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Luglio in rosso per le Borse. Nel mese del risiko bancario spicca Ubi (+22%), giù Saipem (-19%)

I listini europei nel corso del mese hanno perso sempre più terreno a causa di un'economia globale che stenta a decollare, i contagi Covid e trimestrali con perdite monstre a causa del lockdown

Luglio in rosso per le Borse. Nel mese del risiko bancario spicca Ubi (+22%), giù Saipem (-19%)

Alle prese con l'economia che stenta a decollare, il rialzo dei contagi Covid in giro per il mondo e le trimestrali con perdite inedite a causa dei lo

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Alle prese con l’economia che stenta a decollare, il rialzo dei contagi Covid in giro per il mondo e le trimestrali con perdite inedite a causa dei lockdown, i principali listini europei chiudono in “rosso” il bilancio di luglio. L’unica piazza finanziaria che ha resistito è stata Francoforte, con il Dax che termina il mese in perfetta parità. Le paure degli investitori hanno invece frenato il Ftse Mib (-1,46%) che comunque limita i danni rispetto a Parigi (-3,1% a luglio), Londra (-4,4%) e Madrid (-4,9%).
Ma luglio è stato un mese chiave anche per il risiko bancario in Italia. A Piazza Affari, infatti, il primo posto lo conquista proprio Ubi Banca che – nel mese che ne ha segnato inevitabilmente il destino, con il successo dell’opas di Intesa Sanpaolo e il futuro delisting – ha guadagnato il 22,8% legandosi sempre di più ai valori del concambio proposto da Ca’ de Sass (componente cash inclusa). L’altro sprint è quello di Amplifon (+22,1%) che subito dopo i conti semestrali ha parlato di una «straordinaria velocità della ripresa» e di «segnali positivi dell’andamento dei ricavi nel corso del mese di luglio, in crescita rispetto ai livelli dell’anno precedente» mostrando di aver digerito in fretta la crisi. Chiude il podio dei maggiori rialzi a luglio il gruppo del beverage Campari (+13,5%) dopo una semestrale sopra le attese. La maglia nera, invece, va a Saipem (-19,2%) a causa della crisi del greggio, che ha portato il bilancio dei primi sei mesi in profondo rosso per 885 milioni.

Nell’ultima seduta di luglio sfuma l’atteso rimbalzo

Sfuma sul finale l’atteso rimbalzo delle Borse europee che chiudono in rosso la seduta del 31 lgulio dopo aver viaggiato in territorio positivo per buona parte della giornata. Stavolta a “tradire” i listini del Vecchio Continente è Wall Street (che oggi 31 luglio ha chiuso la seduta in rialzo con Dow Jones a + 0,44%, S&P 500 a +0,77% e Nasdaq a + 1,49%) dove le perdite miliardarie di colossi come Exxon e Chevron – piegati dalla pandemia e dal crollo della domanda di greggio – offuscano i profitti sopra le attese delle Big Tech, da Amazon a Facebook. L’incertezza sui tempi del nuovo pacchetti di aiuti pubblici negli Usa, la risalita dei casi Covid su entrambe le sponde dell’Atlantico e i dati macro ancora contrastati hanno contribuito al clima di nervosismo sui mercati. E questo nonostante nelle prime battute i listini europei sembrassero galvanizzati dai dati sulla ripresa del manifatturiero cinese a luglio, tanto che la stessa Piazza Affari a tratti è sembrata indifferente al crollo “senza precedenti”, spiega l’Istat, del Pil italiano nel secondo trimestre (-12,4%). A zavorrare le Borse ci hanno così pensato le vendite a pioggia sui settori auto, industria ed energetici. Il Ftse Mib, che nel corso delle contrattazioni era arrivato a guadagnare oltre l’1,2%, ha chiuso con una perdita dello 0,7%, aggravando il bilancio mensile di luglio (-1,47%).

Vendite a pioggia su Cnh, Leonardo e titoli petroliferi

In fondo al listino principale è finita Cnh (-5,4%), segnata dal tonfo di Caterpillar negli Usa. Anche Leonardo, dopo una fiammata iniziale all’indomani dei conti sopra le attese, ha seguito in scia il resto del comparto, chiudendo a -5,1%. Prosegue la discesa di Eni (-3,5%) dopo la trimestrale e il taglio del dividendo. Tra i pochi in controtendenza Ubi Banca (+4,4%) dopo che i risultati finali dell’opas di Intesa Sanapaolo (-1,6%) hanno decretato una adesione superiore al 90%. Fuori dal Ftse Mib, scatto di Astm (+3%) che ha trovato l’accordo per arrivare al controllo della società infrastrutturale brasiliana Ecorodovias.

Italia, Pil giù del 12,4% in un trimestre. Spagna in recessione

Pesante l’impatto del Covid sull’economia italiana ed europea nella primavera scorsa. L’economia italiana si è contratta del 12,4% nel periodo aprile-giugno rispetto ai tre mesi precedenti e del 17,3% rispetto allo stesso trimestre del 2019. Sono le stime preliminari dell’Istat. Dopo il -10,1% congiunturale della Germania nel periodo aprile-giugno, i dati arrivati da Italia, Francia e Spagna sono anche peggiori: secondo i dati dell’Insee, il Pil francese è sceso del 13,8%, il peggiore dall’inizio delle serie storiche, quello spagnolo, diffuso dall’Ine, è sceso del 18,5% congiunturale. La Spagna si trova in recessione dopo che nel primo trimestre la contrazione era stata superiore al 5%. L’economia dell’eurozona nel suo complesso si è ridotta del 12,1% nel secondo trimestre rispetto a quello precedente e del 15% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.

Cattolica si trasforma in spa, verso ingresso Generali

Cattolica Assicurazioni ha chiuso in rialzo dello 0,4% in Borsa dopo il via libera dell’assemblea dei soci alla trasformazione in spa, un passaggio necessario e vincolante per finalizzare nelle prossime settimane la joint venture con Generali. Quest’ultima sottoscriverà 300 milioni dell’aumento di capitale da 500 milioni richiesto da Ivass alla compagnia veronese entro l’autunno. Il prezzo di sottoscrizione di Generali sarà di 5,55 euro per azione ed è ovviamente questo il valore a cui il titolo Cattolica “tende” da quando è stato annunciato il riassetto.

Fonte : www.ilsole24ore.com

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