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Mps-Unicredit, il M5S apre a un’aggregazione

Mps-Unicredit, il M5S apre a un’aggregazione

Oggi è un giorno importante per Mps, che nel frattempo viaggia debole a Piazza Affari, cede lo 0,37% a 1,09 euro per oltre 1 miliardo di capitalizzazi

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Oggi è un giorno importante per Mps, che nel frattempo viaggia debole a Piazza Affari, cede lo 0,37% a 1,09 euro per oltre 1 miliardo di capitalizzazione. Il consiglio di amministrazione della banca senese valuterà il nuovo piano strategico elaborato con il sostegno del Mef. Il documento dovrà considerare gli effetti sul capitale derivanti dagli ulteriori accantonamenti relativi ai rischi legali per un valore che supera i 10 miliardi di euro e l’evoluzione del quadro normativo e degli impatti da Covid-19 sul portafoglio crediti. Il relativo rafforzamento patrimoniale dovrebbe aggirarsi fra 2 e 2,5 miliardi di euro, di cui il 64% circa a carico dello Stato.

Il rafforzamento, il quarto in dieci anni, che ha visto già quasi 12 miliardi di euro di denaro pubblico utilizzato per portare avanti le sorti della banca senese, passa attraverso anche un secondo step importante, l’aggregazione con un gruppo più solido, individuato dal ministro Roberto Gualtieri in Unicredit. Il nodo per il matrimonio è il riconoscimento delle Dta, i crediti differiti, in bonus fiscali, nel caso di Mps sarebbero attorno a 2,5 miliardi circa di benefici. Ma il M5S non è d’accordo, ha presentato un emendamento nella legge di bilancio in via di discussione per mettere un tetto a 500 milioni di euro alle Dta.

Secondo fonti di milanofinanza.it fra le file dei grillini, questi ultimi stanno aspettando che il governo ora proponga una riformulazione della legge per capire se il Mef intende venire incontro al Movimento 5 Stelle. “Se si tratterà ancora una volta di agevolare la vendita di una banca pubblica ad una società privata”, spiega la fonte politica, “dovremo portare la discussione in sede parlamentare, non è possibile che diventi un automatismo”. I grillini si dimostrano aperti tuttavia ad un confronto con il governo sulla combinazione Mps Unicredit, dipende da come viene costruita anche sul fronte degli esuberi, stimati da 3.000 a 4.000 unità. “La fusione di Mps con Unicredit“, spiega la fonte politica, “è una situazione di interesse nazionale, va analizzata bene da tutte le forze politiche”. Intanto oggi Unicredit guadagna lo 0,23% a 7,82 euro.

Per Equita Sim lo scenario più probabile è quello di una ricapitalizzazione da parte del Ministro delle finanze per sterilizzare i rischi legali, un’operazione che sarebbe realizzabile senza incorrere nel burden sharing a scapito dei soci e degli obbligazionisti nell’ambito del temporary framework sugli aiuti di Stato. Il rafforzamento patrimoniale e la possibilità di conversione delle Dta in crediti fiscali in caso di aggregazione, scrive la Sim milanese, “rappresentano una condizione chiave per facilitare una business combination”.

Secondo Societe Generale, l’operazione, se venisse accelerata già nel primo trimestre del 2021, “non sarebbe una notizia positiva per Unicredit, perché sarebbe effettuata da un amministratore delegato e da un board che dovranno essere rinnovati in aprile”. Sarà inoltre fondamentale capire come lo Stato intende sterilizzare il rischio legale in capo all’istituto senese. Ieri sera l’agenzia di rating Moody’s ha esteso la revisione per un upgrade dei rating a lungo termine della banca e della sua controllata Mps Capital Services in seguito alla cessione di 8,1 miliardi di euro di Npl ad Amco e dopo che lo Stato ha confermato la sua adesione ad un prossimo aumento di capitale. (riproduzione riservata)

Fonte: www.milanofinanza.it

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