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La tecnologia italiana per produrre energia da fusione: il progetto Dtt

Il Divertor Tokamak Test è un'iniziativa scientifica condotta dal Centro Enea di Frascati in collaborazione con Eni: un'infrastruttura strategica con ricadute sul Pil nazionale stimate in circa due miliardi di euro

La tecnologia italiana per produrre energia da fusione: il progetto Dtt

Il processo che alimenta il Sole e le altre stelle si basa sulla fusione di due nuclei d’idrogeno, una reazione fisica che libera un’enorme quantità d

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Il processo che alimenta il Sole e le altre stelle si basa sulla fusione di due nuclei d’idrogeno, una reazione fisica che libera un’enorme quantità di energia. I ricercatori stanno cercando di replicarlo artificialmente e uno dei dispositivi fondamentali per realizzarlo è il Tokamak: una macchina a forma di ciambella che, utilizzando magneti molto potenti, riesce a contenere il plasma in cui avviene la fusione, che raggiunge temperature superiori ai 100 milioni di gradi. Comprendere come meglio gestire questo processo è uno degli obiettivi del progetto Divertor Tokamak Test (Dtt), condotto al Centro Enea di Frascati (Roma) e promosso da un consorzio creato nel settembre del 2019. Tale consorzio vede oggi Eni partner dell’iniziativa con il 25%, Enea con il 70% e il resto coinvolge università e centri di ricerca. Un’infrastruttura strategica, basata su competenze e tecnologia italiane, che ha ottenuto circa 500 milioni di euro di finanziamenti pubblici e privati ed è sostenuto anche da EUROfusion, il consorzio europeo per le attività di ricerca scientifica sulla fusione.

Si tratta di una macchina Tokamak sperimentale che dovrà fornire risposte ai problemi della gestione del calore prodotto dal plasma e dei materiali in grado di resistere alle elevate temperature. In particolare, la ricerca si concentra anche sulla progettazione del ‘divertore’, un componente fondamentale del reattore dove viene gestito ed estratto il calore in eccesso generato nelle reazioni di fusione.

La tecnologia alla base del Dtt sarà la stessa che verrà impiegata per Iterl’International Thermonuclear Experimental Reactor, un progetto internazionale per lo sviluppo di un reattore a fusione nucleare.

Il Dtt si propone inoltre come un’infrastruttura di test e di supporto per le soluzioni tecnologiche realizzate nei programmi internazionali sulla fusione. “Il nostro know-how industriale, le competenze di gestione e sviluppo di grandi progetti, combinate con l’eccellenza della ricerca scientifica di Enea, saranno la chiave di successo per la realizzazione di questa importantissima iniziativa e infrastruttura, basata primariamente su competenze e tecnologie italiane”, ha commentato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni.

Fonte: la Repubblica.it

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