Fonte: Buonenotizie.it Il coding, parola inglese con la quale si intende l’attività di programmazione informatica, sta per diventare materia di ins
Fonte: Buonenotizie.it
Il coding, parola inglese con la quale si intende l’attività di programmazione informatica, sta per diventare materia di insegnamento nella scuola primaria.
Il Piano Nazionale Scuola Digitale, elaborato in Italia negli anni tra il 2015 e il 2016, e il Digital Education Action Plan, varato a livello europeo per gli anni 2021-2027 hanno sancito, perentoriamente, che il curriculum scolastico dei bambini debba essere arricchito con concetti base dell’informatica.
Perché è così importante saper padroneggiare il linguaggio software sin dalla più tenera età, al pari della matematica o delle lingue?
Coding: educazione all’informatica nelle scuole
La ragione per la quale il coding sta assumendo un’importanza crescente, è racchiusa nel significato della parola phygital, fusione del concetto di fisico e di digitale. La società contemporanea richiede individui con competenze solide nell’utilizzo delle tecnologie digitali.
Verosimilmente, le generazioni successive dovranno dimostrare di aver acquisito competenze informatiche a un livello più alto di quello attualmente sufficiente per affrontare il quotidiano.
L’Italia aderisce all’International Association for the Evaluation of Educational Achievement (associazione internazionale per la valutazione dei risultati nel campo dell’istruzione) e partecipa allo studio ICILS (International Computer and Information Literacy Study, uno studio internazionale sull’alfabetizzazione informatica nelle scuole). La pubblicazione dei risultati ha cadenza quinquennale.
Dall’indagine del 2018 è emerso che il livello di alfabetizzazione informatica degli studenti italiani è più basso rispetto alla media internazionale.
I risultati relativi all’anno 2023 saranno pubblicati nel 2024, si spera con risultati più incoraggianti e paghi delle politiche di diffusione del coding nelle scuole.
Il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD)
Il Ministero dell’Istruzione ha avviato, a partire dall’anno scolastico 2015-2016, una strategia di potenziamento dell’alfabetizzazione informatica, chiamata Piano Nazionale Scuola Digitale.
Punti chiave del piano sono: il rafforzamento delle competenze informatiche di docenti e discenti, il miglioramento dell’infrastruttura tecnologica scolastica con l’aumento della copertura di cablaggio dei plessi, l’integrazione della didattica digitale in quella tradizionale e la formazione di cittadini digitali, con spiccata propensione al problem solving. La pandemia e la didattica a distanza hanno, certamente, rafforzato il secondo aspetto, dal punto di vista pratico.
Il PNSD prevede l’insegnamento del coding come materia, sin dalla scuola primaria. Il coding favorisce il pensiero computazionale, quella forma di processo logico-creativo che, sulla base di algoritmi e dello studio delle cause e degli effetti dei fenomeni, porta alla soluzione dei problemi.
Il pensiero computazionale sviluppa creatività e lavoro di squadra.
Il coding nella scuola d’infanzia è stato introdotto anche in altri paesi europei. Secondo quanto previsto dal PNSD in Italia, ogni scuola che integrerà il coding nelle attività didattiche avrà in organico un animatore digitale, ovvero un esperto di coding con il compito di coordinare i processi di alfabetizzazione informatica e di individuazione degli strumenti più idonei all’insegnamento della materia.
Alcuni applicativi, attualmente utilizzati per l’insegnamento del coding nelle scuole, sono le piattaforme web Scratch, Code Academy e il progetto di costruzione di un robot, curato da Lego™ e chiamato Lego Mindstorms. Scratch è realizzata in collaborazione con il MIT Media Lab, costola del MIT di Boston (Massachussetts Institute of Technology). Per l’insegnamento del coding ai bambini in età tra i 5 e i 6 anni.
Coding in pratica: programmare con Arduino
Insieme al coding, l’altra attività di alfabetizzazione informatica che si sta diffondendo nelle scuole è la programmazione con Arduino. Arduino si basa su software open source (cioè con codice sorgente aperto, modificabile da tutti, senza diritti d’autore) e su schede elettroniche programmabili. La scheda prende il nome dal bar frequentato dagli ideatori del progetto, nonché dal nome di un re italiano vissuto nell’Alto Medioevo.
L’integrazione di software ed elettronica consente al discente di creare, in autonomia, progetti di micro-ingegneria elettronica e informatica. Arduino completa l’impianto formativo del coding: si impara facendo, con il cosiddetto approccio project-based. In commercio si trovano diversi kit, dal più basico al più completo, per costruire piccoli progetti anche individualmente. È inoltre possibile acquisire una certificazione sulle competenze di coding specifiche per Arduino.