HomeEuropa e economia

Il ruolo delle imprese nella formazione dei giovani

Il ruolo delle imprese nella formazione dei giovani

La formazione proietta il suo orizzonte all'estero, specialmente in questo momento storico dove lavoro e impresa guardano oltre i propri confini; non

Banche, la riforma della Bce lascia i territori senza sportelli
Calenda. Partnership con la Francia in campo navale e spaziale
Standard & Poor’s alza il rating italiano

La formazione proietta il suo orizzonte all’estero, specialmente in questo momento storico dove lavoro e impresa guardano oltre i propri confini; non è soltanto una semplice scelta perché diventa quasi una necessità. High School Program, dove si frequentano tre o sei mesi, più spesso l’intero anno di quarta superiore in una scuola estera, è un programma riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca della Repubblica Italiana ed è, secondo il pensiero di migliaia di ragazzi, “l’esperienza più straordinaria e indimenticabile della propria vita!”.

È una tendenza in pieno boom anche in Italia dove si stima che siano oltre 6.000 i ragazzi che stanno iniziando, proprio in questo periodo, la scuola in un altro paese. Complessivamente nel nostro paese si è registrato un tasso di crescita di partenze del 65% dal 2010 ad 2018. Sono giovani che abbandonano l’Italia per cercare altre opportunità oppure per migliorare la personale formazione, aumentando le capacità professionali in un mondo del lavoro che richiede sempre più specializzati.

La fotografia che emerge è chiara. «Secondo YouAbroad, da oltre 10 anni punto di riferimento per i tanti ragazzi e le loro famiglie che optano per questa possibilità, assolutamente sì, reali e anche stimabili: l’87% degli studenti che ha svolto un periodo di studi all’estero ha ottenuto un voto di maturità tra 85 e 100; il 92% di essi prosegue gli studi con un percorso universitario; il 78% ritiene che l’esperienza sia stata determinante per l’ingresso nel mondo professionale; l’83% si ritiene soddisfatto della carriera lavorativa intrapresa, grazie alle soft skills sviluppate durante il periodo all’estero, in primis la capacità di problem solving, di innovazione e di capacità di dialogare con culture differenti». Si parte di più al Nord che a Sud. Le regioni più interessate dal fenomeno, sono Lombardia, Piemonte e Lazio con 3.000 mila partenze circa, seguono Emilia-Romagna, Veneto e Trentino. A partire sono di più le ragazze rispetto ai ragazzi 60% contro il 40% e la maggior parte proviene da un liceo, 70% contro 30% degli Istituti tecnici. «Una delle priorità è quella di generare momenti di contaminazione concreti tra la scuola italiana e il mondo delle aziende. Un manager di azienda – commenta Patrizia Groppo, CEO YouAbroad – che parla del suo percorso professionale in aula diventa un caso di successo per gli studenti spaventati dal salto nel mondo del lavoro, un progetto aziendale che viene integrato nel piano di studi trasforma una classe di alunni in un team di “consulenti” che vivono in un ambiente protetto le dinamiche del lavoro in azienda, una giornata in un dipartimento aziendale dopo un ciclo di lezioni teoriche in classe genera connessioni di conoscenza che dureranno tutta la vita. È però altrettanto prioritario che i giovani dal canto loro non restino fermi a guardare pensando che la responsabilità sia esclusivamente di istituzioni e aziende. I giovani hanno il dovere di ricercare momenti di formazione complementari a quelli offerti dalla scuola italiana, devono essere coraggiosi, curiosi, consapevoli che ogni esperienza che sceglieranno di fare prima dell’approdo al mondo del lavoro, aumenterà le probabilità del loro successo professionale. In tal senso in YouAbroad abbiamo notato che negli ultimi 10 anni l’interesse verso esperienze formative a carattere internazionale, come l’High School Program in Paesi anglofoni quali Stati Uniti, Canada, Regno Unito o Australia, abbia registrato una fortissima crescita soprattutto per la possibilità di studiare un semestre o un anno all’estero durante la scuola superiore secondaria, diventando a tutti gli effetti bilingue e acquisendo un approccio pragmatico e innovativo alla gestione dei problemi, al lavoro in gruppo e al dialogo tra culture diverse».

Francesco Fravolini

Commenti