L’autorizzazione aveva avuto l’ok degli Stati dell’Unione lo scorso dicembre, dopo il via libera con un parere scientifico da parte dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa). I prodotti contenenti questi nuovi alimenti saranno etichettati per segnalare eventuali potenziali reazioni allergiche.

Già parte della dieta quotidiana di centinaia di milioni di persone nel mondo, negli ultimi anni gli insetti sono diventati di interesse anche in Europa, che è alla ricerca di fonti di proteine di qualità a basso costo e dall’impatto ambientale contenuto. La strategia alimentare comunitaria Farm to fork, come ricorda Adnkronos, contempla gli insetti come fonte sostenibile di proteine, all’interno della categoria dei novel food (i nuovi alimenti).

I nuovi alimenti

I nuovi alimenti sono per l’Unione europea quei cibi o ingredienti nuovi, cioè non consumati e non presenti sul mercato, un concetto introdotto per differenziarli da quelli di uso comune e precedenti il Regolamento Ce 258 del 1997.Fra questi c’è ad esempio la polpa disidratata del baobab (proveniente dal frutto di Adansonia digitata), naturalmente ricca di vitamina C, calcio e antiossidanti, oppure l’olio di Echium raffinato, estratto dai semi della pianta di Echium. Nell’ambito alimentare gli insetti rivestono un grande interesse, anche per il loro elevato contenuto proteico e per le buone proprietà nutrizionali messe in luce dalla Fao.

Nel 2018 il regolamento comune sui nuovi alimenti è stato aggiornato, per renderne più semplice e rapida la regolamentazione e l’autorizzazione, mantenendo però intatti gli elevati standard di sicurezza alimentare europei. Da allora, l’Efsa ha ricevuto almeno 15 richieste di approvazione di nuovi alimenti legate agli insetti. 11 di queste sono sotto valutazione di sicurezza e 4 sono in fase di controllo dell’idoneità.

Starà poi “ai consumatori decidere se vogliono mangiare insetti o no” riporta una nota sul sito della Commissione. Gi insetti rappresentano una normale fonte di proteine per milioni di persone in tutto il mondo e vengono consumati regolarmente, facendo spesso parte della cucina tradizionale locale. Inoltre rappresentano un’alternativa ecosostenibile all’allevamento di bestiame, richiedendo un minore impiego d’acqua, mangimi e terreni.

Fonte: Wired.it