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Mappa dei rifiuti pericolosi: 28 paesi a rischio

Un modello matematico ha permesso di identificare le nazioni a rischio di saturazione da rifiuti pericolosi, fra cui anche metalli pesanti e altre sostanze tossiche. Ecco la mappa del "world-wide waste web"

Mappa dei rifiuti pericolosi: 28 paesi a rischio

I nostri rifiuti pesano più di noi: ogni anno produciamo una massa di scarti che va dai 7 ai 10 miliardi di tonnellate e che, per fare un paragone, su

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I nostri rifiuti pesano più di noi: ogni anno produciamo una massa di scarti che va dai 7 ai 10 miliardi di tonnellate e che, per fare un paragone, supera la massa complessiva della popolazione globale. Una buona fetta, pari a circa 500 milioni di tonnellate, è composta da rifiuti pericolosi, fra cui pile esaurite e medicinali scaduti, scarti elettronici, industriali e derivanti da altre attività commerciali. Oggi, un gruppo di ricerca dell’Istituto di Fisica interdisciplinare e Sistemi complessi (Ifisc), in Spagna, ha realizzato la prima mappatura globale di questa rete dei rifiuti, con particolare attenzione a quelli pericolosi. La mappa serve per identificare i Paesi più a rischio di congestione e saturazione, dunque potenzialmente soggetti a inquinamento da sostanze nocive, con danni per l’ambiente e per la salute delle persone. I risultati sono pubblicati su Nature Communications.

I ricercatori hanno creato un modello matematico per rappresentare il “world-wide waste web”, letteralmente la rete globale di produzione e scambio dei rifiuti. Per farlo hanno esaminato i dati raccolti dal 2001 al 2019, ad esclusione dell’anno 2010, tracciando il commercio e i passaggi fra diversi Paesi e aree geografiche di 108 categorie di scarti pericolosi – che possono essere infiammabili, corrosivi, esplosivi, tossici o associati a un rischio biologico. Sono inclusi per esempio i metalli pesanti come piombo, cadmio, mercurio, e i composti organici volatili (in sigla VOC), come i cancerogeni benzene e formaldeide.

28 Paesi ad alto rischio

La mappa ha evidenziato che ben 28 Paesi sono ad alto rischio di congestione da rifiuti: questo significa che in questi stati la quantità di questi materiali supera la capacità di contenerli, scambiarli e smaltirli. Fra i Paesi più sovraccarichi ci sono Messico, India e Uzbekistan, che importano grandi quantità di rifiuti pericolosi. L’Europa, in questo caso, si salva.

Lo studio consente anche di valutare se un Paese è prevalentemente esportatore o importatore di questi scarti o se si trova in una situazione di equilibrio. La Germania, la Francia e gli Stati Uniti sono passati da una situazione di sostanziale parità fra entrate e uscite a uno sbilanciamento verso l’esportazione. La Cina risulta essere il principale esportatore di rifiuti pericolosi ma rientra anche fra i Paesi a rischio.
Gli autori suggeriscono che questa mappa può essere utile per analizzare l’impatto, a livello globale, della quantità di tutti i rifiuti, inclusi quelli pericolosi. Si può valutare come cambia nel tempo questo impatto, a livello dei singoli Paesi e territori, e considerando circostanze esterne determinanti, come i cambiamenti imposti dalla pandemia di Covid-19 o l’introduzione di divieti di importazione.

Attenzione alle discariche non regolamentate

Fra i composti più diffusi, ci sono i metalli pesanti, il cui peso si fa sentire in ben 24 dei 28 Paesi più esposti. Le principali sorgenti di queste sostanze sono le discariche a cielo aperto, prive di una regolamentazione, insieme ad aree in alcuni paesi in via di sviluppo in cui la gestione degli scarti avviene con metodi impropri. Qui, infatti, la regola vuole che i rifiuti, in particolare quelli elettronici, vengano smaltiti all’interno di discariche locali in maniera non controllata, per esempio bruciando i materiali. Si tratta di pratiche comuni in India, Pakistan e Nigeria e Cina – in quest’ultimo Paese i livelli di piombo rintracciati nella coppia madre-neonato sono 5 volte più alti di quelli medi rilevati negli stati non a rischio per i rifiuti pericolosi.

Fonte: Repubblica.it

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