L'Uganda e le sue città devono confrontarsi tutti i giorni con rifiuti non raccolti e non trattati, che inquinano l'ambiente e rappresentano un perico
L’Uganda e le sue città devono confrontarsi tutti i giorni con rifiuti non raccolti e non trattati, che inquinano l’ambiente e rappresentano un pericolo per la salute pubblica. Il paese deve fare i conti con una bassa produttività agricola. E anche con altissimi livelli di disoccupazione giovanile.
C’è una startup che ha intercettato questi tre problemi e ha messo a terra una soluzione che vuole essere sostenibile e che guarda all’Economia Circolare. Si chiama Marula Proteen, società fondata nel 2018 da Tommie Hooft van Huysduynen e Philipp Straub e basata a Kampala, la capitale dell’Uganda.
Marula Proteen è una startup che, attraverso un processo di economia circolare, trasforma i rifiuti organici di Kampala in fertilizzante ad alto valore nutritivo utilizzando le larve di mosca soldato nera. Marula Proteen è anche partner di Waste to Value un progetto di Fondazione AVSI nato dal percorso partecipativo Coopen dedicato all’economia circolare con il supporto di Fondazione Cariplo e Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del programma Innovazione per lo Sviluppo.
Marula (progetto vincitore del “Premio speciale per la sostenibilità”) è una delle sei startup protagoniste agli inizi di maggio del del Startup Africa Roadshow, programma nato in seno a Startup Africa Roadtrip, progetto non profit promosso dall’Associazione BeEntrepreneurs APS e co-fondato da un gruppo di 9 soci fondatori.
“Un investimento di almeno 500mila euro ci permetterebbe di costruire una fabbrica di 1500 metri quadrati che genererebbe entrate per 100 mila euro al mese” aveva detto a proposito del roadshow Joseph Luswabi, Product Officer della società.
Mosche soldato a lavoro
La società alimenta le larve della mosca soldato nera con i rifiuti organici dei mercati e delle aziende di trasformazione alimentare di Kampala. Dopo un periodo di allevamento di 8 giorni le larve, che sono così ricche di proteine e grassi, possono essere raccolte, essiccate e il grasso può essere estratto. In tal modo, le larve vengono trasformate in mangimi proteici e grassi, mangimi di alta qualità e convenienti. Le larve trasformano anche i rifiuti organici in un prezioso fertilizzante.
Questo processo è circolare e riduce i costi e le emissioni di gas a effetto serra della gestione dei rifiuti a Kampala. “Produciamo mangimi organici sostenibili e fertilizzanti di alta qualità con un approccio circolare, utilizzando le larve della mosca soldato nero. Con la nostra innovazione, stiamo pulendo le città, nutrendo milioni di persone e dando lavoro” ha spiegato Tommie Hooft van Huysduynen, olandese, Ceo della società. “Con una media di 27 gradi, la temperatura in Uganda è ideale: le larve si moltiplicano rapidamente con quel caldo”.
Il documentario sulla catena di valore del caffé
Marula è nata così. Quattro anni fa Tommy si trovava in Uganda per girare un documentario sulla catena del valore del caffè ed è rimasto scioccato dalle condizioni di lavoro dei contadini e dalla scarsa qualità del mangime utilizzato nell’allevamento dei polli. Questo lo ha spinto a trovare un modo per aiutare i contadini ad aumentare il loro reddito. Tra le soluzioni possibili l’allevamento della mosca soldato nera è stata quella che ha posto le basi per la nascita della società. “La compagnia, a oggi, può contare su un team di 50 ragazzi: 7 si occupano di amministrazione, 35 della produzione e 8 del programma di coltivazione. La squadra è composta per il 60% da maschi e per il 40% da donne”. In questi quattro anni di attività Marula ha ricevuto il sostegno del Kampala Capital City Authority (il consiglio cittadino, responsabile anche della raccolta dei rifiuti), un grant da 70 mila euro dal Journal of Developmental Entrepreneurship e 300 mila euro dal Dutch Good Growth Fund della Netherlands Enterprise Agency. Inoltre “l’Ugacof, la più grande società di caffè in Uganda – sottolinea Tommy – utilizza i nostri fertilizzanti. Ugacof è il nostro acquirente all’ingrosso di fertilizzante”.
3800 tonnellate di rifiuti al giorno
Senza avere accesso ai dati e alla condizioni ambientali di Kampala è difficile però farsi un’idea del contesto in cui è nata Marula. “Kampala – chiarisce Joseph Luswabi – genera oltre 3.800 tonnellate di rifiuti ogni giorno, di cui solo il 40% viene raccolto e scaricato nella sua unica discarica. Questo problema costa al governo oltre 300 mila dollari ogni giorno”. Molti agricoltori “fanno affidamento sul mukene per nutrire il loro bestiame. Il mukene è spesso mescolato con la sabbia. A causa poi dei vincoli di fornitura, le fluttuazioni di prezzo rendono difficile per gli agricoltori stare sul mercato. La mancanza di accesso a fertilizzanti organici di alta qualità rende difficile per gli agricoltori aumentare la loro produttività. Infatti, pagano il doppio di questo fertilizzante rispetto agli agricoltori europei o americani, e lo stesso fertilizzante contiene il 31% di nutrienti in meno di quelli indicati. Ma soprattutto. I giovani in tutta l’Uganda non sono ispirati ad impegnarsi nell’agricoltura perché i redditi sono inconsistenti e c’è una grande mancanza di fonti di reddito alternative”. Il suo sogno? “Creare imprese multimiliardarie soprattutto nel settore agricolo. Viaggiare in Europa e in Italia. E, per quanto riguarda Proteen, andare in pareggio quest’anno e aumentare la nostra produzione di 10 volte rispetto a quella attuale”.
Lavoro
“In futuro – si augura Tommy – vorremmo esportare proteine o olio di insetti nei Paesi Bassi. Inoltre, è importante creare una prospettiva futura per i giovani ugandesi. A mio avviso, c’è un solo modo per farlo: creare posti di lavoro. L‘Uganda è in una posizione ideale per l’agricoltura: questo paese esporta caffè, mais e mangimi per animali nei paesi vicini. L’Uganda ha il potenziale per diventare il granaio della regione”.
Kampala città verde
“La mia ambizione? Voglio che Kampala diventi la città più verde dell’Africa orientale entro il 2025. Quindi un quarto di tutti i rifiuti organici deve essere trasformato in proteine o fertilizzanti sostenibili. Per raggiungere questo obiettivo, vogliamo allestire diverse piccole strutture per insetti a 1 chilometro dalla città, vicino ai rifiuti”.
Fonte: La Repubblica.it