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Orecchio assoluto…si nasce? Ce lo dice la scienza

Abbiamo spulciato la letteratura scientifica e intervistato chi l’orecchio assoluto ce l’ha davvero: scopriamo questa eccezionale capacità uditiva.

Orecchio assoluto…si nasce? Ce lo dice la scienza

Mai sentito parlare di orecchio assoluto? Si tratta di leggenda o realtà? Per quanto sia rara, è una capacità vera e propria molto apprezzata in campo

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Mai sentito parlare di orecchio assoluto? Si tratta di leggenda o realtà? Per quanto sia rara, è una capacità vera e propria molto apprezzata in campo musicale. Ma si nasce con l’orecchio assoluto? Si può allenare o no? In questo articolo vi proponiamo una sintesi e un’intervista ad una cantante e pianista con orecchio assoluto.

Cosa vuol dire avere un orecchio assoluto?

Chi possiede un orecchio assoluto è in grado di identificare, senza l’uso di uno strumento di riferimento, l’altezza assoluta del suono, cioè la sua frequenza. Oltre a saper riconoscere esattamente le note, un orecchio assoluto è spesso in grado di riprodurle con la voce o con l’uso di strumenti musicali. In inglese questa condizione è conosciuta come absolute pitch (AP) e, nonostante sia piuttosto rara, è solitamente più frequente in cantanti e musicisti: si manifesta in una persona su diecimila e più comunemente in Asia, dove si parlano lingue tonali (cinese, mandarino, giapponese, vietnamita ecc.).

Un orecchio assoluto percepisce la frequenza e riconosce la sua nota associata. In parole semplici possiamo dire che la frequenza è il numero di volte che un’onda sonora oscilla al secondo: se la frequenza è alta, il numero di oscillazioni è elevato o, al contrario, se è bassa il suo numero di oscillazioni sarà basso. L’unità di misura della frequenza è l’Herz (Hz) che indica il numero di cicli al secondo, cioè il numero di volte in cui l’onda oscilla in maniera completa.
Detto così il tutto sembra già strabiliante, non vi pare?

Orecchio assoluto, orecchio relativo e amusici

Essere un orecchio assoluto o relativo non fa differenza quando dobbiamo riconoscere un brano: tutti, bambini compresi, riconoscono la famosa “Tanti auguri a te”.
In realtà questo non vale proprio per tutti: esistono gli a musici congeniti. Gli a musici sono persone che, anche se educate alla musica, mostrano fin dalla nascita difficoltà nel riconoscere toni e melodie. Attenzione, non sono persone a cui non piace la musica; si tratta di un vero e proprio disturbo che può essere congenito o causato da lesione cerebrali o alla corteccia uditiva.

Dai dati storici in nostro possesso pare che BachMozart e Beethoven fossero dotati di orecchio assoluto. Non serve andare tanto indietro nel tempo per trovarne altri esempi: anche Jimi HendrixMichael JacksonFrank SinatraMariah CareyCeline Dion e Barbra Streisand possiedono o hanno posseduto questa straordinaria dote.
Pare invece che Freud e Che Guevara fossero a musici, non riuscendo a godere del piacere della musica. Il noto psichiatra e neuroscienziato Oliver Sacks racconta che il “Che” non sapesse distinguere alcun genere musicale tanto da lanciarsi in pista a ballare un tango quando tutti ondeggiavano a ritmo di samba!

Questione di genetica?

Studi neurobiologici delle aree del cervello suggeriscono la presenza di asimmetrie delle aree corticali: mettendo a confronto musicisti con orecchio assoluto (AP) e orecchio relativo (RP), i risultati mostrano come, durante l’ascolto della musica, si attivino aree diverse del cervello. Queste conclusioni supportano la teoria secondo cui l’orecchio assoluto sia una condizione prettamente congenita e non acquisita. Ci sarà bisogno, però, non solo di fortuna ma anche di determinati fattori ambientali che inducano questa capacità già in tenera età. Numerose ricerche ci dicono che orecchio assoluto si nasce, ma c’è bisogno di allenarlo.

pianoforte

Intervista ad un orecchio assoluto

Come hai scoperto di avere un orecchio assoluto?

Prima ancora di leggere e scrivere cominciai a suonare il pianoforte con mia nonna: è stata lei a condurmi verso il mondo della musica. Mi sono allenata senza saperlo, giocando ad imparare e riconoscere le note: inizialmente ho imparato ad ascoltare, poi a dare i nomi alle note. Quando poi mi veniva chiesto di riconoscere un DO, un LA, un MI, per me era quasi scontato. È come se possedessi nella mia testa una sorta di database delle note. Non mi serve doverle mettere a confronto, le conosco in maniera innata. Poi certo, è anche l’allenamento che mi ha permesso di sviluppare questa dote ancor di più. Immagino che, come è capitato a me, per scoprire questa capacità ci sia bisogno di un contatto con la musica fin da bambini.

Si può allenare o perdere l’orecchio assoluto?

Ma è vero che un orecchio assoluto è in grado di riconoscere ogni suono?

Non tutti i suoni, diciamo solo quelli nitidi e regolari a cui posso associare una nota definita. Con gli amici mi divertivo a riconoscere i suoni striduli delle frenate dei treni durante i viaggi, ma non sono certa di saper riconoscere tutti i rumori. Se sono confusi è piuttosto complicato. Certamente è questione di raffinatezza: non tutti gli orecchi assoluti percepiscono i suoni allo stesso modo. C’è anche chi ha un orecchio talmente sensibile da mal sopportare i suoni della vita comune, ma sono casi estremi.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di avere un orecchio assoluto?

Beh, sicuramente nel trasporto lo reputo uno svantaggio, ma ormai l’ho superato, anche se con fatica. Ci vedo molti vantaggi più che svantaggi in un dono così, specialmente se si è cantanti o musicisti. Nel mio caso ho notato una facilità e una velocità di lettura degli spartiti, così come per la memoria. In genere mi basta poco per studiare un brano, mi considero fortunata. Mi è capitato di dover arrangiare gli spartiti o di scrivere da zero una melodia che ho già in testa e certamente questa dote mi fa comodo! Capto una melodia e… spesso posso dire che è “buona la prima”!

Fonte: Geopop.it

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