responsabile del team multi-asset di Janus Henderson investors, che  ha ricordato come i mercati europei stiano traendo giovamento dai progressi fatti dalle parti in merito al complesso tema della parità di condizioni. “Questo è sempre stato l’argomento più impegnativo dei negoziati”, ha precisato il money manager, dato che “riflette la tensione tra il desiderio del Regno Unito di raggiungere l’indipendenza normativa dopo la Brexit e l’obiettivo dell’Unione Europea di garantire che il Regno Unito non ottenga vantaggi competitivi, sottovalutando gli standard normativi del blocco”.

Tuttavia, le sfide economiche sono ancora molteplici, e probabilmente non si riuscirà a uscire da una situazione di Brexit piuttosto problematica. “A breve termine”, ha ricordato il gestore, “ciò comporterà notevoli perturbazioni economiche. A medio termine comporterà costi economici considerevoli”. L’economia britannica si prepara verosimilmente a un inizio anno complesso, aggravato dalle difficoltà portate dalla pandemia di Covid-19. Il Regno Unito dovrebbe raggiungere la cosiddetta immunità di gregge entro metà anno, ma “è improbabile che i mercati finanziari abbraccino pienamente questa storia positiva fino a quando la nebbia di incertezza relativa alla Brexit non avrà cominciato a dissiparsi”, ha concluso O’Connor. (riproduzione riservata)

Fonte: www.milanofinanza.it

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