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Perché è importante celebrare la Giornata mondiale del riciclo

Perché è importante celebrare la Giornata mondiale del riciclo

Per il Rapporto 2021 promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Fise Unicircular, le raccolte differenziate, nel periodo più buio della p

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Per il Rapporto 2021 promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Fise Unicircular, le raccolte differenziate, nel periodo più buio della pandemia, in alcuni casi, hanno raggiunto in anticipo gli obiettivi fissati. L’Italia è in ottima posizione a livello europeo, registrando una percentuale sulla totalità dei rifiuti pari al 79% contro il 56% della Francia, il 50% del Regno Unito e il 43% della Germania.

L’importanza strategica del riciclo, pilastro dell’economia circolare, è la sfida per un mondo che deve ripartire da modelli di transizione ecologica per far fronte alle nuove emergenze e costruire un futuro migliore. Ancor più, in un quadro di instabilità economica e geopolitica che svela la fragilità del Pianeta e mentre incombono nuove minacce sull’approvvigionamento delle risorse energetiche nazionali.
Non solo strutture e incentivi, ma politiche sociali e culturali sono la risposta per un’inversione di marcia. Le buone abitudini e lo stile di vita sono il volano per lo sviluppo di una concreta economia circolare.

In Italia, sono 14 miliardi i mozziconi di sigarette dispersi nell’ambiente, il 40% dei rifiuti complessivi presenti nel Mediterraneo, tesoro di biodiversità, eppure uno degli ambienti più minacciati al mondo dai grandi disastri causati dall’uomo. Secondo il report “The Mediterranean: Mare Plasticum” dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, nel bacino mediterraneo è presente oltre un milione di tonnellate di plastica. Ogni anno, circa 230.000 tonnellate di rifiuti plastici sono riversate in mare.

Nella giornata mondiale del 18 marzo dedicata al riciclo, istituita dalle Nazioni Unite nel 2018, l’attenzione è posta sul tema dell’economia circolare anche alla luce dell’attuazione del Pnrr, nell’obiettivo di sostenere una maggiore resilienza del sistema produttivo nazionale, incrementare l’occupazione e ridurre l’impatto ambientale. Una giornata per riflettere e sensibilizzare governi, aziende, comunità e individui ad attività concrete.

I rapporti annuali stimano che la terra potrebbe non vivere abbastanza per vedere il prossimo decennio, se non fermiamo i nostri rifiuti. Le risorse naturali sono minacciate dall’inquinamento e dal cambiamento climatico. L’ultimo decennio ha visto le temperature più estreme della Storia, causa di devastazioni naturali e danni economici.
Quale ruolo gioca il riciclo nel preservare le preziose risorse primarie garantendo il futuro del Pianeta? Il riciclo riduce l’energia che utilizziamo, migliora la qualità dell’acqua e dell’aria che respiriamo e combatte il cambiamento climatico. Riduce anche l’utilizzo di nuove materie prime per creare altri prodotti, risparmiando denaro e risorse naturali. Quotidiani, bottiglie d’acqua di plastica, lattine di bibite, scatole di cereali e cartoni del latte sono alcuni dei comuni oggetti riciclabili di tutti i giorni.

È quanto afferma la senatrice Patty L’Abbate, capogruppo Movimento 5 Stelle in Commissione ambiente, componente del comitato transizione ecologica e docente di economia ecologica e management, promuovendo il convegno “L’economia circolare nell’era della crisi energetica”, a Palazzo Giustiniani, a Roma.

Il problema dell’aumento dei prezzi delle materie prime si è registrato già nel periodo dell’emergenza sanitaria e, per questo, ho presentato un’interrogazione parlamentare sul costo delle materie prime a settembre del 2020. In realtà è proprio ora che dobbiamo andare avanti e cambiare l’attuale modello economico. Abbiamo bisogno di molta energia per trasformare le materie prime nei nostri prodotti. Ora abbiamo un’economia di tipo lineare in cui i prodotti, quando non più utilizzabili, a fine vita, diventano rifiuti. Prodotti spesso a durata molto breve (obsolescenza programmata), o che non è possibile riparare, riutilizzare o semplicemente riciclare. Se invece applichiamo l’economia circolare e con l’eco-design progettiamo prodotti che, a fine vita, sono ancora utili e durano più a lungo, evitiamo di sprecare energia. Evitare di costruire nuovi prodotti significa evitare di estrarre e impiegare nuove materie prime.

Il punto è che in questa era, definita era della resilienza o dell’antropocene, stiamo andando verso una diminuzione di materie prime perché gli stock di materie prime, fra cui i combustibili fossili come petrolio, carbone e gas, si stanno esaurendo. Il prezzo aumenta perché aumenta la richiesta di risorse limitate, è la legge domanda-offerta del mercato. Dobbiamo, quindi, spostare la domanda dalle fonti fossili alle rinnovabili e, per questo, dobbiamo continuare a semplificare l’iter tutelando, allo stesso tempo, l’ambiente. Dobbiamo fornire alle nostre imprese energia green ad un costo giusto. Creare un sistema in cui le famiglie possano diventare, insieme, produttori e consumatori dell’energia (prosumer) abbattendo, così, i costi della bolletta, dunque, la formazione di “comunità energetiche” va incrementata.

La giornata mondiale del riciclo deve sensibilizzare sulla necessità di cambiare abitudini, costruire case meno energivore che richiedono, cioè, grandi quantità di energia, e questo è possibile applicando l’ecobonus 110% e le eco-innovazioni. Dobbiamo passare ad un’economia circolare e di condivisione, “sharing economy”, utilizzare maggiormente mezzi pubblici, evitare di utilizzare auto per una sola persona, creare anche nei condomini servizi condivisi, ad esempio spazio lavanderia per più famiglie.

Le risorse del Pianeta sono limitate, saranno sempre più costose. Un cambiamento di modello economico equo, solidale e, appunto, circolare, è necessario per poter avere un futuro.

La transizione ecologica, soprattutto in questa difficile fase, è l’unica strategia per governare uno stravolgimento epocale, tra crisi sanitaria, inquinamento, cambiamento climatico e crisi energetica.

Per la società è un cambiamento difficile anche dal punto di vista culturale. Ma è un’esigenza ineludibile. Attraverso un cambiamento dello stile di vita, del modo di produrre e di consumare, dobbiamo ritornare a prenderci cura del nostro ecosistema e della comunità. Come donna, ritengo sia necessario sensibilizzare i giovani ad occuparsi e a rispettare l’ambiente come casa comune. Da docente, auspico per i giovani studi mirati alla creazione di competenze di green manager da impiegare nella pubblica amministrazione e nelle imprese, per una svolta verso l’economia circolare, per calcolare indicatori ambientali e sociali. Insegnare, in altri termini, ai giovani come poter tutelare, per il futuro, il capitale naturale del nostro Pianeta che è unico e non infinito.

Fonte: Le Formiche.net

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