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Cresce addiction banche italiane e spagnole a Btp e Bonos. In Italia superata soglia pericolo record

Cresce addiction banche italiane e spagnole a Btp e Bonos. In Italia superata soglia pericolo record

“Le banche di Spagna e Italia stanno ricadendo nella loro dipendenza dal debito sovrano”. E’ quanto scrive Liam Proud nell’articolo di Reuters “Old Ha

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“Le banche di Spagna e Italia stanno ricadendo nella loro dipendenza dal debito sovrano”. E’ quanto scrive Liam Proud nell’articolo di Reuters “Old Habits“, ovvero “Vecchie abitudini”. Il riferimento è al tarlo del doom loop, espressione che viene utilizzata da economisti ed esperti soprattutto quando si parla di Italia: è il legame tossico, l’abbraccio tra le banche di un paese e i titoli di stato del paese stesso, che diventa mortale nel momento in cui il debito sovrano, caduto nelle reti della sfiducia dei mercati, viene preso di mira e attaccato.
La svalutazione di questi titoli colpisce inevitabilmente i bilanci delle banche. Non stupisce se il doom loop finisce per fare spesso rima con l’Italia. Con il suo rapporto debito-Pil destinato a salire a livelli record, i BTP si confermano eterni osservati speciali dei mercati. Pronti a premere il pulsante “unload” nel caso in cui le casse dello stato del made in Italy dovessero iniziare a inviare segnali di esaurimento liquidità.

Nel suo articolo, Proud utilizza il termine “addiction” che, tradotto, significa per l’appunto dipendenza e assuefazione e che, nel caso specifico di Spagna e Italia, indica come le banche dei due paesi abbiano ricominciato ad aumentare la loro esposizione ai debiti pubblici di Madrid e Roma.
Il problema è che questa crescita dell’esposizione rischia di “rendere (gli istituti di credito) vulnerabili, nel caso in cui i timori di una rottura dell’euro dovessero anch’essi ritornare”. E l’ “addiction”, la stessa droga – scrive Proud – “rende anche più difficile completare l’Unione bancaria e, di conseguenza, più difficili le operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni, mergers and acquisitions) cross-border”.
“La cattiva abitudine”, la “old habit”, puntualizza il giornalista, è “tornata per il modo in cui la Bce e i governi hanno risposto al COVID-19“.
Ovvero? “La presidente della Bce Christine Lagarde sta erogando alle banche finanziamenti a basso costo attraverso schemi come le operazioni di rifinaziamento di lungo periodo, ovvero le TLTRO, che presentano tassi di interesse negativi. La speranza è che le banche utilizzino i fondi per sostenere le aziende in difficoltà”.  Tuttavia, in questo modo, “alle banche vengono forniti anche incentivi affinché facciano incetta di bond sovrani”. E tutto ciò “è positivo per i governi, che stanno emettendo tonnellate di debito per proteggere le loro economie dal virus”.
Proud riporta i dati della Bce, da cui emerge che, complessivamente e in data 30 giugno, banche spagnole come BBVA possedevano 206 miliardi di euro di debito sovrano spagnolo, il 16% in più rispetto alla fine del 2019. E le banche italiane come Intesa SanPaolo, si legge nell’articolo, hanno aumentato le loro partecipazioni nei titoli governativi del paese del 15%, a 442 miliardi di euro.
La maggiore esposizione potrebbe fomentare i timori del cosiddetto doom loop sovrano – ricorda Proud – così come accaduto nel corso della crisi dell’Eurozona degli anni 2011-2012″. In quell’occasione “le perdite subite dalle banche a causa dei bond governativi detenuti affossarono le loro quotazioni azionarie, aumentando il rischio di operazioni di bailout che gli stati, già a corto di liquidità, non avrebbero potuto permettersi di lanciare. I progressi limitati che sono stati fatti da allora nello sciogliere le banche dai governi sono stati già azzerati”.
Cifre alla mano – che sono quelle, tra l’altro, della Bce – “le esposizioni delle banche spagnole al debito nazionale sono pari al 78% del valore del capitale e delle riserve, al record dal 2016. In Italia, il rapporto è salito al di sopra del 120% per la prima volta in decenni. Questi timori potrebbero essere meno incisivi se il nuovo Recovery Fund dell’Unione europea si dimostrasse un passo verso l’Unione fiscale. Se invece fosse un intervento solo straordinario, il doom loop potrebbe tornare nel corso della prossima crisi”.
“La ricaduta – conclude Proud – potrebbe tra l’altro rendere politicamente più difficile completare l’Unione bancaria in Eurozona, un prerequisito per quelle operazioni di fusione transnazionali di cui c’è tanto bisogno. Gli enormi portafogli di bond sovrani delle banche del Sud Europa sono stati sempre un punto di scontro nelle trattative su un sistema di garanzia comune sui depositi”.
Basti pensare alla “proposta del ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz che, lo scorso anno, chiese oneri più alti sui capitali delle banche con esposizioni rilevanti verso il debito sovrano. Anche prima del Covid, l’idea non venne accolta bene in Italia”. Ora, “la dipendenza rinnovata delle banche dal debito sovrano rende il raggiugimento del compromesso ancora meno probabile”. E le condizioni in cui versano Italia e Spagna – alle prese con un nuovo boom di casi di coronavirus -ancora più problematiche.

Fonte : www.finanzaonline.com

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