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Il turismo spaziale completa l’offerta: arriva l’hotel di lusso tra le stelle

Il piano di Orbital Assembly Corporation prevede stanze a 400 km di altezza, con un investimento di 200 miliardi di dollari. Tre giorni per 5 milioni, viaggio compreso

Il turismo spaziale completa l’offerta: arriva l’hotel di lusso tra le stelle

L’anno che si è appena chiuso verrà archiviato come quello di inizio effettivo del periodo del turismo spaziale, e che ci ha lasciato con un annuncio

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L’anno che si è appena chiuso verrà archiviato come quello di inizio effettivo del periodo del turismo spaziale, e che ci ha lasciato con un annuncio veramente speciale: nel 2027 avremo il primo hotel spaziale, di lusso, attorno alla Terra.

Sembrava una chimera solo un paio di anni fa e invece nel 2021 abbiamo visto Jeff Bezos, patron di Amazon, portare nello spazio, anche se a soli cento chilometri di altezza, sé stesso e vari amici e personalità in più voli della Blue Origin, la sua impresa spaziale, abbiamo visto SpaceX portare dei neofiti dello spazio attorno alla Terra con la sua missione Inspiration 4 e abbiamo visto, proprio a dicembre, un facoltoso miliardario giapponese accedere alla Stazione spaziale internazionale, a suon di decine di milioni di dollari.

Per dovere di cronaca poi occorre ricordare anche la performance negativa di Sir Richard Branson, che da anni vende biglietti per andare a fare un giro con il suo aereo razzo fino a 80 km di altezza e ha voluto a tutti i costi battere sul tempo i concorrenti volando l’11 luglio scorso, una settimana prima di Bezos, ma alla fine rimediando una figuraccia: il volo andò male ma per fortuna nessuno si fece male grazie alla bravura della pilota dell’aereo razzo, che non è mai più volato da allora.

E ora, come se tutto questo non bastasse, abbiamo avuto la chiusura con l’annuncio della Orbital Assembly Corporation: per il 2027, se tutto andrà bene, avremo in orbita bassa, sui 400 chilometri da Terra, un vero e proprio hotel di lusso, che di stelle ne vedrà molte migliaia.

L’idea non è nuova se vogliamo, risale a Wernher Von Braun, il padre del programma Apollo, che reputava una stazione spaziale fondamentale per andare su Marte, e siamo negli anni ’50 del secolo scorso. L’aspetto è quello di una di una grande ruota panoramica, decine di metri di diametro, tipo quella del Prater di Vienna, che gira abbastanza velocemente in modo da creare una forza centrifuga che compensa l’assenza di gravità, se si è nell’anello più esterno della stazione spaziale.

Chi ha visto “2001 Odissea nello spazio” può probabilmente visualizzare la situazione. La Stazione spaziale, Voyager il nome proposto, è di fatto un albergo di gran lusso, con stanze molto comode con vista universo, sale comuni che sembrano salotti da grande albergo, ma anche palestra, campi da pallacanestro e altro, spa, bar e tutto quanto può rendere felice il turista spaziale, desideroso però di portarsi dietro le comodità terrestri.

La Orbital Assembly aveva iniziato a pensarci nel 2019 e, nonostante i ritardi dovuti al Covid, annuncia di essere sostanzialmente in linea con i tempi e che presto inizierà anche la vendita o l’affitto di pezzi della stazione.

Pare infatti che in questa gigantesca ruota panoramica spaziale, del costo di 200 miliardi, non solo sarà possibile soggiornare come normali villeggianti, che hanno comunque la vista continua del Cosmo e della terra dalla propria camera da letto, dai salotti e dalla sala da pranzo, ma anche sarà possibile, con cifre certamente non tanto amichevoli, addirittura comprare una villa che verrà ricavata all’interno della stazione e diverse più modeste, ma comunque costosissime suite.

La prospettiva più realistica per l’offerta è quella di prenotare per tre giorni, viaggio di andata e ritorno compreso, per 5 milioni di dollari. Comunque ci sono 400 posti a disposizione e, attrazione irresistibile, una cucina frequentata da chef stellati – è proprio il caso di dirlo – che a rotazione cercheranno di far dimenticare il cibo che viene fornito agli astronauti sottovuoto.

I rendering mostrati al pubblico sono veramente piacevoli e pare proprio che la domanda stia emergendo visto che l’affare procede spedito e un certo numero di avventurosi Paperoni in tutto il mondo nei cinque continenti aspetta solo di farsi una vacanza tra le stelle.

Il discorso è serio: la privatizzazione dello spazio, insomma, è cosa fatta e soprattutto è qualcosa appannaggio sostanzialmente degli americani, almeno finora. Andando avanti così, agli europei resterà solo la possibilità di andare un paio di settimane in questa Miami dello spazio.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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