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Così il Covid blocca i progetti dell’economia dello spazio. E non è una bella notizia per l’Asi

Così il Covid blocca i progetti dell’economia dello spazio. E non è una bella notizia per l’Asi

La seconda ondata di Covid-19, che ha imposto e sta imponendo nuovi lockdown, infligge un nuovo duro colpo alle attività dell’economia dello spazio. U

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La seconda ondata di Covid-19, che ha imposto e sta imponendo nuovi lockdown, infligge un nuovo duro colpo alle attività dell’economia dello spazio. Una cosa abbastanza ovvia: se già sugli spostamenti via terra grava tutta una serie di limiti e condizioni, figurarsi per i viaggi nel cielo e oltre. In un simile contesto, non desta stupore l’allarme di recente lanciato dal sindacato della Fiom: “Nel nostro Paese stiamo attraversando la più grande crisi industriale dal dopoguerra ad oggi nel settore industriale civile dell’aerospazio. La stessa coinvolge tutte le aziende del settore, da quelle più grandi alle innumerevoli aziende dell’indotto, con pesanti ripercussioni economiche e sociali” ha tuonato Claudio Gonzato, coordinatore nazionale del settore aerospazio per la Fiom-Cgil, in una nota che precisa che “tale situazione interessa direttamente la più grande azienda del settore, Leonardo One Company, la quale sta vivendo un momento di crisi industriale nel segmento delle aerostrutture, il più grande nel nostro Paese e trainante per tutto l’indotto”.

Una situazione di difficoltà che, del resto, emerge chiaramente dai risultati del trimestre al 30 settembre appena annunciati da Leonardo. Alla voce “spazio”, infatti, la trimestrale della ex Finmeccanica, guidata dall’amministratore delegato Alessandro Profumo, riporta: “Il minor risultato è riconducibile al segmento manifatturiero che registra, rispetto allo stesso periodo del 2019, una flessione dei volumi di attività sia per satelliti di telecomunicazioni che di osservazione della terra ed un peggioramento della redditività condizionata, oltre che dagli effetti del Covid-19, dai maggiori costi su programmi di telecomunicazioni. Sostanzialmente in linea con lo scorso anno il risultato del segmento dei servizi satellitari”.

E una situazione di cui non può che risentire l’Agenzia spaziale italiana (Asi). Già nella relazione del collegio dei revisori dei conti sul rendiconto generale dell’Asi riferito al 2019, esercizio chiuso con un avanzo di conto economico pari a 52 milioni, si raccomandava all’Agenzia di effettuare “un’analisi degli impatti correnti e potenziali futuri del Covid-19 sull’attività economica, sulla situazione finanziaria e sui risultati economici dell’ente oltre che una verifica sulla sussistenza delle condizioni per assicurare la continuità e il raggiungimento dei fini istituzionali secondo la programmazione già definita accertando, in particolare, eventuali situazioni di incertezze”.

Inoltre, i revisori dei conti, che in ogni caso lo scorso aprile hanno espresso parere favorevole al rendiconto generale dell’Asi riferito al 2019, già dal maggio del 2019 avevano auspicato che l’Agenzia potesse avviare “tempestivamente la procedura per la nomina del direttore generale secondo quanto previsto dallo Statuto, tenendo conto dei principi di trasparenza correlati al buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione”. A oggi, tuttavia, come di recente sottolineato da Startmag.it, l’Asi si trova ancora senza la figura del dg, con Fabrizio Tosone nel ruolo di “reggente”.

I revisori si soffermavano poi sulla partecipazione dell’Asi pari al 49% nella Fondazione Amaldi, che nel 2018 (ultimi dati disponibili) ha conseguito un risultato economico negativo per quasi 715mila euro a fronte di un patrimonio netto di 2,66 milioni. “L’Asi – scrivevano i revisori – ha versato al Fondo di gestione di detta fondazione la somma di due milioni di euro. Il bilancio della fondazione 2018, ultimo disponibile, chiude con un disavanzo di gestione di € 714.903,00. A tale riguardo, il Collegio richiama l’attenzione sulla necessità che l’Asi ponga in essere ogni azione utile al ripristino dell’equilibrio di bilancio”.

Un tema, quest’ultimo, su cui si è espressa anche la Corte dei Conti che, in una determinazione del 27 aprile 2020 basata sui numeri del 2018, ha pure richiamato “l’attenzione di Asi, quale ente vigilante, sulla consistente riduzione del patrimonio netto” della Fondazione Amaldi. Quest’ultima di recente è salita agli onori delle cronache per avere supportato, insieme con la stessa Asi, Primomiglio Sgr nel lancio di Primo Space, fondo di venture capital tecnologico specializzato negli investimenti in campo spaziale.

“Il nuovo fondo – spiega la nota del luglio 2020 con cui è stato annunciato Primo Space – promosso da Primomiglio Sgr, è focalizzato sull’industria spaziale italiana, un comparto in forte crescita che opera in un settore valutato a livello globale circa 400 miliardi di dollari e previsto superiore a 2,7 triliardi tra 25 anni”. Tra 25 anni si spera che il Covid-19 sarà solo un brutto ricordo lontano, ma è inevitabile che i programmi attuali delle società che operano nell’economia legata allo spazio rischino di venire fortemente ridimensionati dalla crisi indotta dalla pandemia.

Fonte : it.businessinsider.com

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