Wang Lutong è il direttore generale per gli Affari europei al ministero degli Esteri cinese. È molto attivo su Twitter e in queste ore sta ponendo grande enfasi sul viaggio del cancelliere tedesco Olaf Scholz a Pechino per incontrare il presidente Xi Jinping – primo leader occidentale a farlo dopo il Congresso del Partito comunista cinese che l’ha incoronato segretario per la terza, storica volta.
“Credo che la visita contribuirà ad aumentare la comprensione e la fiducia reciproca, ad approfondire la cooperazione pratica e a tracciare la rotta dei legami bilaterali in futuro”, ha scritto. E ancora: “In un momento di incertezza e volatilità, la Cina e la Germania, in quanto grandi Paesi del mondo, dovrebbero unire le forze per superare le difficoltà e contribuire insieme alla pace e allo sviluppo del mondo”, ha aggiunto. Poi ha pubblicato un intervento dell’ambasciatore Wu Hongbo, rappresentante speciale del governo cinese per gli Affari europei, sulle “nuove opportunità per l’Europa” portate “dal nuovo sviluppo cinese”. “Non posso essere più d’accordo”, ha commentato.
Nei giorni scorsi, proprio prima della partenza di Scholz per Pechino, un alto funzionario del dipartimento di Stato americano ha dichiarato ai giornalisti che Washington ha “suggerito con forza” che la Cina non detenesse una partecipazione di controllo in un terminal portuale di Amburgo. La reazione di Pechino non si è fatta attendere. Gli Stati Uniti “non hanno il diritto” di interferire nella cooperazione tra Cina e Germania, ha dichiarato in conferenza stampa, Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri cinese. “Forse gli Stati Uniti vedono tutti i loro alleati come il cortile di casa”, ha commentato Wang Lutong. “Sono d’accordo con il cancelliere Scholz che in un articolo ha scritto che nessun Paese è il cortile di casa di un altro”.
Le parole che giungono da Pechino sembrano essere un tentativo di portare Berlino più vicina. Ma non solo. Una simile presa di posizione rischia di alimentare i sospetti chi è convinto che l’operazione soddisfi le esigenze dello Stato cinese piuttosto che le esigenze commerciali di Cosco. La guerra per procura tra Stati Uniti e Cina continua.
Fonte: Formiche.net