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Le 200 pmi pronte all’export

Assocamerestero e Unioncamere per la convention mondiale delle Camere di Commercio italiane all'estero. Mauriello: sostenere l'internazionalizzazione

Le 200 pmi pronte all’export

Oltre 200 imprese italiane hanno partecipato alle sessioni di orientamento organizzate dalle 81 Camere di Commercio italiane all’estero presenti in 58

This map shows every country’s major export
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Oltre 200 imprese italiane hanno partecipato alle sessioni di orientamento organizzate dalle 81 Camere di Commercio italiane all’estero presenti in 58 Paesi del mondo. Al centro degli incontri, che si sono tenuti dal 29 novembre al 2 dicembre scorso, l’accesso ai principali mercati esteri per agevolare tutte le aziende che hanno manifestato interesse a proporre il made in Italy nel mondo, allargando il proprio business oltre i confini nazionali. In questo giro del mondo virtuale, le piccole e medie imprese coinvolte sono state a contatto con opportunità di mercato, vincoli e prospettive nell’era post Covid.

Anche quest’anno”, ha commentato Domenico Mauriello, segretario generale di Assocamerestero, “la capacità di attivare la business community sui principali mercati esteri si conferma il reale valore aggiunto delle Camere di Commercio italiane all’estero. Si tratta di soggetti privati che costituiscono l’ossatura di questa peculiare rete di promozione, di cui dispone il sistema Italia per consolidare il made in Italy all’estero. Il nostro export ha bisogno di essere sostenuto per poter esprimere al meglio le proprie potenzialità che sono ben lontane dall’essere pienamente espresse. Assistiamo infatti ad una forte richiesta di made in Italy da molte parti del mondo che non si riesce a colmare, soprattutto per la nostra strutturale carenza nell’e-commerce. La pandemia da Covid-19 ci ha spinto certamente a sviluppare questo canale, ed ora dovremo approfittare di questa migliorata condizione per aumentare le cifre del nostro export che nel B2b (l’e-commerce tra imprese, ndr) è fermo attorno ai 130 miliardi l’anno, mentre per il B2c (l’e-commerce diretto ai consumatori) non superiamo i 15 miliardi per anno”, ha concluso Mauriello.
Fonte: Milano Finanza

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