Gibolli, bernoccoli e... unghiate: è una superfice butterata e disconnessa quella fotografata dal Trace Gas Orbiter (TGO) della missione europea E
Gibolli, bernoccoli e… unghiate: è una superfice butterata e disconnessa quella fotografata dal Trace Gas Orbiter (TGO) della missione europea ExoMars nell’Argyre Planitia, una pianura situata nell’emisfero meridionale di Marte. La telecamera CaSSIS a bordo della sonda ha ripreso l’area vicina al cratere Hooke, che ha le caratteristiche di un “terreno caotico”, come viene definita questa morfologia di suolo marziano.
I terreni caotici, presenti in una trentina di regioni marziane ma senza corrispettivi nella geologia terrestre, sono caratterizzati da blocchi di roccia irregolari, dorsali, fratture, valli, collinette di forma conica e altopiani, tutti ammassati un po’ a casaccio nella stessa area. Quello nella foto scattata da CaSSIS lo ricorda, anche se non è stato per ora classificato come tale.
Queste colonne di polvere che somigliano nell’aspetto a trombe d’aria non dipendono dal meteo come i tornado: piuttosto si formano quando l’aria molto calda vicino al suolo inizia a spostarsi verso l’alto in correnti ascensionali che trascinano con sé sabbia e detriti. Sul Pianeta Rosso la loro comparsa è molto più evidente rispetto alla Terra, per via della rarefatta atmosfera e delle polveri abbondanti. I dust devils su Marte arrivano a essere anche 10 volte più alti e 50 volte più ampi di quelli terrestri.
Nel video qui sotto, un diavolo di sabbia marziano. Il video è stato girato nel 2016 nella Planitia Amazonis – una regione situata nell’emisfero nord del pianeta rosso – dalle telecamere dell’HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) installate sulla sonda Mars Reconnaissance Orbiter.
Il Trace Gas Orbiter, in orbita attorno a Marte dal 2016, è incaricato di studiare nel dettaglio i gas dell’atmosfera del Pianeta Rosso e mappare le zone più ricche d’acqua della sua superficie. Questi dati serviranno a spianare la strada all’arrivo su Marte del rover Rosalind Franklin, nel 2023, per la seconda parte della missione ExoMars.
Fonte: Focus.it