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Piazza Affari sorride con banche e assicurazioni

Piazza Affari sorride con banche e assicurazioni

Milano ha guidato i rialzi tra le piazze europee chiudendo a +1,42%, mentre si attendono i dati sul mercato del lavoro Usa che potrebbero aprire l

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PALAZZO MEZZANOTTE BORSA PIAZZA AFFARI

Milano ha guidato i rialzi tra le piazze europee chiudendo a +1,42%, mentre si attendono i dati sul mercato del lavoro Usa che potrebbero aprire la porta a un rialzo dei tassi da parte della Fed. In spolvero nel listino il settore creditizio e quello medico con Recordati e Diasorin.

Segno verde per le borse continentali nella seduta odierna, con Milano che ha chiuso a quota 16.891 punti, in rialzo dell’1,42%, seguita da Francoforte (+1,16%), Madrid (+0,95%) e Parigi (+0,9%). Unica in negativo è stata Londra, che ha ceduto lo 0,12%.

A sostenere la performance di Piazza Affari sono stati gli acquisti diffusi sul settore finanziario.Banca Carige  ha messo a segno un +3,25%, seguita da Bper (+2,82%). Bene ancheMediobanca , spinta dalla finalizzazione da parte della controllata CheBanca dell’acquisizione dell’attività retail di Barclays Italia, operazione che permette alla banca multicanale di raddoppiare le proprie dimensioni e competere direttamente con i big di settore arrivando a superare i 20 miliardi di raccolta e toccando quota 800 mila clienti. Bene ancheIntesa Sanpaolo  (+2,46%), Banca Generali  (+1,81%), Unicredit  (+2,2%),Bpm  (+1,35%) e Banco Popolare  (+1,29%), mentre Mps  ha limitato il guadagno allo 0,71%.

In calo Cerved  (-1,37%) nonostante Equita (rating hold e target price a 8 euro) abbia evidenziato l’emergere di nuove opportunità per la divisione Credit Management del gruppo, che da sola vale circa il 12,5% dell’ebitda della società. Nel dettaglio Cerved sembrerebbe ben posizionata, essendo uno dei principali player indipendenti in Italia per la gestione dei crediti problematici, per sfruttare il tentativo delle banche di esternalizzazione la gestione dei Npl, con la nuova ipotesi di una maxi-cessione per 20 miliardi da parte diUnicredit  che, se confermata, porterebbe l’ammontare di opportunità a circa 59 miliardi di Npl lordi.

Chiusura positiva per gli assicurativi, con UnipolSai  a +3,82%, seguita da Unipol (+3,24%), mentre tra gli industriali hanno brillato Fca  (+2,48%), Buzzi Unicem (+2,3%) e Danieli  (+1,93%).

In forte spolvero il settore medico, con Diasorin (+2,9%) che ha festeggiato la notizia dell’accordo con Beckman Coulter Diagnostics per fornire negli Stati Uniti i test DiaSorin Liaison XL per le epatiti A, B e C e per il test dell’Hiv, e Recordati . Quest’ultima ha guadagnato il 2,59% sulla scia della revisione al rialzo delle stime sull’intero esercizio da parte di Credit Suisse. Per la banca l’utile netto a dicembre di quest’anno sarà pari a 238 milioni di euro, previsione influenzata dall’approvazione del farmaco Graspa, dall’aumento delle vendite dei farmaci orfani e dal reinvestimento del free cash flow.

Nel lusso sono piovuti acquisti su Ynap (+2,15%) e Cucinelli  (+1,89%). Da segnalare sono le perdite di Autogrill  (-1,03%) e Trevi  (-1,52%), con la prima che ha ricevuto un’offerta da Gr8 Investments per la cessione dell’intero capitale sociale di Autogrill Nederland, controllata che gestisce 18 alberghi con ristoranti in alcune aree di servizio olandesi, mentre la seconda ha scontato un secondo trimestre di esercizio non all’altezza delle aspettative.

Sul fronte oil&gas, il prezzo del petrolio ha mantenuto una forte volatilità, con il Brent che alle 17:15 scambiava a 48,53 dollari al barile (-1,48%) e il Wti a 46,48 dollari al barile (-1,06%). In territorio positivo, comunque, i titoli del listino meneghino con Saipem  a +0,98%, Tenaris  a +1,2% e Eni  a +1,71%.

Molti oggi gli spunti di analisi dal punto di vista macroeconomico. L’agenda si è aperta stamane con i dati relativi all’indice Economic Sentiment della zona euro, sceso ad agosto da 104,5 a 103,5, ben al di sotto del 104,1 stimato dagli economisti. A deludere è stata anche l’inflazione in Germania, rimasta invariata ad agosto dopo il +0,03% di luglio, confermando il valore annuo a +0,4%, dato leggermente al di sotto delle attese degli analisti che si aspettavano una variazione congiunturale dello 0,1% e dello 0,5% tendenziale.

Valori non incoraggianti, che non hanno tuttavia influenzato particolarmente i mercati, la cui attenzione è già stata rivolta all’inflazione dell’Eurozona, dato che sarà reso noto domani e che darà sicuramente segnali riguardo le prossime mosse della Banca centrale europea. Le decisioni dell’Istituto, infatti, sono avvolte dall’incertezza, con il presidente, Mario Draghi, che da cinque settimane non ha svolto interventi pubblici disertando anche il simposio di Jackson Hole. Gli investitori, quindi, si attendono che a parlare siano le cifre, ricordando che nell’ultima riunione del consiglio direttivo di Francoforte, Draghi aveva anticipato come, viste “le prevalenti incertezze sulle prospettive economiche dell’area euro, la Bce avrebbe monitorato molto da vicino gli sviluppi” futuri, verificando l’effettivo passaggio all’economia reale delle misure monetarie decise” e riesaminando la situazione “anche con le nuove informazioni, tra cui le stime aggiornate dei tecnici Bce” su crescita e inflazione.

Di tutt’altra natura, invece, gli indicatori arrivati dagli Stati Uniti, dove è proseguita anche a giugno la crescita dei prezzi delle case, con l’indice Standard & Poor’s/Case-Shiller che a livello nazionale ha registrato un +5,1% tendenziale, mentre la fiducia dei consumatori ad agosto è balzata a 101,1 punti, in rialzo rispetto sia al consenso a quota 97,3 e sia ai 96,7 di luglio.

Se la buona salute dell’economia a stelle e strisce dovesse essere confermata anche dai dati sul mercato del lavoro attesi venerdì, si farebbe sempre più probabile un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve. Infatti, come sottolineato oggi dal vice presidente dell’Istituto, Stanley Fischer, che lo scorso venerdì aveva ventilato la possibilità di un duplice intervento, ogni scelta sarà presa ” in base ai dati in arrivo. Non penso sapremo al momento dell’incremento se sarà uno e basta o vari. Dipenderà interamente da quello che succederà all’economia”.

fonte MilanoFinanza

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