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Barclays: indica i rischi per l’ Italia se “nonno” Draghi esce di scena

Barclays: indica i rischi per l’ Italia se “nonno” Draghi esce di scena

Nessuna fumata bianca in arrivo dal primo giro di votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica. La maggioranza dei partiti ha dato indicaz

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Nessuna fumata bianca in arrivo dal primo giro di votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica. La maggioranza dei partiti ha dato indicazione di votare scheda bianca in attesa del summit Letta-Salvini per cercare una convergenza sul nome per il dopo Mattarella.

Dal punto di vista dei mercati l’elemento di maggiore incertezza riguarda il futuro di Draghi e l’assenza di un candidato condiviso potrebbe portare a rischi di coda sulla stabilità del paese. Come sottolinea oggi Barclays, se da un lato lo scenario positivo è quello che vede il premier Draghi come nuovo Capo dello Stato senza innescare elezioni a sorpresa, l’altro negativo si basa sulla possibilità che il premier Draghi si dimetta prima della fine della legislatura.

Draghi sì, Draghi no 

Lo scenario base a detta di Barclays rimane quello di un esito “buono” con il premier Draghi eletto presidente e un governo di unità che continua l’agenda dell’attuale governo; può essere accolto con favore anche un presidente istituzionale eletto da una maggioranza parlamentare molto ampia con il governo del premier Draghi che dura fino alla fine della legislatura nel 2023.

Tuttavia, gli analisti rivelano una certa difficoltà nell’identificare un candidato sostenuto dai partiti di sinistra, centro e di destra aumentando così la possibilità che il premier Draghi sia eletto presidente come ultima risorsa. La probabilità di scenari “cattivi” o “brutti”, dicono da Barclays, aumenta anche per la mancanza ad oggi di un’alternativa reale basata sul consenso. Mentre il premier Draghi si è definito come “un nonno al servizio delle istituzioni”, concretamente l’ex numero uno Bce continuerà la sua azione alla guida dell’esecutivo solo se il contesto politico permetterà l’attuazione dell’agenda di governo in modo tempestivo e non conflittuale. Questo non dovrebbe essere dato per scontato e Barclays trova preoccupante che alcuni partiti politici, o frazioni di partiti, si siano opposti alla possibilità che il premier Draghi diventi presidente e/o stiano proponendo un rimpasto di governo dopo l’elezione.

Nel caso in cui dovesse materializzarsi lo scenario “negativo”, ci sarebbero probabilmente anche ripercussioni negativa per il futuro dell’integrazione europea, l’economia italiana si indebolirebbe anche perché le condizioni di finanziamento peggiorerebbero e si solleverebbero preoccupazioni sulla sostenibilità del debito del paese.

Risvolti di breve e lungo termine

Sulle elezioni si esprime anche il team strategie di credito globale di Algebris. “Il mercato oscilla tra due possibilità: un’elezione di Mario Draghi come presidente o un’elezione guidata di un personaggio di alto profilo – rimarca Algebris – . La prima ipotesi rappresenterebbe una svolta positiva a lungo termine per l’Italia, in quanto Draghi avvantaggerebbe la governance e la reputazione dell’Italia per altri sette anni, al posto di un solo anno rimanente del suo mandato di premier. Tuttavia, ciò potrebbe generare una certa volatilità di breve termine, dato che il posto di premier sarebbe vacante, aprendo la possibilità di elezioni anticipate. Un profilo di alto rango eviterebbe il rischio di breve termine, ma vi potrebbe generare incertezze nel lungo, soprattutto perché in questo caso le elezioni del 2023 potrebbero essere accoppiate alla stretta della BCE”.

Se Draghi venisse eletto, aggiunge Algebris, potrebbe comportare un accordo politico riguardo ad un “governo di cura” tecnico, volto a portare il Paese alle elezioni del 2023. “Pertanto, consideriamo il rischio di elezioni anticipate essere relativamente basso. La volatilità degli spread dei BTP dovrebbe quindi rimanere contenuta per il momento, anche se potremmo vedere qualche 20-30 pb di allargamento nel corso della prossima settimana, visti i livelli iniziali stretti e la direzione dei tassi. Continuiamo a sostenere uno scarso rapporto rischio/rendimento nei BTP italiani, dato che gli spread stretti beneficiano del 35% di proprietà della BCE nell’asset, e potrebbero rapidamente invertire la rotta una volta che i segnali di inasprimento incontrino il rumore delle elezioni alla fine del 2022”.

Fonte: Finanzaonline.com

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