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Mario Draghi, politiche monetarie a beneficio dell’Eurozona

Mario Draghi, politiche monetarie a beneficio dell’Eurozona

Mario Draghi: otto anni di Presidenza della Banca Centrale Europea (dal 2011 al 2019), otto anni di supervisione della politica monetaria europea, ott

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Mario Draghi: otto anni di Presidenza della Banca Centrale Europea (dal 2011 al 2019), otto anni di supervisione della politica monetaria europea, otto anni di manovre per trovare soluzioni a seguito della crisi del 2008, otto anni decisivi per l’economia dell’Europa. Il testimone passa nelle mani di Christine Lagarde, chiamata ad affrontare nuove sfide, facendo i conti con una fase di rallentamento dell’Eurozona.

I provvedimenti più incisivi adottati da Mario Draghi: il Piano di Rifinanziamento a lungo termine (LTRO), il taglio dei tassi d’interesse fino a portarli in negativo, lo sblocco del Meccanismo europeo di stabilità (ESM), meglio noto come Fondo salva-Stati, studiato per porre rimedio a crisi debitorie dei Paesi del Blocco, il Quantitative easing, attraverso il quale l’Eurotower riacquista i titoli di Stato alle banche, immettendo liquidità da destinare al finanziamento di famiglie e imprese.

La domanda più ricorrente in questi giorni è cosa succederà ai mutui con l’avvento di Christine Lagarde alla guida della Banca Centrale Europea. Dal 1° novembre 2019, giorno in cui inizia ufficialmente il mandato, partirà il nuovo piano di acquisto asset (QE) da parte della Bce, annunciato lo scorso settembre. È una versione ridotta di quello precedente che consisterà in un investimento mensile di 20 miliardi in titoli di Stato dei Paesi dell’area Euro.

Conviene precisare che allo stato attuale un rialzo dei tassi può avvenire in uno scenario non immediato. In una prospettiva di lungo raggio ci sarà da fare i conti con la posizione di quanti – all’interno del Board – hanno mostrato i primi segnali di insofferenza nei confronti di una politica di tassi bassi a tempo indefinito.

Nell’ultimo mese, gli indici Euribor, che interessano i mutui a tasso variabile, sono rimasti stabili nelle scadenze a 1 mese, 3 mesi e 6 mesi. Discorso diverso per i tassi Eurirs, riferimento per i mutui a tasso fisso che hanno segnato un rialzo di circa 0,30 punti base rispetto allo scorso agosto, quando avevano toccato il minimo storico.

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