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Come cambierebbe il clima se tutti fossimo vegetariani?

Come cambierebbe il clima se tutti fossimo vegetariani?

L’inquinamento causato dalla produzione di carne, per effetto degli allevamenti intensivi che emettono un’enorme quantità di gas serra, ormai un dat

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L’inquinamento causato dalla produzione di carne, per effetto degli allevamenti intensivi che emettono un’enorme quantità di gas serra, ormai un dato di fatto. Da anni studi e analisi cercano di quantificare l’impatto esatto di questa produzione sull’ambiente. A valutare i benefici della completa eliminazione degli allevamenti, arriva adesso un nuovo studio pubblicato sulla rivista PLOS Climate : se nei prossimi 15 anni tutti gli allevamento fossero sostituiti con vegetazione nativa e spontanea, le emissioni di anidride carbonica potrebbero ridursi del 68%.

I risultati

Il modello climatico applicato per realizzare la ricerca e calcolare gli effetti piuttosto semplice: si tratta di una combinazione dell’eliminazione totale delle emissioni di gas serra dovute agli allevamenti e del ripristino della vegetazione nativa sul 30% della superficie terrestre attualmente utilizzata per ospitare e nutrire il bestiame. Queste due azioni avrebbero conseguenze importanti per il Pianeta, come un drastico calo di emissioni di metano e di ossidi di azoto e la conversione di 800 miliardi di tonnellate di anidride carbonica da parte di foreste, prati e biomassa del suolo.

Lo studio ha portato a una stima delle emissioni nell’atmosfera fino al 2100 e il risultato una riduzione a livello mondiale del 68% di emissioni di anidride carbonica. Lo scenario migliore che ne emerge consiste nella transizione a una alimentazione quanto più vegetale , scelta che permetterebbe di sfamare tutti i popoli del mondo, combattere l’insicurezza alimentare e la crisi climatica, mantenendo l’innalzamento delle temperature globali entro il 1.5 C .

La novità rispetto ad altre ricerche che non viene misurato solo l’impatto dell’eliminare la filiera produttiva della carne – che già sarebbe un risparmio a livello climatico significativo, dato che diminuirebbero metano (emesso direttamente dagli animali e dal letame), ossidi di azoto (contenuti nei fertilizzanti usati far crescere il cibo degli animali) e dell’anidride carbonica (emessa durante il trasporto degli animali e della carne) – ma viene considerata la sostituzione di quei terreni con vegetazione nativa e foreste, in grado di catturare anidride carbonica dall’atmosfera.

Ripopolare di verde i terreni destinati all’allevamento

Il nostro lavoro – spiega Eisen – mostra che l’eliminazione degli allevamenti porta a una riduzione dei livelli atmosferici dei tre principali gas serra, il che indispensabile per evitare la catastrofe climatica. Secondo le stime, l’attività di allevamento di bestiame occupa il 70% di tutti i terreni agricoli del mondo e l’intera industria animale responsabile di circa il 16% delle emissioni annuali di gas serra. Tutti sanno che il metano un grande problema. E tutti sanno ormai che gli allevamenti contribuiscono al riscaldamento globale – continua Eisen -. Ma pochi tengono conto del fatto che l’effetto degli allevamenti consta di due punti: le emissioni e il consumo di suolo che, se non ci fossero gli allevamenti, potrebbe essere destinato alla riconversione dell’anidride carbonica. La maggior parte delle analisi si concentra solo sul primo aspetto.

Fonte: Soleguardiano.it

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