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Workers buyout, 56 imprese create negli ultimi 10 anni, 1200 posti di lavoro salvati

Workers buyout, 56 imprese create negli ultimi 10 anni, 1200 posti di lavoro salvati

Il fenomeno dei Workers buyout è sempre più diffuso anche in Emilia-Romagna. Si tratta del “salvataggio” di un’impresa in difficoltà da parte dei lavo

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Il fenomeno dei Workers buyout è sempre più diffuso anche in Emilia-Romagna. Si tratta del “salvataggio” di un’impresa in difficoltà da parte dei lavoratori stessi, che rilevano l’attività e diventano a loro volta imprenditori.

Il workers buyout è un meccanismo che consente la costituzione di nuova imprenditorialità attraverso il percorso di acquisto di una società, realizzato dai dipendenti dell’impresa stessa. Il meccanismo ha origine sin dagli anni 80, quando proprio per facilitare la costituzione di nuove cooperative fu promulgata la legge Marcora.

Cooperative che dimostrano come si possa trasformare, pur nella complessità del processo, un’impresa in crisi rilanciandone il business e creando nuovi posti di lavoro e occupazione di qualità mettendo al centro l’innovazione, la ricerca e l’internazionalizzazione. O come questo meccanismo rappresenti una soluzione al ricambio generazionale d’impresa, problema che la Commissione Europea stima come una delle difficoltà del comparto produttivo europeo del prossimo futuro.

Dal 2007, in Emilia-Romagna, il workers buyout è in continua ascesa, una risposta ai tanti casi di crisi aziendali che si sono verificati sul nostro territorio.
Ad oggi sono 56 le nuove cooperative create, quasi 1200 posti di lavoro salvati.
Più di 10 nuove cooperative all’anno dal 2012.

Il meccanismo distribuito su tutto il territorio regionale, (2 a Rimini; 8 a Reggio Emilia; 3 a Ravenna; 1 a Parma; 4 a Modena; 2 a Ferrara; 30 a Forlì-Cesena; 6 a Bologna) e che si indirizza verso tutti diversi settori (il 5%nel settore agricoltura; il 60% nell’industria di cui quasi la metà nell’edilizia; il 35% nel settore dei servizi).

 

 

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