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Dal metaverso alle produzioni virtuali, Sony spinge sulla ricerca

Durante il Technology Day, Sony apre virtualmente le porte dei propri centri di ricerca per condividere le tecnologie più innovative su cui sta lavorando. Dai sensori Spad capaci di amplificare i fotoni per una guida autonoma sicura anche di notte ai microdisplay Oled 4K a bassa latenza per immergersi nel metaverso, le tecnologie che abiliteranno le prossime rivoluzioni

Dal metaverso alle produzioni virtuali, Sony spinge sulla ricerca

Durante il Technology Day, Sony apre virtualmente le porte dei propri centri di ricerca per condividere le tecnologie più innovative su cui sta lavora

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Durante il Technology Day, Sony apre virtualmente le porte dei propri centri di ricerca per condividere le tecnologie più innovative su cui sta lavorando il colosso nipponico, punto di riferimento per tutto il settore del multimedia più avanzato. Molto spesso, infatti, sono state proprio le tecnologie ad abilitare dei cambiamenti radicali nelle abitudini di milioni di consumatori, e dal Walkman alla PlayStation, Sony ha sempre giocato un ruolo di primo piano. Nel caso del metaverso, ovvero il mondo virtuale in cui immergersi per fruire dei contenuti online in una modalità immersiva basata su un proprio avatar, sono necessarie tecnologie diverse da quelle attuali, pensate per l’uso attuale. Le tecnologie allo studio da parte di Sony rispondono invece a queste esigenze in maniera olistica, andando a supportare tanto la fruizione di contenuti immersivi quanto l’interazione con oggetti virtuali. Sony ha infatti messo a punto microdisplay Oled con risoluzione 4K e bassa latenza da utilizzare in visori per la realtà virtuale che consentono una fruizione davvero immersiva, priva dei ritardi e del realismo limitato sperimentabile oggi. La latenza, ovvero il ritardo nella risposta data a un comando come per esempio il cambio della visuale quando si gira la testa per guardare altrove, scende da 100 a soli 10 millisecondi, mentre la risoluzione 4K in ogni singolo microdisplay porta a livelli di realismo incredibili, specialmente se combinata con le tecnologie di raytracing, ovvero la simulazione computerizzata degli effetti della luce sui solidi, che porta persino a visualizzare ombre e riflessi sulle superfici trasparenti come i vetri.

Per una sensazione di reale immersione in un ambiente virtuale è indispensabile anche una gestione ottimizzata dell’audio, e in questo campo l’eccellenza maturata da Sony ha permesso di creare un sistema di posizionamento dell’audio estremamente preciso che si avvale di un processore audio (dsp) dedicato. Queste tecnologie costituiscono un’evoluzione di quelle già presenti nei controller della consolle PlayStation 5, che sfrutta già dei controller pensati per offrire un feedback ideale per interagire con oggetti virtuali. I nuovi motori per il feedback aptico consentono infatti di restituire all’utente sensazioni coerenti con le azioni compiute nel mondo virtuale, come piccole vibrazioni continue se si cammina su un terreno sconnesso o un singolo forte ritorno in caso un urto. Lo stesso pulsante di azione del controller è collegato a un motore passo-passo controllato da un chip che lo rende così più o meno duro da premere a seconda del contesto, aumentando così il senso di realismo.

La ricerca di Sony si sta spingendo anche nel settore delle produzioni video, in cui la distinzione tra realtà fisica e simulata è sempre meno percepibile. Sony ha infatti messo a punto un sistema che combina le potenzialità della camera cinematografica Venice 2, con una risoluzione di 8.6K, e quella di un sistema di proiezione ad altissima risoluzione e tecnologia Crystal Led capace di coordinare la prospettiva delle immagini proiettate sullo sfondo virtuale con i movimenti della camera che riprende gli attori in primo piano, che si muovono così su un palcoscenico indistinguibile dalla realtà. La combinazione tra una gamma colori estesa, l’altissima risoluzione, contrasto e luminosità della grafica proiettata e il realismo della prospettiva di ripresa consente di ottenere risultati indistinguibili dalla realtà in produzioni video con costi molto più bassi rispetto a trasferte di intere troupe, e decisamente superiori alla normale proiezione di immagini 2D su sfondi per studi virtuali o ledwall tradizionali.

ricercatori di Sony sono molto attivi anche in campi come la robotica e l’automotive, sempre più al centro di una vera rivoluzione. La guida autonoma o assistita, infatti, necessita di sensori capaci di cogliere in modo nitido e in ogni condizione di luce quanto accade per poi interpretarlo grazie ad algoritmi intelligenti e trasformarlo in comandi di guida. Sony ha infatti sviluppato sensori di tipo SPAD (Single Photon Avalanche Diode), capaci di rilevare con precisione elevata la distanza di ogni singolo oggetto inquadrato grazie alla capacità di amplificare i fotoni della luce anche in condizioni di illuminazione scarsa come di notte e convertirli in segnali elettrici elaborabili. Grazie all’enorme know how accumulato nello sviluppo dei sensori Cmos, di cui è leader, Sony è riuscita a raggiugere questo traguardo con un singolo chip, utilizzato in sistemi Lidar, ovvero radar ottici capaci di ricostruire in tempo reale una rappresentazione geometrica dell’ambiente circostante, indispensabile per consentire una guida autonoma sicura.

 

Sony ha infine mostrato gli ultimi progressi in tema di robotica con speciali sensori capaci di consentire a un robot di percepire e dosare con grande progressione la forza per afferrare oggetti delicati senza romperli o rovinarli, ma al tempo stesso senza lasciarli cadere applicando una pressione troppo lieve. Grazie a questi progressi i robot possono così espandersi in nuovi campi di azione e compiere azioni sinora impossibili.

Fonte: Milano Finanza

 

 

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