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Medio Oriente incandescente.

Medio Oriente incandescente.

A cura di Paola Bergamo Fonte: Linkedin La risoluzione Usa per gli aiuti a Gaza, rimarcando il diritto di Israele di difendersi, dopo il violent

‘Turkey, Qatar move toward strategic partnership’
È FINITO IL SECOLO AMERICANO?
After years of hyperactivism, the Turkish leader is completely isolated.

A cura di Paola Bergamo

Fonte: Linkedin

La risoluzione Usa per gli aiuti a Gaza, rimarcando il diritto di Israele di difendersi, dopo il violento attacco subito il 7 ottobre, è stata bocciata: a favore 16 Paesi, Cina e Russia hanno esercitato il loro veto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Anche navi spagnole stanno facendo rotta verso il Mediterraneo sempre più “affollato”.
Inquietanti le dichiarazioni di Erdogan: «Hamas non sono terroristi ma liberatori».
La Turchia, membro Nato, da anni in attesa di entrare nella Ue, è terra di cerniera tra occidente e oriente, legata ai Fratelli Mussulmani, con lo scheletro del genocidio contro i curdi, conferma l’ ostilità verso Israele, mentre l’India di Modi si schiera a fianco di Israele. Non è semplice la posizione della Cina, nonostante il Veto: i tre ministri chiave ( esteri, finanze, difesa) silurati da Xi Jinping erano piuttosto sbilanciati a favore di Iran e Arabi. La Via della Seta e la Via del Cotone sono alcuni degli interessi che si intrecciano nell’area.
Eli Cohen, Ministro degli Esteri, risponde a Erdogan: «Sono peggiori dell’Isis». Cohen si è rifiutato di incontrare Guterres dopo il suo discorso alle Nazioni Unite. Israele minaccia di non rilasciare visti ai funzionari Onu.
La propaganda in molti paesi è sbilanciata pro palestinesi a loro volta vittime di Hamas. Nell’era della comunicazione che consuma tutto, ci si dimentica dell’efferatezza subita da Israele e la difficoltà di una strategia volta in primis a liberare quanti più ostaggi israeliani nelle mani dei rapitori.
Le dichiarazioni di Erdogan suonano come tragica legittimazione di Hamas. Questo aggrava la situazione.
Netanyahu ha dichiarato che Israele è pronta ad un attacco di terra e la comunità occidentale invita ad una risposta proporzionata all’offesa subita. A volte il linguaggio assume aspetti ipocriti perché detta proporzione non è così facile se si combatte contro chi ha nel proprio statuto l’obiettivo di spazzare via dalla faccia della terra lo Stato di Israele.
Se tutti auspichiamo una de-escalation, tuttavia è proprio questo obiettivo posto nello Statuto di Hamas, unitamente alla efferatezza perpetrata il 7 ottobre scorso, a rendere difficile, al momento ogni via in tal senso.
Serve che non solo l’Occidente ma pure il mondo arabo si unisca nell’aiutare Israele nella lotta contro il terrorismo.
La propaganda è sbilanciata e spesso mendace. Anche quando si dice che Israele ha chiuso i rubinetti dell’acqua a Gaza non si spiega che Israele la eroga gratuitamente mentre l’Egitto la fa pagare.
Verso Israele si registra scarsa empatia, eppure le foto e i video dell’accaduto sono scioccanti.
Si registra un crescente antisemitismo, e i tanti distinguo anche in seno alla Ue, legate al sentire dell’opinione pubblica interna, sono espressione di fragilità e incapacità di porsi come abile mediatore in un’area così delicata e strategica in cui si giocano le sorti del mondo.

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