HomeConstruction & Restructuring

Taipei: i cinesi vogliono una autostrada entro il 2035

Il piano prevede anche una ferrovia gemella ad alta velocità. Segno che la Cina è convinta di riprendersi l’isola entro tale data. Per i taiwanesi si tratta di pura “fantascienza”. Intanto gli Usa annunciano nuovi aiuti militari a Taipei e non escludono la sua partecipazione alle esercitazioni militari Rimpac.

Taipei: i cinesi vogliono una autostrada entro il 2035

La Cina rilancia il suo piano di costruire entro il 2035 un' autostrada e una ferrovia ad alta velocità che colleghino Pechino con Taiwan, passando pe

Cina: gli scienziati scoprono un effetto Laser che può rivoluzionare comunicazione e telefonia
“Il perché delle guerre”
La terza guerra mondiale senza combattere

La Cina rilancia il suo piano di costruire entro il 2035 un’ autostrada e una ferrovia ad alta velocità che colleghino Pechino con Taiwan, passando per Fuzhou, nella provincia sudorientale del Fujian. Tenendo conto dell’opposizione taiwanese all’iniziativa, la sua realizzazione implica che i cinesi pensino di aver riunificato l’isola entro quella data – con la forza o in modo pacifico.

Indicazioni sul mastodontico progetto sono contenute nel Piano per la rete autostradale nazionale, reso noto nei giorni scorsi dal governo cinese: la rivisitazione di uno schema presentato già nel febbraio di un anno fa. Nei piani cinesi sono previste altre due superstrade di collegamento tra Quanzhou e Kinmen, l’arcipelago amministrato da Taipei situato di fronte al Fujian.

Secondo il governo taiwanese, il progetto stradale cinese è una uscita propagandistica, un “romanzo di fantascienza”, spiega Taiwan News. Questo non solo per le implicazioni sulla sovranità di Taiwan, ma anche per la sfida logistica – e dunque economica – che richiede l’impresa. I due collegamenti immaginati da Pechino dovrebbero passare attraverso lo Stretto di Taiwan; il tratto marittimo più breve tra il Fujian e la costa taiwanese è di 68 miglia nautiche (126 chilometri).

La Cina considera Taiwan una “provincia ribelle”, e non ha mai escluso di riunificarla con l’uso della forza. L’isola è di fatto indipendente da Pechino dal 1949; all’epoca i nazionalisti di Chiang Kai-shek vi hanno trovato rifugio dopo aver perso la guerra civile sul continente contro i comunisti, facendola diventare l’erede della Repubblica di Cina fondata nel 1912.

Con il Taiwan Relations Act, gli Stati Uniti hanno promesso di difendere l’isola, soprattutto con forniture militari. Adottato nel 1979 dopo il formale riconoscimento diplomatico della Cina comunista, il provvedimento non specifica però in modo chiaro se Washington risponderà a un’aggressione cinese nei confronti di Taipei.

Ieri l’amministrazione Biden ha annunciato di aver dato il via libera a un nuovo pacchetto di aiuti militari a Taiwan, il quarto del 2022. Ha un valore di 108 milioni di dollari e prevede la vendita di equipaggiamento e parti di ricambio per carri armati e veicoli da combattimento, con la relativa assistenza tecnica.

Il 14 luglio la Camera dei rappresentanti Usa ha approvato invece la sue versione del Taiwan Peace and Stability Act, incluso come emendamento nel progetto di legge per il bilancio militare 2023. Tra le altre previsioni, esso richiede al governo statunitense di invitare Taiwan alle esercitazioni militari Rimpac del 2024. Le manovre sono le più importanti svolte dalle forze armate di Washington nel Pacifico. Il testo finale deve essere adottato dal Senato e firmato dal presidente Biden prima di entrare in vigore.

Fonte: Asianews.it

Commenti