HomeLa Riflessione di Giancarlo Elia Valori

Il recente libro di Armillotta e Bagozzi. I GANEFO, i giochi mondiali contro l’imperialismo di Stati Uniti ed Unione Sovietica e il razzismo del CIO

Recensione

Il recente libro di Armillotta e Bagozzi. I GANEFO, i giochi mondiali contro l’imperialismo di Stati Uniti ed Unione Sovietica e il razzismo del CIO

Prim’ancora di leggere i libro ho parlato con gli autori, ed il primo nucleo di interessi e di ricerche, dal quale è germinato il vasto disegno di que

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Prim’ancora di leggere i libro ho parlato con gli autori, ed il primo nucleo di interessi e di ricerche, dal quale è germinato il vasto disegno di questa rassegna del pensiero sportivo-geopolitico, è stata una richiesta di dati da Bagozzi ad Armillotta il 17 dicembre 2019 in merito alla secretata presenza della pallavolo italiana ai GANEFO 1963. Su di essa gli autori dedicano un capitolo, ponendo all’attenzione pure alcuni documenti trovati in Svizzera a dir poco imbarazzanti per la dirigenza sportiva italiana.
Ma cosa erano i GANEFO, ossia Games of New Emerging Forces? Scrive Lucio Caracciolo nella presentazione: «A causa del razzismo del CIO, le diplomazie di Pechino, Giacarta, Hanoi, Vientiane, Phnom Penh, il Cairo, Algeri, Tirana, Pyongyang, Città del Messico, l’Avana, Brasilia, Conakry, ecc., cercarono un proscenio mondiale in cui lo sport dei Paesi afro-asiatici e americolatini potesse manifestare il proprio valore senza ricatti o condizionamenti politici».

La diatriba tra i sovietici e i cinesi

La ricerca dei due autori è stata compiuta in quattro anni di assidua e illuminata fatica. Nel volume si pone in evidenza la Repubblica Popolare della Cina nell’allora diatriba coi sovietici che costrinse Mosca a partecipare largamente però di malissima voglia a questo primo immenso successo della diplomazia sinica, coreanopopolate e di alcuni Paesi europei, americani e afro-asiatici; un’eco che fuoriuscì dai confini dell’Estremo Oriente. Osserviamo le relazioni internazionali nel Sud-Est asiatico che opponevano Pechino, Mosca e Washington nella guerra del Vietnam; gli affari esteri fra l’allora filocinese Indonesia di Sukarno con la neutrale Cambogia di Sihanouk, e i buoni rapporti con i prostatunitensi Giappone, Filippine e Malaysia; gli intimidatori, però inutili e patetici tentativi del filonazista Brundage che tentò a tutti i costi di mettere il bastone fra le ruote ai GANEFO, attraverso il CIO controllato da razzisti bianchi e atterrito dagli avvenimenti; i complotti della CIA per danneggiare, e ancora vanamente sia i GANEFO che i coevi Festival Mondiali della Gioventù e degli Studenti: il tutto provato da vasta e ufficiale documentazione.
Nel volume v’è l’intera storia – sotto l’aspetto giuridico-politico e sportivo-culturale – dei rapporti fra l’occidentale CIO (compresi i complici sovietici) e gli atleti del Terzo Mondo e dei Paesi in Via di Sviluppo, trattati fino ad allora come bestie: basti pensare agli oltre cento primati del mondo cinesi che il CIO decise dal 1958 al 1979 non esistessero né loro, e né il popolo che li aveva ottenuti. Molto interessante la critica al pensiero suprematista occidentale aristotelico, che gli autori dimostrano già superato dal diritto romano.
Detto così degli autori, l’opera loro non sembra richiedere ulteriori parole di presentazione in merito ai contenuti tecnici che sono lasciati al lettore italiano e si spera anche straniero. Si tratta a tutt’oggi, e chissà per quanti anni ancora, di un lavoro unico e insostituibile, vuoi per l’organica ampiezza del disegno, vuoi per il rigore dell’esecuzione. Nata da sterminate letture, da minuziosi spogli sistematici, da un’indagine sempre diretta e intransigente fin dove l’inedito, l’inaccessibile e il lontano non hanno frustrato lo zelo della ricerca. L’opera non ha nulla di compilatorio, ma scorre veloce senza mai annoiare. Anche nei settori di più alta specializzazione, come quello della storia delle relazioni internazionali, la probità degli studiosi mette la trattazione al riparo da improvvise scelte di parte.
Le grandi collezioni di testi, che Armillotta e Bagozzi hanno adottato, sono quelle che ancora oggi usiamo. Il progresso è stato molteplice, ma – da questo largo angolo visuale – può dirsi minuto e determinante; oltre al fatto che v’è da segnalare l’assenza di ogni velleità polemica, il tono misurato e cauto di ogni asserzione, il senso di aperta problematica, il rifuggire da tesi preconcette o esclusive giovano ulteriormente a mantenere a quest’opera di sintesi il suo valore di testo istituzionale di sicura obiettività.
Ogni enunciazione, ogni testimonianza, sia essa letteraria o giuridica o economica, illumina di riflesso la circolazione e la vitalità di concetti capitali, rievocando a perfezione il clima ideologico degli anni Sessanta del sec. XX. Si rivelano credenze e aspirazioni degli Stati del Terzo Mondo e dei Paesi in Via di Sviluppo: la volontà di loro strati sociali determinati, a mostrare come e quando le idee di ribellione e riscatto dal nefando potere del CIO, riuscirono a penetrare in ogni ceto fino a divenire opinio communis.
E anche sotto questo riguardo adunque l’immensa fatica di Armillotta e Bagozzi, volta a raccogliere e selezionare materiali tanto eterogenei, costituisce un apporto di alta rilevanza al progresso degli studi politici e sportivi. Il ricorso alla parallela storia delle istituzioni politiche coeve si pone nel tessuto dell’opera ancora in modo più stretto e continuo, perché il rapporto di reciproca azione e reazione fra federazioni internazionali e volontà di riscatto dei popoli mi sembra di interesse davvero primario per chiunque non intenda la storia del pensiero come astratta speculazione e voglia rendersi conto di come la meditazione costruttiva sui problemi della vita sociale si traduca in soluzioni effettuali di quei problemi, mentre, all’inverso, le concrete condizioni della convivenza e della società civile propongono via via nuovi temi alla riflessione e stimolano incessantemente la evoluzione dottrinale.
Per concludere ho notato come gli autori, siano riusciti a ricostruire l’albo d’oro sia dei GANEFO mondiali 1963 (dei quali ricorre nel 2023 il LX anniversario) che dei GANEFO asiatici 1966. Va reso onore al rispetto che gli autori hanno voluto esprimere nei confronti dei reali protagonisti di queste manifestazioni. Ad oggi ci sono stati alcuni brevi saggi da rivista sui GANEFO, ma gli atleti erano completamente ignorati. Per gli intellettuali di provincia o di Stato che si sono soffermati sui GANEFO, gli atleti non esistevano: troppa fatica nel poter trovare le medaglie e i completi piazzamenti per sport di squadra: quelle che contano sono le loro penne e basta.

Giovanni Armillotta e Marco Bagozzi, I GANEFO 1963 e 1966. Ribellione e riscatto, Presentazione di Lucio Caracciolo, Ledizioni, Milano, 2023, pp. 348, ISBN: 978-88-5526-732-8
Chi volesse acquistare una copia può rivolgersi agli autori: ga57@yahoo.com, marcobagozzi@yahoo.it

 

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