Fonte: Buonenotizie.it Nel 2022 le donne impiegate nei settori high-tech sono state quasi un terzo (32,8 %) degli oltre 9,8 milioni di lavoratori d
Fonte: Buonenotizie.it
Nel 2022 le donne impiegate nei settori high-tech sono state quasi un terzo (32,8 %) degli oltre 9,8 milioni di lavoratori del settore in tutta l’UE. Una quota migliorabile e soprattutto continuamente in crescita in uno dei settori riconosciuti come motore chiave della crescita economica e della produttività europea, che rappresenta da solo il 4,9 % dell’occupazione totale dell’UE.
Un risultato di genere promettente che si inserisce in un contesto di crescita economica e occupazionale che interessa da vicino Regioni e Città d’Europa.
Settori ad alta tecnologia: i dati sull’occupazione nell’UE
Infatti, secondo i dati Eurostat riportati nel Report online: “Regions in Europe – 2023 edition”, tra 2021 e il 2022, 9 regioni su 10 hanno registrato un aumento dei tassi di occupazione in diversi settori. Uno dei settori più prolifici è quello dell’alta tecnologia, che raccoglie al suo interno il comparto manifatturiero di alta innovazione (prodotti farmaceutici, informatici elettronici ed ottici), il settore di servizi ad alta intensità di conoscenze (dai programmi video, musica e programmi televisivi alle telecomunicazioni e all’informatica).
Sono le regioni francesi (Ile-de-France) e spagnole (Comunidad de Madrid) a registrare il maggior numero di persone impiegate (rispettivamente 42.0000 e 28.9000 impiegati). Ma subito dopo, ecco spuntare la Lombardia che impiega oltre 200.000 occupati nell’alta tecnologia, similmente alla regione tedesca di Oberbayern e alla spagnola della Cataluña.
Fra i fanalini di coda il Molise, insieme a quattro regioni greche (Anatoliki Makedonia, Thraki, Peloponnisos, Ipeiros e Sterea Elláda) con meno di 3000 addetti, segnale questo che la crescita non è uniforme né in tutta l’Europa né in Italia con grandi disparità e differenze di scelte produttive e strategiche che richiedono un impegno delle Istituzioni europee e nazionali per garantire parità di condizioni ed evitare la mobilità e dispersione demografica dei lavoratori più innovativi. E verso quali Regioni d’Europa ci si muove per entrare nel mondo high-tech?
Industria high-tech: in quali regioni d’Europa si impiegano più donne
Come abbiamo visto, i settori produttivi ad alto tasso tecnologico impiegano 9,8 milioni di persone: 3,2 milioni sono donne, solo una su tre, ma guardando i dati occupazionali di genere del comparto dal 2018 quando erano solo 2, 5 milioni, si scopre che la presenza femminile è stata in continuo aumento.
E se andiamo a vedere le statistiche nazionali, l’Europa pone l’Italia al quarto posto per presenza femminile nell’high tech con 293 milia impiagate nel settore. Il dato è positivamente in crescita (erano 250 mila le addette italiane high tech nel 2018): ci superano la Spagna (299 mila lavoratrici), e la Francia con 419 mila presenze femminili); meglio di tutti la Germania che conta 758 mila donne nel settore, record dell’UE a 27 Stati.
Ma il dato femminile varia significativamente da regione a regione: raggiunge il massimo, il 50,2%, nella regione ungherese del Nyugat-Dunántúl e scende all’8,3 % nella regione greca di Tessaglia, complice la diversa vocazione degli Stati alla promozione di questo settore.
Dai dati europei si scopre anche che le Marche sono la seconda Regione d’Europa con la quota più alta di occupazione femminile nel settore high tech (48,6 %) seguiti da un’altra regione ungherese, Észak-Magyarország (48,1 %).
Gender pay gap: passi avanti in Italia
Sempre guardando all’Italia, è innegabile che sul fronte della parità di genere e distributiva i risultati sono incoraggianti: il gender pay gap si attesta al 5,5%, un livello molto basso, tra i migliori d’Europa. In più, il 21 novembre scorso il Ministero del Lavoro ha individuato con Decreto quei settori e le professioni che superano almeno del 25% la disparità media uomo-donna così da facilitare l’applicazione degli incentivi all’assunzione previsti della Legge 92/2012. Compaiono nell’elenco delle professioni alcune di quelle legate al mondo high-tech come le “Professioni tecniche in campo scientifico, ingegneristico e della produzione (tasso di disparità al 67,5% e Ingegneri, architetti e professioni assimilate al 55%).
Quali azioni potrebbero ora essere messe in campo per promuovere meglio la presenza femminile nel comparto più avanzato della nostra industria?