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Xenotrapianti, due cuori di maiale sono stati trapiantati in pazienti in stato di morte cerebrale

Gli organi geneticamente modificati sono stati trapiantati in due pazienti deceduti, sostenuti solo da supporto meccanico. Si tratta di esperimenti per perfezionare una metodica che in futuro potrebbe salvare migliaia di vite

Xenotrapianti, due cuori di maiale sono stati trapiantati in pazienti in stato di morte cerebrale

La New York University (Nyu) Langone Health ha reso noto che un proprio team di ricercatori ha praticato nell’ultimo mese due nuovi tentativ

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La New York University (Nyu) Langone Health ha reso noto che un proprio team di ricercatori ha praticato nell’ultimo mese due nuovi tentativi di xenotrapianti: cuori di maiali geneticamente modificati sono stati trapiantati in due pazienti cerebralmente morti che avevano donato il proprio corpo alla scienza. Dopo il decesso per infezione a due mesi dall’intervento del 57enne cardiopatico David Bennett (la prima persona che, non avendo più alternative, aveva acconsentito a ricevere un cuore di maiale ogm) gli esperti sostengono che questi esperimenti servono a raccogliere ulteriori informazioni, affinare la tecnica e i protocolli di sicurezza prima di riprovare l’intervento su persone viventi. La speranza è che un giorno questa metodica possa mettere una pezza alla cronica carenza di organi e contribuire a salvare vite.

L’equipe di Nader Moazami, cardiochirurgo al Langone Transplant Institute della Nyu, ha eseguito i due interventi il 16 giugno e il 6 luglio scorsi utilizzando cuori di maiale geneticamente modificati per evitare il rigetto da parte del ricevente. Gli xenotrapianti hanno avuto successo: dopo decine di ore di intervento, i cuori hanno preso a battere e a funzionare normalmente, senza bisogno di ulteriori supporti oltre ai farmaci della terapia post operatoria. La funzionalità cardiaca è stata monitorata per tre giorni, ma sono anche stati effettuati controlli invasivi (come ripetute biopsie per verificare le condizioni del cuore trapiantato) che sarebbero stati impossibili in un paziente vivente. Dopodiché i medici hanno interrotto il supporto vitale.

Da sottolineare che, per limitare per quanto possibile l’eventualità di infezioni da parte di virus animali (che è l’ipotesi avanzata per spiegare il decesso di Bennett), i cuori di maiale erano stati sottoposti a screening con metodi più accurati e sensibili e sono stati seguiti protocolli rigorosi per la prevenzione di trasmissione di malattie infettive zoonotiche. Al di là di questi controlli aggiuntivi, tutto il processo ha imitato quello già implementato per i trapianti di cuore umano-umano. “Il nostro obiettivo è integrare le pratiche utilizzate in un tipico trapianto di cuore, solo con un organo non umano che funzionerà normalmente senza l’aiuto aggiuntivo di dispositivi o medicinali non testati“, ha spiegato Moazami. “Cerchiamo di confermare che gli studi clinici su questa nuova sorgente di organi possono andare avanti utilizzando pratiche di trapianto collaudate“.

I nuovi tentativi di xenotrapianto sono un ulteriore passo per comprendere meglio gli aspetti meccanici, molecolari e immunologici del trapianto di xenocuore, fornendo informazioni a cui la Food and drug administration (Fda) statunitense potrà attingere per decidere se avviare una concreta sperimentazione su persone viventi. Fino allo scorso anno, infatti, tutti gli esperimenti erano praticati su primati non umani. La strada è ancora lunga, ma gli esperti sono convinti che si possa e si debba percorrere. Probabilmente, però, serviranno ulteriori test su persone cerebralmente morte prima di passare allo step successivo.

Fonte: Wired.it

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