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Fincantieri, ecco cosa devono fare Sace e Mef secondo la Corte dei Conti

Non solo Fincantieri e settore croceristico. Che cosa emerge dalla relazione della Corte dei Conti sul bilancio 2020 della Sace

Fincantieri, ecco cosa devono fare Sace e Mef secondo la Corte dei Conti

Una maggiore diversificazione settoriale vista anche “l’elevata concentrazione” nel settore crociere (con Fincantieri). Lo suggerisce la Corte dei

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Una maggiore diversificazione settoriale vista anche “l’elevata concentrazione” nel settore crociere (con Fincantieri).

Lo suggerisce la Corte dei Conti a Sace, nella relazione finanziaria sul 2020.

La concentrazione dei rischi, secondo la Corte, costituisce una problematica tradizionale di Sace come in generale delle Export Credit Agencies (ECAs): rilevante è, infatti, l’esposizione nel settore croceristico (45,8%), rimarca la magistratura contabile.

Proprio nel 2020 il Mef ha approvato, tra l’altro, la garanzia Sace sulle linee di credito da 1,15 miliardi concesse da un pool di banche a Fincantieri, il gruppo navale di Trieste controllato con il 71% da Cdp Industria (gruppo Cdp).

Per questo la magistratura contabile “raccomanda agli organi aziendali di sorvegliarne l’evoluzione suggerendo una maggiore diversificazione settoriale”.

Sace è tornata sotto l’egida del Mef “a dieci anni di distanza dalla vendita della società alla Cassa depositi e prestiti (Cdp)”. Come ha riportato La Stampa il 25 gennaio, la Ragioneria di Stato ha bollinato “il decreto interministeriale appena firmato da Franco e Di Maio” che sancisce il passaggio di mano dalla Cdp al Tesoro.

Tutti i dettagli sulla relazione sulla gestione finanziaria di Sace per l’esercizio 2020.

LA CONCENTRAZIONE DEI RISCHI IN SACE SOTTO LA LENTE DELLA CORTE DEI CONTI

Innanzitutto, la magistratura contabile spiega nella sua relazione sulla gestione 2020 di Sace che “la concentrazione dei rischi costituisce una problematica tradizionale delle Export Credit Agencies (ECAs) in generale e di Sace in particolare. In fondo il motivo stesso dell’esistenza, in diversi ordinamenti nazionali, di ECAs a proprietà pubblica è da rinvenire nell’assunto secondo il quale questa attività non potrebbe essere svolta con altrettanta efficacia da un assicuratore “di mercato”, sottoposto tra l’altro alle regole disposte dalle autorità di settore in materia di divieti alla eccessiva concentrazione dei rischi”.

L’ESPOSIZIONE TOTALE

“Per questo motivo — prosegue la Corte dei Conti — in sede istruttoria si è deciso di condurre uno specifico approfondimento sulla concentrazione dei rischi presenti nel portafoglio di Sace. Al 31 dicembre 2020, l’esposizione totale del “portafoglio export”, calcolata come somma dei crediti e delle garanzie perfezionate (capitale e interessi), risulta pari a euro 70,5 miliardi, con un’incidenza del 83 per cento dell’operatività export credit sul totale del flusso annuo di operazioni. In aumento, rispetto all’esercizio 2019, la quota di portafoglio rischi trasferito in riassicurazione, con una incidenza che, a fine esercizio, risulta pari all’81,9 per cento dell’esposizione complessiva lorda (43,5 per cento del 2019)”.

INCREMENTO DOVUTO AL TRASFERIMENTO AL MEF DI UNA QUOTA DEI RISCHI

“L’incremento delle esposizioni cedute in riassicurazione è riconducibile al trasferimento al Ministero dell’economia e delle finanze, operato in conformità al d.l. n. 23 del 2020, di una quota di rischi precedentemente trattenuta da Sace, per un ammontare di 30,2 miliardi, corrispondente al 90 per cento delle esposizioni perfezionate in essere alla data dell’aprile 2020” sottolineano i magistrati contabili.

ESPOSIZIONE MAGGIORE VERSO MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA

Per quanto riguarda il livello di concentrazione del rischio per area geo-economica, la Corte dei Conti “evidenzia il permanere, rispetto al precedente esercizio, della prevalente incidenza delle esposizioni nei confronti dei Paesi dell’area Medio Oriente e Nord Africa, con un livello di concentrazione pari al 27,3 per cento (27,4 per cento nel 2019), e la principale esposizione per Paese, con una concentrazione del 15,6 per cento, riconducibile agli Usa”.

COSA EMERGE DALLA CONCENTRAZIONE DEL RISCHIO PER SETTORI

Più problematica la concentrazione del rischio per settori.

Come rileva la Corte di Conti “l’incidenza dell’esposizione nei confronti dei primi cinque settori risulta pari all’85,8 per cento del totale esposizioni nei confronti di controparti private, in lieve aumento rispetto al 2019 (84,1 per cento)”.

GRANDE ESPOSIZIONE DI SACE AL SETTORE CROCERISTICO (CON FINCANTIERI)

Secondo i magistrati contabili è “particolarmente rilevante l’esposizione nei confronti del settore crocieristico (45,8 per cento), in aumento rispetto all’anno precedente (41,4 per cento). Il settore Oil&Gas si conferma la seconda maggiore esposizione, con un peso pari al 19,6 per cento, in lieve contrazione rispetto al precedente esercizio (20,1 per cento nel 2019), seguito dai settori chimico/petrolchimico, con un’incidenza del 7,6 per cento (in riduzione rispetto al 9,2 per cento del 2019), infrastrutture e costruzioni (7,3 per cento vs 7,8 per cento), elettrico (5,5 per cento vs 5,6 per cento) e banche (2,5 per cento vs 3,1 per cento)”.

I RILIEVI DEI MAGISTRATI CONTABILI

“Come si è più volte ripetuto, ora larga parte – il 90 per cento – dei rischi assunti da Sace è stata e verrà trasferita al Mef, generando anche presso il Tesoro una concentrazione dei rischi simile. In relazione a quanto procede, e in particolare alla grande esposizione verso il settore croceristico, si sottolinea la necessità che gli organi aziendali sorveglino con attenzione l’evoluzione della concentrazione dei rischi assunti da Sace, ponendo in atto comportamenti volti ad assicurare una maggiore diversificazione settoriale”.

IL BILANCIO 2020 DI SACE

In merito alla gestione 2020, la magistratura contabile ha rilevato che “nell’anno dell’esplosione della pandemia il gruppo Sace ha mobilitato risorse per 46 miliardi di euro, di cui 25 miliardi nel comparto tradizionale dell’export e internazionalizzazione, in crescita del 18% rispetto al 2019, e ulteriori 21 miliardi attraverso l’offerta dei nuovi prodotti ‘Garanzie Green’ e ‘Garanzia Italia’”.

Nel complesso, spiega la Corte dei Conti, “la società ha reagito con prontezza alle rilevanti novità normative che, nel corso del 2020, hanno previsto per l’azienda un nuovo ruolo per contrastare gli effetti economici della pandemia da Covid-19, che si è affiancato all’operatività tradizionale volta all’export e alla internazionalizzazione delle imprese italiane, ponendo le basi per un cambio di governance”.

Sace, in particolare, ha chiuso il bilancio relativo al 2020 con un patrimonio netto di 4,8 miliardi, in aumento dello 0,3% rispetto all’esercizio 2019.

IL RISULTATO ECONOMICO

Il risultato economico è stato pari a 79,7 milioni, in riduzione del 43,7% rispetto al risultato del corrispondente periodo del 2019.

PESA LA CESSIONE AL MEF DEL 90% DEL PORTAFOGLIO

Pertanto, la Corte evidenzia che “i dati di bilancio di Sace relativi al 2020 risentono fortemente delle ripetute novità normative, in particolare della cessione in riassicurazione al Ministero dell’economia e delle finanze del 90% del portafoglio in bonis risultante alla data dell’8 aprile 2020”.

LA RACCOMANDAZIONE RIVOLTA AL MEF

Infine, la Corte dei Conti rivolge un auspicio all’azionista di controllo di Sace, ovvero il Mef.

Come ricordato all’inizio, Sace è tornata “al Tesoro, per 4,25 miliardi di euro e a dieci anni di distanza dalla vendita della società alla Cassa depositi e prestiti (Cdp), andando così a perfezionare quell’operazione disegnata nel 2020 dall’ex governo Conte, con i decreti Liquidità e Agosto”. “A consentire il passaggio di mano il decreto interministeriale appena firmato da Franco e Di Maio” riporta La Stampa.

Anche se, come sottolinea Carlotta Scozzari sul quotidiano, “Il decreto appena firmato, che nulla dice sulla governance di Sace, mette nero su bianco i prezzi dell’operazione già concordati nei mesi scorsi”. “”Quanto alla governance, — rileva la Corte — considerato che opportunamente lo statuto di Sace prevede che gli amministratori debbano possedere i requisiti di onorabilità e professionalità previsti per gli esponenti aziendali di banche e intermediari finanziari” e visto che le operazioni con garanzia Sace hanno spesso dimensioni di grande rilevanza e una struttura contrattuale molto complessa, la magistratura contabile ritiene necessario che “l’azionista, in sede di prossimo rinnovo dei componenti dell’organo di amministrazione, si attenga strettamente allo spirito e alla lettera della disposizione statutaria”.

Fonte: Srartmag

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