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Leonardo, tecnologia italiana che vale lo 0,6% del Pil

Il 2023 sarà in crescita, con la ripresa del trasporto aereo. Cybersecurity, un business da oltre 400 milioni

Leonardo, tecnologia italiana che vale lo 0,6% del Pil

Leonardo vede un 2023 positivo grazie anche alla ripartenza della componente civile. Il gruppo ha fatto anche passi importanti sul fronte della si

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Leonardo vede un 2023 positivo grazie anche alla ripartenza della componente civile. Il gruppo ha fatto anche passi importanti sul fronte della sicurezza cibernetica ed ora la sua divisione vede un giro d’affari di oltre 400 milioni di euro. Nella difesa e sicurezza stanno crescendo gli «investimenti in tutto il mondo e quindi è un settore che sta crescendo in misura significativa», afferma l’amministratore delegato Alessandro Profumo, a margine di una iniziativa sull’aerospazio, ieri a Milano.

L’ecosistema produttivo guidato da Leonardo, secondo uno studio di Prometeia, è composto da oltre 4.000 aziende, delle quali l’87% sono pmi, con più di 125 mila occupati complessivi, e genera lo 0,6% del Pil italiano, grazie a 10 miliardi di euro di valore aggiunto. L’azienda sviluppa sul territorio italiano ricavi per 9,5 miliardi di euro, ed esporta il 75% della produzione che, nel 2021, vale l’1,4% di tutte le esportazioni di beni in Italia. L’impatto in Lombardia, inoltre, evidenzia che l’azienda è il fulcro di una filiera che complessivamente contribuisce al Pil regionale con circa 2,7 miliardi, pari allo 0,8% del totale. Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, ha ricordato durante lo stesso evento che «l’aerospazio gioca un ruolo importante nel nostro territorio, grazie a un ecosistema industriale fatto di filiere, relazioni con imprese e università, tecnologia all’avanguardia, investimenti in ricerca e sviluppo, attenzione alla sostenibilità».

La fase di crescita di Leondardo è spinta anche dalla ripresa della «componente civile: noi produciamo – spiega Profumo – fusoliere per Boeing, airbus e Atr, i passeggeri stanno di nuovo crescendo, per cui riparte la domanda di nuovi velivoli, di fusoliere, di piani di coda, delle ali». Per il settore lanciatori, definito «certamente importante» dall’ad del gruppo, Profumo ha ricordato di avere «Avio, un’entità privata sul mercato» di cui il gruppo possiede il 30 per cento.

Il manager ha sottolineato anche il grande impegno sul fronte della cybersecurity, con numerosi investimenti fatti negli ultimi sei anni che hanno portato allo sviluppo di «tecnologie proprietarie – evidenza l’amministratore delegato – mentre prima avevamo dei system integrator. Abbiamo fatto anche iniziative importanti sul piano della formazione, abbiamo fatto la Cyber Academy e un security operation center molto sofisticato».

La società si appresta anche al rinnovo del consiglio d’amministrazione, nell’ambito delle nomine in primavera per le partecipate statali. Il board «scadrà ad aprile, vedremo», taglia corto Profumo.

Fonte: Il Giornale.it

 

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